ALBANIA: La riforma della giustizia tra diffidenze e speranze

II governo socialista di Edi Rama ha intrapreso una serie di riforme, il cui obiettivo è quello di rafforzare lo stato di diritto, un requisito fondamentale per il progresso dell’Albania verso l’adesione all’Unione europea. Una delle principali aree di riforme chieste all’Albania dall’Unione europea è il sistema giudiziario, che è universalmente percepito come corrotto e soggetto a pressioni politiche.

Nel suo ultimo rapporto sui progressi dell’Albania nel percorso di integrazione europea, Bruxelles riconosce che la riforma del sistema giudiziario rappresenta una delle principali sfide. “Il funzionamento della giustizia continua ad essere influenzato dalla classe politica, da una responsabilità limitata, dalla scarsa cooperazione tra le istituzioni, dalle risorse insufficienti e da ritardi”, si legge nella relazione.”Il sistema disciplinare per i magistrati deve essere sostanzialmente rafforzato. La corruzione nel sistema giudiziario rimane una preoccupazione”.

Negli ultimi mesi anche una commissione parlamentare speciale ha consegnato al Parlamento di Tirana un rapporto che condanna duramente il sistema giudiziario, e afferma che la corruzione è diffusa a tutti i livelli, perfino nelle nomine dei giudici più importanti. E’ la prima volta che un rapporto ufficiale fornisce credibilità alle tante voci sulla corruzione nella giustizia albanese.

La riforma del sistema giudiziario, in quanto legge da approvare a maggioranza qualificata, ha bisogno del consenso dell’opposizione di centrodestra. Recentemente, maggioranza e opposizione albanese hanno raggiunto un accordo per estromettere dalle istituzioni i pregiudicati e che impedisce l’infiltrazione diretta della criminalità organizzata e della mafia nella politica.

Tuttavia fino ad adesso i tre maggiori partiti politici albanesi non si sono accordati sul progetto da presentare alla commissione ad hoc del Parlamento albanese sulla riforma della giustizia. L’opposizione guidata dal Partito Democratico albanese, ha espresso le sue preoccupazioni che il governo sia, presumibilmente, interessato a rafforzare il suo controllo sul potere giudiziario. Il leader del PD, Lulzim Basha, propone una maggioranza parlamentare dei due terzi (93 voti su 140) per votare la legge e le nomine dei giudici della corte suprema. Mentre il governo di coalizione, Partito Socialista e Movimento socialista per l’integrazione (Lsi), sta attualmente suggerendo una votazione con i tre quinti dei deputati dalla maggioranza di governo.

La Commissione di Venezia ha accettato il ruolo di arbitro tra le parti e ha fornito un proprio parere preliminare sul pacchetto delle modifiche alla costituzione in merito alla riforma giudiziaria. Adesso il pacchetto rivisto dalle parti politiche albanesi dovrebbe essere presentato ancora alla Commissione di Venezia affinché possa esprimere il suo giudizio definitivo. Un suggerimento di valore è arrivato dal nuovo ambasciatore italiano a Tirana, Alberto Cutillo, secondo il quale ci dovrebbe essere un maggiore coinvolgimento della popolazione sull’argomento.

Il mancato coinvolgimento della popolazione e la forte diffidenza fra maggioranza ed opposizione potrebbe nuocere al processo. È per questo che la comunità internazionale preme per una collaborazione fra le parti, ritenendo che solo in questo modo si possa arrivare ad un “prodotto” dagli effetti duraturi. Tuttavia, è chiaro che questo clima di ostruzionismo politico e la mancanza di dialogo stiano danneggiando il processo di integrazione europea.

Chi è Lavdrim Lita

Giornalista albanese, classe 1985, per East Journal si occupa di Albania, Kosovo, Macedonia e Montenegro. Cofondatore di #ZeriIntegrimit, piattaforma sull'Integrazione Europea. Policy analyst, PR e editorialista con varie testate nei Balcani. Per 4 anni è stato direttore del Centro Pubblicazioni del Ministero della Difesa Albanese. MA in giornalismo alla Sapienza e Alti Studi Europei al Collegio Europeo di Parma.

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