CALCIO: Zukanović, dall’assedio di Sarajevo a Trigoria nel segno di Bubamara

Una Roma a tinte sempre più bosniache. A Trigoria è appena sbarcato Ervin Zukanović, terzo giocatore bosniaco in giallorosso dopo Miralem Pjanić e Edin Džeko. Il difensore, classe ’87, è arrivato in Italia il 20 giugno 2014, in prestito dal Gent al Chievo, per poi passare alla Sampdoria nell’estate del 2015.

Come Džeko, anche Zukanović è nato a Sarajevo e si è formato tra le file del Željezničar dopo essere cresciuto nell’assedio della capitale bosniaca. La famiglia era riuscita a fuggire appena in tempo, prendendo nel 1992 l’ultimo treno disponibile in direzione Lubiana per poi raggiungere la Germania, oasi di salvezza per soli sei mesi. Il tempo perché il permesso di soggiorno scadesse e perché le autorità dell’immigrazione negassero la possibilità di estenderlo ulteriormente, costringendo la famiglia Zukanović a fare ritorno nella capitale martoriata dall’assedio.

A Sarajevo, il destino di Zukanović si incrocia con quello di Predrag Pašić, talentuoso centrocampista del FK Sarajevo a cavallo tra gli anni ’70 e gli anni ’80, giunto a vestire dieci volte la maglia della Jugoslavia. Ironia della sorte, Pašić nel decennio passato nella maglia granata del FK Sarajevo avrebbe incontrato il dottore e psicologo Radovan Karadžić: “Non riuscirò mai a capire cosa sia successo a Karadžić. Per me esistono due persone: uno è il preparatore psicologico che ci motivava al Sarajevo. Che ci insegnava ciò che anch’io, oggi, tento di trasmettere ai miei ragazzi: che la nostra diversità è una risorsa. Che siamo tutti parte della stessa squadra e che, come squadra, si vince. L’altro Karadžić è quello che è purtroppo passato alla storia, il leader dei cetnici che adesso è sotto processo all’Aja. Sono due uomini che non hanno nulla in comune. Non saprò mai cosa ha spinto l’uno a diventare l’altro, è una domanda che mi porterò nella tomba”, raccontò Pašić in un’intervista a Rodolfo Toè.

Fu sotto la guida di Karadžić che le truppe serbo-bosniache cinsero d’assedio la città, costringendo Pašić e i suoi concittadini a scegliere se partire o rimanere: “Non ho mai desiderato andarmene. Allo scoppio della guerra ho scelto di rimanere qui, con i miei concittadini”. Con alcuni amici, Pašić decise di provare ad aprire una scuola calcio per i bambini, Bubamara (“coccinella”). Nonostante il campo di allenamento si trovasse a Skenderija, molto vicino al fronte e al tristemente noto vicolo dei cecchini, al primo incontro si presentarono oltre duecento bambini. I ragazzini spesso si univano in gruppo per correre attraverso il ponte di Vrbanja e raggiungere il terreno di allenamento, una delle poche oasi di Sarajevo in cui provare a dimenticarsi della guerra e delle divisioni. Pašić, ortodosso sposato con una cattolica, aprì la scuola ai bambini di ogni confessione ed etnia. Lui stesso raccontò: “All’esterno della palestra si sentivano esplosioni, spari, caos, e molti dei genitori dei bambini della scuola combattevano tra di loro, mentre all’interno i loro figli semplicemente giocavano a pallone senza capire tutto quell’insensato odio che aveva portato gli adulti a macellarsi tra di loro.

Tra i ragazzini di Bubamara c’era anche Ervin Zukanović: da lì inizia la sua storia calcistica, continuata dopo la guerra nelle giovanili del Željezničar, poi passata per diverse squadre europee (passò una stagione, senza giocare, anche al Velež di Mostar) fino al Gent e all’approdo in serie A. Dal 2012 fa parte del giro della nazionale bosniaca, avendo però perso il treno per il Mondiale 2014 a causa di un problema di visto per gli Stati Uniti (sede del ritiro degli Zmajevi) e della conseguente polemica scaturita tra lui e il CT Safet Sušić. A reintegrare il giocatore in squadra è stato il nuovo CT della nazionale, Mehmed Baždarević, un altro figlio di Sarajevo cresciuto nelle file dello Željezničar e passato dalla nazionale jugoslava a vestire la maglia della Bosnia-Erzegovina subito dopo la fine della guerra.

Foto: AS Roma (Facebook)

Chi è Damiano Benzoni

Giornalista pubblicista, è caporedattore della pagina sportiva di East Journal. Gestisce Dinamo Babel, blog su temi di sport e politica, e partecipa al progetto di informazione sportiva Collettivo Zaire74. Ha collaborato con Il Giorno, Avvenire, Kosovo 2.0, When Saturday Comes, Radio 24, Radio Flash Torino e Futbolgrad. Laureato in Scienze Politiche con una tesi sulla democratizzazione romena, ha studiato tra Milano, Roma e Bucarest. Nato nel 1985 in provincia di Como, dove risiede, parla inglese e romeno. Ex rugbista.

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