GIAPPONE: Hiroshima e Nagasaki a 70 anni dalla bomba atomica

Alle 8,14 del 6 agosto 1945 Hiroshima è una città industriale rimasta stranamente intatta in un paese devastato dalla guerra e da mesi e mesi di massicci bombardamenti.
E’ una mattina all’apparenza come tante altre per gli abitanti della città, fino a quel momento più fortunati di molti loro connazionali, seppur nel difficile contesto di un paese in guerra.

Sessanta secondi dopo nulla sarà più come prima.
Hiroshima passerà tragicamente alla storia e sarà, da quel triste giorno, l’emblema del delirio e della follia umana: alle 8,15 il bombardiere americano B 29 Enola Gay con al comando il colonnello Paul Tibbets sgancia sulla città nipponica una bomba dal nome gentile, “Little boy”.
Il “ragazzino” ha una stazza importante, è un po’ più panciuto, ma non pare così diverso dai numerosi altri membri della sua compagnia, sganciati da mesi sulle città, sugli obbiettivi strategico-militari e sulla popolazione del Giappone, al fine di piegarne la strenua resistenza.

Cinquantasette secondi dopo lo sgancio, con l’aereo del colonnello Tibbets ormai a distanza di sicurezza, un secondo sole, a 500 metri d’altezza sul centro cittadino, abbaglia il cielo di Hiroshima.
Little Boy era ben più pestifero e letale, e le conseguenze delle sue azioni rappresentano una delle più grandi tragedie della storia dell’umanità.

La temperatura al centro della palla di fuoco raggiunge in un istante il milione di gradi, il flash termico vaporizza cose e persone in un raggio di circa due chilometri. Circa 80.000 persone vengono uccise sul colpo. Il numero delle vittime sarà purtroppo di proporzioni assai maggiori e arriverà, contando i feriti deceduti nei giorni seguenti alla deflagrazione e le persone colpite nei mesi, negli anni e nei decenni successivi da tumori e leucemie dovute alle radiazioni atomiche, a più di 250.000.

A distanza di soli tre giorni, il 9 agosto 1945 alle ore 11,02, l’orrore si ripete a Nagasaki.

Nell’agosto scorso si è celebrato il 70esimo anniversario della tragedia atomica.

Oggi Hiroshima e Nagasaki sono due accoglienti e vivaci città giapponesi.
La vita scorre tranquilla come in qualsiasi altra città del Giappone, anche se il ricordo del triste passato è vivo e palpabile, come testimoniano i parchi della pace colmi di monumenti commemorativi (tra cui, ad Hiroshima, spicca l’impressionante ed evocativo scheletro della “Cupola della bomba”, l’unico edificio in prossimità dell’epicentro “sopravvissuto” all’esplosione), all’interno dei quali sono ospitati il Museo della Pace di Hiroshima e il Museo della Bomba atomica di Nagasaki.

A dispetto dell’idea che evoca il loro nome, ai giorni nostri le due città pullulano di vita: giovani studenti affollano le numerose caffetterie, eleganti signore si dedicano allo shopping nei grandi magazzini o fanno due chiacchiere pomeridiane degustando tè macha, business man dietro i loro occhiali scuri sfrecciano per le vie con le inseparabili valigette.
L’offerta gastronomica dei ristoranti di Hiroshima e Nagasaki è, come in tutto il Giappone, decisamente allettante. Piccoli negozi a conduzione familiare si affiancano a quelli moderni e ai marchi delle grandi catene internazionali, così come i grattacieli convivono con tradizionali case basse, creando quel piacevole ed equilibrato connubio tra tradizione e modernità che caratterizza tutto il Giappone. Tuttavia, in queste due tranquille cittadine, i contrasti sono meno evidenti rispetto alla capitale Tokyo e nessuna delle due può competere per storia, bellezza ed arte con Kyoto, cuore pulsante delle tradizioni e della storia millenaria del paese del sol levante.

Entrambe le città, memori della loro tragica esperienza, sono da anni coinvolte in un importante ruolo di sensibilizzazione nei confronti del pericolo di una nuova tragedia nucleare e sono fortemente impegnate nel promuovere iniziative di disarmo e pace, quanto mai preziose nell’epoca in cui viviamo.

Con il Medio Oriente in fiamme, il diffondersi degli integralismi religiosi, i nuovi venti di guerra fredda che spirano tra la Russia e i paesi Nato, le tensioni tra i paesi nell’area del Pacifico, i test nucleari del Grande Successore in Corea del Nord, il ritorno di pericolosi movimenti nazionalisti in un’ Europa sempre più divisa da muri e incapace di affrontare collegialmente i gravi problemi che le si presentano, il mondo sta oggi attraversando, con tutta probabilità, la fase storica più critica dai tempi della fine della seconda guerra mondiale. Lo spettro di un terzo conflitto mondiale, che fino a pochi anni sembrava irrealistico, non è oggi poi così lontano.

Non sarebbe una cattiva idea se, in un contesto internazionale così critico, i leader mondiali, al pari delle numerose scolaresche di ragazzini che affollano Hiroshima e Nagasaki, organizzassero una educativa gita-summit in terra nipponica, a riflettere sulla Storia e sulle drammatiche conseguenze che potrebbe avere un uso distorto del loro potere. Nella speranza che tra questi “ragazzini” con in mano il destino del mondo nessuno voglia imitare “Little Boy”…

Benvenuti ad Hiroshima e Nagasaki…Qui il reportage fotografico

Chi è Luca Vasconi

Nato a Torino il 24 marzo 1973, fotografo freelance dal 2012. Laureato in Scienze Politiche all’Università di Torino, dopo alcuni anni di vita d’ufficio piuttosto deprimenti decide di mettersi in gioco e abbandonare lavoro. Negli anni successivi viaggerà per il mondo alla ricerca dell'umanità variopinta che lo compone.

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