KOSOVO: I graffiti, la nuova forma di protesta contro il governo Mustafa-Thaci

Negli ultimi tempi non passa giorno senza che nelle strade di Pristina appaia un nuovo graffito contro i politici di governo, dipinti come Tony Montana, il gangster più violento e più iconico del film Scarface, o come personaggi di Bastardi senza gloria.

I graffiti hanno come obiettivo principalmente il premier, Isa Mustafa, il vicepremier, Hashim Thaci, e il capo del parlamento, Kadri Veseli, già capo dei servizi segreti. Ma oggetto dei graffiti è stato anche la presidente, Atifete Jahjaga, rappresentata in lingerie e con un capello da poliziotta. Anche per questo i primi  a reagire sono stati i militanti di una rete per la difesa delle donne che ha tolto i graffiti dai muri e ha accusato  gli autori di essere sessisti. Anche il governo li ha qualificati come atti di vandalismo.

Kadri Veseli come Toni Montana

L’argomento è controverso. Ci sono molte sfaccettature. Una cosa è certa: questi graffiti esprimono il disaccordo dei giovani verso il governo e la politica internazionale nei confronti del Kosovo. Quattro anni fa i graffiti sono stati uno strumento del movimento nazionalista Vetvendosje (Autodeterminazione) che protestava contro la presenza europea e internazionale in Kosovo.

La situazione politica in Kosovo non è buona. Negli ultimi tre mesi, in sei diverse occasioni, i partiti di opposizione hanno usato gas lacrimogeni in parlamento e ci sono state manifestazioni violente contro la nuova definizione del confine tra Kosovo e Montenegro. Anche la creazione di un’associazione delle municipalità serbe, prevista dagli ultimi accordi di dialogo tra Kosovo e Serbia, ha contribuito a rendere incandescente la situazione. Questi graffiti, da molti considerati una forma d’arte, esprimono il malessere civile di un paese ancora attraversato da profonde tensioni.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Chi è Lavdrim Lita

Giornalista albanese, classe 1985, per East Journal si occupa di Albania, Kosovo, Macedonia e Montenegro. Cofondatore di #ZeriIntegrimit, piattaforma sull'Integrazione Europea. Policy analyst, PR e editorialista con varie testate nei Balcani. Per 4 anni è stato direttore del Centro Pubblicazioni del Ministero della Difesa Albanese. MA in giornalismo alla Sapienza e Alti Studi Europei al Collegio Europeo di Parma.

Leggi anche

guerra targhe

BALCANI: Tra Kosovo e Serbia la fine della guerra delle targhe e quel sottile filo che non si spezza

Facendo seguito ad un'analoga disposizione del governo serbo di fine anno, anche il Kosovo ha deciso di consentire alle auto serbe di entrare nel proprio paese senza alcun contrassegno. E' la fine della guerra delle targhe, una guerra che ha fatto da sfondo costante a tutti i più drammatici sviluppi degli ultimi anni

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com