Syrian refugees sleeping in the open air during refugee crisis. Budapest, Hungary, Central Europe, 4 September 2015.

Cara Europa, noi, 2748 cittadini della Repubblica Ceca, vogliamo parlarti di qualcosa

Cara Europa,
Avrai ascoltato le dichiarazioni dei nostri politici e potresti aver pensato che siamo un po’ ipocriti e che non apprezziamo l’essere membri dell’Unione Europea. Ti potrebbe sembrare che ci siamo scordati il nostro doloroso passato, nel quale i nostri cittadini sono stati costretti ad abbandonare il Paese: 80.000 ebrei durante l’Olocausto, milioni di tedeschi, spesso antifascisti, dopo l’Olocausto, 25.000 cecoslovacchi nel 1948 e circa 300.000 persone dopo il 1968.

Probabilmente ti chiederai cosa è accaduto al Paese che ha dato i natali a Karel Čapek, Tomáš Garrigue Masaryk, e Václav Havel. Quando è stato il momento in cui i cechi sono diventati così indecisi, scettici e codardi? Cosa è successo agli ideali di solidarietà generosità e umanità? Niente paura! Non siamo così male. Questa è soltanto l’impressione che sta dando la nostra classe politica.

Per favore, credeteci, siamo solidali con i popoli che sono stati privati delle proprie case, che sono impossibilitati a crescere e a educare i propri figli, e sviluppare le proprie abilità intellettuali in tutta serenità, che sono impossibilitati, ora, a condurre una vita normale. E noi, così come voi, siamo imbarazzati dalla reazione e dalla passività del nostro governo, ed è per questo che abbiamo deciso di fare noi qualcosa a riguardo.

Centinaia di noi sono corsi in aiuto delle persone le cui vite sono in chiaro pericolo. Potreste averci incontrato a Vámosszabadi, Röszke, Horgos, Győr, Szeged, Tovarnik, Beli Manastir… Migliaia di cechi hanno fornito aiuto materiale, economico e logistico. Altri migliaia hanno inviato vestiti, coperte, cibo e soldi. E ancora offriamo letti e lavori a coloro che vengono in Repubblica Ceca.

Noi siamo Europei delusi dall’atteggiamento confuso del nostro governo. Né il governo né i cittadini vogliano ammettere che a centinaia di chilometri dai nostri confini c’è un enorme disastro, trattenuto sull’orlo del precipizio di una catastrofe umanitaria unicamente dalle attività delle ONG e dei volontari. Le istituzioni dello Stato, come l’esercito, la protezione civile e le squadre di emergenza continuano a restare fermi e attendere. Noi non sappiamo cosa stiano aspettando.

Siamo imbarazzati dall’atteggiamento delle autorità ceche nei confronti delle persone che si trovano sul nostro territorio, e che sono trattate in in maniera non conforme alle convenzioni internazionali. Noi speriamo che il loro atteggiamento nei confronti delle persone che sono state trattenute nel loro cammino verso la libertà sia un riflesso di un errore di calcolo sulla situazione, dovuto alla mancanza di informazione, alla paura esagerata e non per cattiveria.

Caro governo ceco, egregio Presidente, basta aver paura. Per favore dite alla gente che sono parte della nostra cultura, molto più di quanto vogliate ammettere, che non sono nostri nemici. Non trattateli come criminali. Lavoriamo tutti insieme per capire meglio come aiutarli. Vogliamo essere educati, gentili e generosi. Quindi comportiamoci in questo modo, soprattutto nei confronti delle persone che hanno bisogno. Non preoccupatevi, non vi abbandoneremo in questo. Ci sono tantissime cose che possiamo fare per voi, di modo tale che possiate avere la forza per risolvere seri problemi politici che affliggono l’Europa.

Cara Europa, non perdere la pazienza con noi. Te lo assicuriamo, siamo pronti a fare di tutto!

Con riconoscenza e stima,
I cittadini della Repubblica Ceca

Traduzione dall’originale pubblicato su DearEurope 

Chi è Gianluca Samà

Romano, classe 1988, approda a East Journal nel novembre del 2014. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi Roma Tre con una tesi sulle guerre jugoslave. Appassionato di musica, calcio e Balcani.

Leggi anche

Il divorzio di velluto tra cechi e slovacchi, 30 anni dopo

Tra corsi e ricorsi storici, condanne e assoluzioni, i perché e i percome del divorzio (di velluto) annunciato tra cechi e slovacchi 30 anni dopo.

3 commenti

  1. ho letto con molto interesse ( e addirittura con un po’ di gioia) la lettera dei cittadini cechi all’Europa! Finalmente ho capito un po’ di più: le persone, i cittadini, sono molto più”avanti” dei loro rispettivi governi. Meno male!
    Siamo tutti in prestito su questo pianeta. Possibile che non siamo in grado di far funzionare le cose?
    Un abbraccio a voi della redazione. GRAZIE

    • Io frequento spessissimo la Repubblica Ceca, che ha circa 10 milioni e mezzo di abitanti. Purtroppo, non la pensano come queste 2748 persone la stragrande maggioranza degli altri 10.497000 cechi, lo posso assicurare. Oltre il 92% della popolazione teme fortemente l’immigrazione , in particolare di musulmani. Sono dati pubblicati, non si creda quindi che sia solo il governo a pensarla in un certo modo. L’iniziativa è lodevole, ma lontana dalla realtà, ahimé.

  2. Gaetano Giovanni Castello

    Purtroppo l’Europa dinanzi a questo fenomeno migratorio è smarrita e non sà quali pesci prendere.Secondo me il problema andrebbe affrontato con l’accoglienza,ma temporanea .L’EU dovrebbe pensare seriamente a bloccare il flusso migratorio nei paesi d’origine, mandando in ogni paese dove regna il caos,la violenza e la dittatura,forze multinazionali in grado di intervenire militarmente per fare nascere governi democratici attraverso i quali assicurare la sicurezza,la pace ed il lavoro al popolo,in Albania tutto questo è stato fatto con successo.Ma tutto questo,per quei paesi, è irrealizzabile a causa degli enormi interessi economici e militari, del falso perbenismo della politica,nel falso rispetto delle sovranità degli inesistenti stati.
    Il futuro dei nostri figli è un meticciato generalizzato di povertà.
    Pensate lettori.

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com

×