E' uscito "Revolyutsiya", il nostro e-book sulla crisi ucraina. Gratis fino al 15 ottobre

East Journal, fin dalla sua fondazione, ha sempre guardato con attenzione alle cose ucraine. Non è un caso che il primo articolo pubblicato fosse dedicato alla spaccatura “etnica ed elettorale” del paese. Da allora molta acqua è passata sotto i ponti e quella “spaccatura” sembra essersi rivelata nella crisi che dai fatti di piazza Indipendenza alla “guerra civile” ha tormentato l’ultimo anno ucraino. Le virgolette sono d’obbligo, perché nulla in Ucraina è semplice o chiaro. E’ stata davvero una “rivoluzione”, è davvero una “guerra civile”? Domande a cui è arduo dare una risposta univoca e saranno gli storici, in futuro, a dirci la verità. Noi abbiamo raccontato i fatti cercando di penetrare gli aspetti meno noti, riportando quanto accadeva giorno per giorno, analizzando gli eventi principali, dalle prime proteste di novembre 2013 fino all’esplodere del conflitto in Donbass.

Da quello sforzo è nato Revolyutsiya, la crisi ucraina da Maidan alla guerra civile, è un e-book realizzato dalla redazione di East Journal e pubblicato dall’editore Quintadicopertina. Lo scopo è quello di offrire le coordinate necessarie per capire quanto è accaduto anche a non addetti ai lavori. Il testo è disponibile nei formati e-Pub2, Kindle e PDF. Grazie a un accordo con l’editore possiamo offrirvelo gratuitamente per un periodo limitato, fino al 15 ottobre, e a un costo assai modesto da quella data in poi. Il testo è nato anche dal confronto con voi lettori, dalle critiche, dalle riflessioni proposte che spesso ci hanno messo in crisi costringendoci a cambiare punti di vista in modo da inquadrare meglio i fatti. Per questo adesso vi proponiamo un testo che, in fondo, è anche vostro e per questo vogliamo offrirvelo al minor costo possibile. Scaricatelo, leggetelo, diffondetelo. Sarete liberi di non apprezzarlo, di criticarci ancora, ma per farlo dovete aiutarci a restare in piedi, a restare indipendenti. E il modo migliore per farlo è quello di diffondere il nostro lavoro.

Revolyutsiya in ucraino significa “rivoluzione”, e quella di Maidan forse lo è stata davvero poiché tutto è dovuto cambiare affinché nulla mutasse veramente. Tuttavia non si può ridurre le proteste a un semplice colpo di teatro ma è necessario indagare e distinguere le diverse fasi in cui la “rivoluzione” si è svolta. È cominciata con una protesta per la mancata firma dell’accordo di associazione tra Unione Europea e Ucraina, ma il malcontento covava sotto la cenere da molto tempo. Sono seguiti i cortei, le molotov, i cecchini, i morti, la fuga del presidente Yanukovich e la realizzazione di un nuovo governo. Ci hanno detto che erano europeisti e democratici, poi nazionalisti ed estremisti, infine fascisti e autoritari: ma cosa è successo davvero in piazza Indipendenza e quali sono le ragioni e le anime della protesta? Poi è stata la volta della Crimea, con le sue truppe paramilitari senza mostrine, che ha portato all’intervento di Mosca e l’annessione, la reazione occidentale e le opposte propagande. Infine la crisi nell’est del paese, in quel Donbass ormai teatro di una guerra civile che prende sempre più le sembianze di un conflitto tra Russia e Ucraina, quest’ultima appoggiata dall’Ue e dagli Stati Uniti.

In questa storia non ci sono buoni contro cattivi, ma un conflitto che ha i suoi beneficiari sotto ogni bandiera, i suoi profittatori, i suoi mandanti e le sue vittime. La crisi ucraina è la seconda ad insanguinare l’Europa dopo la caduta del Muro, e come in Jugoslavia negli anni Novanta l’opinione pubblica si trova divisa e polarizzata. Ma le chiavi di lettura ideologiche non aiuteranno a capire. East Journal cerca, con questo testo, di offrire qualche elemento di comprensione in modo semplice ma non banale, per aiutare il lettore a farsi un’idea, senza verità da vendere.

scaricate A QUESTO LINK l’e-book!

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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12 commenti

  1. Scusate, ma… il link per scaricarlo? 🙂

  2. … sono vecchio e rin ……., ma non trovo il link per il download …. sorry

  3. “… Il testo è disponibile fino al 15 ottobre…” dove? non si capisce e non c’è un link

  4. Ciao, manca il link alla risorsa. Dov’è possibile scaricare l’ebook? Grazie.

  5. Coe e doove posso scaricare l’e-book Revolyutsiya, la crisi ucraina da Maidan alla guerra civile?
    Grazie!

  6. vittorio beltrami

    bellissima iniziativa! come posso scaricarlo??? grazie!!!

  7. Bella proposta ma dove si scarica l’ebook?
    Grazie,
    Andrea

  8. Abbiamo aggiunto il link da cui scaricare l’e-book. Rimanda al sito dell’editore, da cui lo potrete scaricare gratuitamente. Ci scusiamo per non essere stati chiari.

  9. Complimenti per il lavoro. Ho trovato molto interessante la riflessione/suggerimento di nazione/cittadinanza e rivoluzione nazionale/rivoluzione popolare. Come elementi costitutivi di una coscienza condivisa ucraina oggi però andrebbero integrati con la resistenza all’invasione russa: di fatto la via pacifica alla costruzione di una identità specifica ucraina è preclusa non solo dai recenti avvenimenti militari, ma da un inveterato disprezzo da parte dei russi nei confronti degli ucraini (stato bollito, fallito, fascisti banderisti buoni solo a essere messi in riga, ecc.) e dal recupero delle velleità di grande potenza da parte della Russia di Putin.
    Per cui il taglio del cordone ombelicale con il comune (con la Russia) passato sovietico dovrà essere in qualche maniera traumatico.
    Ci sarebbe da chiedersi (e da augurarsi) che l’Anschluss della Crimea e la guerra nell’Est Ucraina siano sufficienti.

  10. Grazie del regalo

  11. quindi solo perché all’opposizione un politico pur se corrotto non può andare in carcere??? ma che ragionamento è…

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