Non chiamatelo Islam: ISIS, la setta eretica che taglia le teste

Si è tenuta a Parigi una conferenza internazionale per discutere le modalità con cui affrontare la minaccia dell’ISIS, il sedicente “stato islamico” che nelle ultime settimane si è guadagnato la ribalta mediatica internazionale a colpi di decapitazioni di giornalisti e cooperanti occidentali. La conferenza, che ha visto il ritorno della Russia in un consesso internazionale, ha messo a punto una alleanza contro l’organizzazione fondamentalista alla quale parteciperanno anche l’Egitto, la Turchia, la Giordania, e che gode del supporto dei paesi arabi del Maghreb.

Una “guerra civile islamica” 

Già, perché il fondamentalismo islamico è un problema soprattutto per loro: i paesi musulmani sono i primi a rischiare di vedersi trascinare dal vortice del fondamentalismo in quella che, sempre di più, appare come una “guerra civile islamica”, che vede opporsi due concezioni dell’Islam. Una “guerra civile” cui gli sconsiderati interventi militari in Iraq, Afghanistan, Libia, sono serviti da detonatore ma che è sempre stata presente in seno all’Islam. Il wahhabismo, corrente islamica puristica e puritana, ultraconservatrice fino al fondamentalismo, è nato infatti a metà Settecento e ha percorso la storia dell’Islam affermandosi a inizio novecento grazie ad Abdul Aziz ibn-Saud, capostipite della dinastia saudita. E proprio dall’Arabia Saudita – alleato americano – arriverebbero secondo alcuni osservatori i soldi che servono a finanziare l’ISIS come già arrivarono quelli di al-Qaeda.

Cos’è l’ISIS

Ma non è vero. Poiché se al-Qaeda era un movimento guidato da uno sceicco saudita, l’ISIS ha tutt’altra origine. Il gruppo ha cambiato nome molte volte dalla sua fondazione, nel 1999, per opera del celeberrimo al Zarqawi, noto a Washington per aver compiuto e ordinato molti attentati contro le truppe americane durante la seconda guerra in Iraq, anche se un legame con Saddam Hussein non è mai stato provato. Forse già allora al Zarqawi portava avanti un suo disegno, tale da portarlo – anni dopo – alla rottura con al-Qaeda.

Dalla sua organizzazione, Jamāʻat al-Tawḥīd wa-al-Jihād,  si è sviluppato l’ISIS e sono emerse le figure di spicco di al-Baghdadi, l’autoproclamato califfo, e al Shishani, suo luogotenente. Quest’ultimo è un georgiano, soldato e veterano della guerra russo-georgiana, nato nel 1986 col nome di Tarkhan Batirashvili. Il suo nome “islamico”, al Shishani, vuol dire “il ceceno”, anche se non sembra essere di origine cecena. La sua “conversione” si daterebbe al 2010, a seguito della morte dei genitori, e sulle montagne del Caucaso – attraversate da fondamentalisti islamici di vario genere – avrebbe trovato la strada verso al Nusra (il gruppo fondamentalista attivo in Siria) e da lì alla corte di al-Baghdadi.

Quelli dell’ISIS sono eretici

Tuttavia sarebbe sbagliato derubricare l’ISIS a organizzazione semplicemente terroristica, esiste un credo, una fede, una tradizione. Alcuni muftì salafiti, come il saudita Adnan al-Aroor, li descrivono come eredi dei Qarigiti, setta formatasi agli albori dell’Islam quando, nel 657, ci fu una ribellione all’autorità (politica e religiosa) del califfo Alì, cugino del profeta. Fu la prima scissione all’interno della Umma, l’unità islamica che poi tante defezioni avrebbe conosciuto, e la setta avrebbe subito preso la via della violenza al punto da interpretare il jihad (che le nostre cronache medievali descrivono come “guerra santa” ma che è, nella teologia islamica, la lotta interiore per avvicinarsi alla perfezione di Dio) in senso puristico e giustificando ogni atrocità in nome della sua diffusione. Il nome “Qagirita” significa “gli usciti”, a testimoniare la distanza di questa setta dal corpo dell’Islam.

E’ importante sottolineare che questa setta è da sempre considerata ereticale nell’Islam. Essa, quindi, non è parte dell’Islam ma ne è una sua perversione rifiutata dalla teologia. Per questo definire “islamico” l’ISIS rischia di essere un errore. Chiamarlo semplicemente “stato fondamentalista” o “gruppo eretico” potrebbe forse aiutare coloro che, in occidente, credono che ciò sia quanto voluto dal profeta Maometto. Non aveva forse un marcato accento inglese il boia del giornalista americano James Foley?

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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13 commenti

  1. Accidenti, sei diventato pure un teologo islamico ? Io lascerei a loro decidere chi è eretico e chi ortodosso, siamo già abbastanza confusi su cosa siamo noi 🙂

    • mi limito a leggere qualche libro e a dire agli altri quello che imparo. Ho la fortuna di avere tempo, chi passa tutto il giorno in azienda o in fabbrica il tempo di informarsi non sempre ce l’ha. I qarigiti sono una setta considerata ereticale. Non lo dico io, ma le fatwe che da millequattrocento anni vengono emesse da tutti i muftì e gli imam contro di loro. E’ il ‘clero’ islamico che decide cosa è ortodosso e cosa non lo è. Non io.

      Si può discutere se questi dell’ISIS siano davvero ispirati dalle dottrine qarigite. Questo non lo posso sapere. Ma come ho scritto sono molti i muftì a considerarli tali. Ho indicato un nome su tutti perché farne l’elenco era inutile, che mi pare particolarmente eminente e significativo, essendo un salafita.

      cordialmente

      M.

  2. Sotto presunte spoglie di informazioni si rivela una profonda ignoranza dell’ Islam. Infatti il Corano legittima crocifissioni e uccisione di infedel ( SuraV, 32) in versetti non abrogati. Ci sono inoltre 4 raccolte di Hadith considerati autentici e base piu della sharia. Solo in una di esse, quella dell’ autorevole Bulgaria, gli hadith che intendono il jihad in senso bellico sono piú di 200.

  3. L’autorevole Bulgaria? :O

  4. La distinzione tra “eretico” e “islamico” presente nell’articolo è infondata. Si capisce meglio con un’analogia: si pensi ai catari, agli ariani o ai donatisti. Tutte questi gruppi sostenevano dottrine eretiche, ossia dottrine condannate dagli autoproclamati “ortodossi” (ma è questione di punti di vista: gli eretici considerano se stessi ortodossi e i propri avversari eterodossi); nondimeno, tutte le loro dottrine sono decisamente cristiane, in quanto si rifanno alla figura e agli insegnamenti di Cristo, di cui enfatizzano (correttamente o meno) alcuni aspetti. Lo stesso vale per i qarigiti con l’Islam.

    • Una puntalizzazione. L’etichetta di “eretico” è data da teologi salafiti, che potremmo definire “radicali”, non da me. E’ interessante, secondo me, che provenga da loro. Nel testo ho citato al-Aroon, che è saudita, ma c’è anche tale al-Tartusi, considerato un eminente teologo salafita attivo in Siria. Non ricordo quale Imam, in Italia, ha lanciato una fatwa contro l’ISIS, e così accade in mezza Europa. Quel che voglio dire è che è sempre un’autorità che si ritiene ortodossa a definirne un’altra “eretica”. Nel momento in cui è considerata tale, chi ne segue la dottrina è però un infedele. Valeva così anche per il cristianesimo: c’era un’autorità e quella ha deciso chi era eretico e chi no. Sono state dottrine cristiane? certo. Ma la Chiesa, rappresentante di Cristo sulla terra – per sua stessa definizione – le ha misconosciute. All’epoca il relativismo prospettico non era ammesso 🙂

      E, per rispondere a Louis, certo nel Corano ci sono passaggi violenti. Uno analogo a quello da lei citato si trova nella Bibbia, Deuteronomio 20,10, che – vado a memoria – dice qualcosa tipo: “passa a fil di spada tutti i nemici e poi prendine tutte le ricchezze perché è Dio che te le ha date”. Insomma, il campionario delle brutalità è proprio di molte religioni, non per questo chiunque le professi è un violento. Conosco tanti cattolici che sono brava gente, malgrado tutto 🙂

      E’ l’uso del messaggio religioso che conta, e l’uso che ne fanno i fondamentalisti è un’uso votato alla violenza. Quando quel fondamentalista di Anders Breivik ha ucciso decine di innocenti a Utoya, a Oslo, forse aveva letto troppo la Bibbia, ma non per questo il cristianesimo è una religione “di odio”, come non lo è nessuna. O lo sono tutte. Poiché tutte veicolano anche messaggi di violenza. Il problema non è l’ignoranza dell’Islam (io sono ignorante di tutto, è la mia forza non sapere, perché imparo) ma la convinzione di sapere verità che alla fine si rivelano parziali. Cordialmente

      M.Z.

  5. “E’ importante sottolineare che questa setta è da sempre considerata ereticale nell’Islam. Essa, quindi, non è parte dell’Islam ma ne è una sua perversione rifiutata dalla teologia. Per questo definire “islamico” l’ISIS rischia di essere un errore. Chiamarlo semplicemente “stato fondamentalista” o “gruppo eretico” potrebbe forse aiutare coloro che, in occidente, credono che ciò sia quanto voluto dal profeta Maometto.”
    Chi lo dice, Matteo Zola o un salafita? Matteo Zola, evidentemente. Ed è esattamente questo l’errore: dire che l’ISIS “non è parte dell’Islam” è falso, esattamente come lo sarebbe dire che i catari, in quanto sostenitori di una “perversione rifiutata dalla teologia [cattolica]”, non sarebbero stati parte della cristianità. Non si tratta di relativismo prospettico, ma di uso coerente del termine “islamico”, che non significa islamico “ortodosso”, esattamente come “cristiano” non significa “cattolico”.

    • @ Enrico, convengo con lei. Il suo ragionamento è coerente. Ma credo lei abbia compreso il mio. Quello che ho cercato di fare nell’articolo è: 1) spiegare, sommariamente, ideologia e provenienza del gruppo 2) mostrarne la marginalità all’interno dell’Islam. Questo secondo punto – senz’altro discutibile – l’ho ancorato alle fatwe emesse da eminenti teologi salafiti. Sono loro ad associare ISIS al qagirismo. Sono loro a dire che il qagirismo è ereticale. Nell’articolo faccio mia quella posizione e la uso in modo polemico (sono profondamente in disaccordo con quanti considerano “eminentemente islamico” il fondamentalismo religioso) per dimostrare che l’ISIS non può essere preso ad esempio dell’Islam poiché esso è considerato una perversione teologica. Mi sembrava interessante e importante.

      Quindi, polemicamente, dico: “l’ISIS non c’entra con l’Islam”. E’ scorretto? Sì, lo è. Almeno in senso storico. In senso teologico, dal punto di vista interno dell’ortodossia islamica, invece non lo è. Il mio intento era esattamente quello di ragionare, o provocare, su questo tema. Dal mio punto di vista, infatti, tendiamo troppo a fare di tutta l’erba un fascio e siccome l’Islam è nelle nostre città credo sia importante averne una visione complessa, diversa da “è tutto fondamentalista”.

      Inoltre, e la frase incriminata volevo suggerisse anche quello, credo che sarebbe utile se i giornali italiani problematizzassero di più. Credo sarebbe utile fare dei “distinguo” perché, altrimenti, si rischia di rendere impossibile un’integrazione tra l’Islam e le nostre società. E siccome East Journal può permettersi di scrivere qualcosa di “diverso”, ancorché discutibile, ho voluto presentare la questione nei termini di cui sopra. Non intendo insegnare niente a nessuno, non credo che l’informazione debba avere scopi pedagogici né rigore scientifico ma penso debba presentare le questioni sono vari aspetti, muovere le opinioni, promuovere il confronto. Quanto scritto nell’articolo mi sembrava mancare dal novero delle discussioni in merito all’ISIS (che sono sempre discussioni in merito all’Islam). La voce sarà stonata, la nota sbagliata, ma il fatto che siamo qui a parlarne vuol dire che forse no ho fatto male. Cordialmente

      Matteo

  6. Sempre in tema di ignoranza chiedo alla redazione: Sono più eretici gli sciiti o i sunniti?

    • Emilio, sempre puntuale nelle sue critiche. Non so se i sunniti considerato gli sciiti “eretici”. Non ho idea in che termini, a livello teologico, siano i rapporti (gli ortodossi non sono eretici per i cattolici, credo. Potrebbe essere lo stesso). Nel caso in esame è il “clero” sunnita (una parte, almeno) a definire “eretico” un altro gruppo sunnita. Mi risulta, ma potrei sbagliare, che il qagirismo sia ritenuto ereticale fin all’inizio, quasi millequattrocento anni fa.

      • Girello Destrorsi

        NB- Gli ortodossi sono considerati “scismatici” dai cattolici, che è diverso da “eretici”.

  7. Ho letto con interesse i commenti relativi all’islam, anche perché per me è un mondo sconosciuto, vorrei però se fosse possibile leggere un articolo che spiega le forze in campo, in Siria.
    Perché inizialmente l’opposizione anti Hassad era stata organizzato dagli USA con campi di addestramento, adesso gli stessi divisi in una miriade di gruppi come avete scritto su East Journal si sono uniti ad altri fondamentalisti Sunniti a formare L’isis.
    Adesso gli americani in una coalizione si apprestano a combattere chi hanno armato prima.
    Lo stesso Al Bagdadi da prigioniero di Guantanamo si era trasformato in informatore dei servizi segreti americani, per poi tradirli.
    Ma la Turchia mi risulta si sia tirata fuori, per i noto problema dei curdi, i Russi da sempre appoggiano il governo siriano ufficiale.
    L’Arabia e Quatar da sempre foraggiano di denaro i terroristi sunniti e sono alleati degli USA .
    Grazie alla redazione

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