SLOVENIA: A caccia di euro. Ma Lubiana resiste, niente fondi Ue

La Slovenia punta sulle privatizzazioni e si vede congelare i fondi europei. Il secondo fatto non è conseguenza del primo, ma messi insieme formano un’immagine preoccupante dell’economia di Lubiana. Le sue difficoltà durano da tempo: per tutto il 2013 si è parlato di una possibile richiesta di aiuti internazionali, che finora non è arrivata.

Tra i provvedimenti che dovrebbero permettere di evitarla ci sono appunto le cessioni di proprietà statali, a partire dalle banche più in crisi, che sono tutte sotto controllo pubblico. L’operazione riguarda anche altri settori, dai trasporti alle telecomunicazioni. Viene da chiedersi come saranno gestite le dismissioni, e in particolare i destini dei lavoratori: nelle scorse settimane molti cittadini bosniaci sono scesi in piazza anche per il modo in cui la classe politica ha svenduto aziende dopo la guerra.

Proprio mentre il governo sloveno è a caccia di soldi, Bruxelles blocca fondi comunitari per centinaia di milioni di euro, già messi a bilancio per quest’anno da Lubiana. Nel mirino della Commissione europea ci sarebbe la gestione di appalti e cantieri delle opere pubbliche. Nei prossimi giorni alcuni rappresentanti del “governo” dell’Unione visiteranno il Paese balcanico, che spera di poter tornare in possesso delle somme promesse.

La settimana scorsa Bruxelles ha accusato tre Stati Ue di avere squilibri economici eccessivi: Italia, Croazia e Slovenia. La prima fu tra i fondatori dell’edificio europeo. Le ultime due ci sono entrate negli ultimi anni. Lo stesso sperano di fare gli altri Paesi ex jugoslavi, anche loro colpiti dalla crisi, in alcuni casi molto più duramente. La speranza è che se e quando si uniranno ai 28 attuali l’austerità sarà finalmente passata di moda. (balcanews)

Foto: European Parliament, Flickr

Chi è Andrea Monti

Giornalista a Radio Popolare Milano e Casa24Plus, ho fondato il sito Balcanews

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