La storia nascosta. Gli uomini vittima di stupro nei conflitti armati

di Kirthi Jayakumar

Le donne non sono le uniche vittime di violenza sessuale nei conflitti armati. Gli uomini ne sono altrettanto vittima. L’impunità in Afghanistan, a seguito della guerra e della frammentazione del paese, ha permesso alla pratica secolare del bacha-baazi di prosperare in abbondanza. La guerra in Bosnia ha visto le più vili forme di castrazione. Il prolungato conflitto armato nella Repubblica Democratica del Congo ha creato un fiorente focolaio di violenza sessuale contro gli uomini per mano dei ribelli. Mentre la guerra in Siria continua, gli uomini sono sottoposti a violenze sessuali nei centri di detenzione – tra cui anche forme orribile di scosse elettriche ai genitali. In via preliminare, è importante capire che la violenza sessuale contro gli uomini in un ambiente di conflitto non è qualcosa limitata a essere perpetrata solo da parte di omosessuali in esclusiva, ma anche da parte di eterosessuali.

Come accade con le donne che subiscono violenza sessuale nei conflitti, anche per lo stupro degli uomini non si tratta di libido. La violenza è diretta verso gli uomini con la stessa intenzione con cui è diretta verso le donne: quella di stabilire una posizione dominante. La posta in gioco è “superiore” per il perpetratore, se è un uomo ad essere sottoposto a violenza sessuale, poichè non solo è stato imposto il dominio, ma è stato anche evirato, o “femminizzato”, il nemico.

La violenza sessuale contro le donne è una parte della pratica di stabilire una posizione dominante, ma questo dominio si moltiplica ulteriormente se la violenza sessuale è diretta contro gli uomini. E diventa un modo di affermare aggressivamente la dominanza, così come la guerra è prima di tutto un modo di rompere i vincoli della società.

Sottoponendo un uomo per violenza sessuale, un atto di profanazione è comminato su tale persona con l’intenzione di umiliarla. Lo scopo dell’utilizzo della violenza sessuale contro gli uomini è quello di distruggere gli uomini che dovrebbero essere custodi della società, i capifamiglia di famiglie in un contesto sociale, e di erodere la santità attaccati alla loro mascolinità. In questo contesto è sicuramente vero pertanto che tali risultati sono programmati e attesi.

Le conseguenze sono testimonianza della loro motivazioni. Per gli uomini che subiscono violenza sessuale o lo stupro, venirne fuori non è solo doloroso, ma anche terribilmente difficile considerando il tabù che circonda la questione. Per gli uomini che subiscono violenza sessuale o stupro, la situazione che hanno affrontato è una rappresentazione di come sono stati resi “incapaci”, di come non sono riusciti a essere gli “uomini che dovrebbero essere”. Oltre al rischio di essere stigmatizzati per essere percepiti come omosessuali dalla propria comunità, gli uomini che sopravvivono alla violenza sessuale devono anche affrontare il rischio di essere allontanati dalle proprie case e famiglie. A volte, tali uomini corrono il rischio di essere chiamati femmine.

*Kirthi Jayakumar è un avvocato, specializzato in diritto internazionale pubblico e dei diritti umani. Laureata della School of Excellence in Law di Chennai (India), Kirthi ha svolto attività di ricerca e di scrittura sul diritto internazionale pubblico e dei diritti umani. Ha lavorato come Volontario delle Nazioni Unite, specializzata nella ricerca sui diritti umani in Africa, l’India e l’Asia centrale e il Medio Oriente. Gestisce anche una rivista specializzata e di consulenza che si concentra sul diritto internazionale, denominata A38. Questo articolo è apparso in inglese su TransConflict

Foto:  ©athrine, Flickr

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