La crisi coreana, l’imminente visita del presidente russo Vladimir Putin a Berlino e la polemica sulle Ong “finanziate dall’estero” sono i temi che tengono banco nell’informazione di questi giorni a Mosca. Incominciamo con il conflitto che coinvolge le due Coree: la Russia “è in stretto contatto con la Cina, gli Usa, la Corea del sud e il Giappone” sulla richiesta di Pyongyang di evacuare il personale delle ambasciate straniere. Lo ha detto il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov conversando con i giornalisti a Tashkent.
Però, secondo un altro punto di vista, le ultime mosse della Corea del Nord non sarebbero preparativi di guerra ma elementi di “una campagna mediatica contro la Corea del sud e gli Usa”: lo sostiene il capo del centro di ricerca dei problemi coreani presso l’Accademia delle scienze russe, Aleksandr Zhebin. “Se Pyongyang si preparasse veramente ad un conflitto militare, non avrebbe chiesto alle missioni diplomatiche straniere di lasciare il Paese”, ha spiegato. “Al contrario – prosegue l’esperto – in questo caso le rappresentanze diplomatiche straniere sarebbero usate come scudo, dato che eventuali attacchi contro Pyongyang, con i relativi danni alle ambasciate straniere, sarebbero stati condannati unanimemente sia dalla Russia che dalla Cina e da altri Paesi”. Zhebin sottolinea infine che in Corea del Nord “non c’e’ alcun indizio della mobilitazione alla leva e di altri passi che precedono la preparazione di ostilità su larga scala”.
Sui rapporti tra Russia e Germania: Putin sarà a Berlino domenica 7 e lunedi 8 aprile. In programma, un incontro con la cancelliera Angela Merkel che senza dubbio “solleverà la questione delle ispezioni alle organizzazioni non governative”, come ha confermato il consigliere del Cremlino Jurij Shashkov. “Non so quanto aspro sarà lo scambio di opinioni, ma sono a conoscenza dell’atmosfera in vista dell’incontro”, ha aggiunto. Il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert aveva infatti denunciato i controlli effettuati presso le fondazioni tedesche e i loro partner in Russia, organizzazioni che, aveva aggiunto, “svolgono un ruolo importante nello sviluppo delle relazioni bilaterali”. “Tutte le misure che danneggiano il loro lavoro o lo criminalizzano, danneggiano le nostre relazioni”, aveva aggiunto anticipando l’intenzione di Angela Merkel di parlare a Putin dell’applicazione della legge varata lo scorso anno in cui le organizzazioni che ricevono finanziamenti dall’estero sono soggette a controlli stringenti e devono registrarsi come “agenti stranieri” qualora siano impegnate in “attivita’ politiche”.
Su questo tema, a Mosca non si placa la polemica. Il sostegno finanziario che ogni anno ricevono le Ong in Russia dall’estero ammonta a decine di milioni di dollari e le recenti ispezioni a tappeto avviate dalle autorità sono volte a verificare la legittimità di questi aiuti economici. Lo ha rivelato una fonte del ministero della giustizia. “Alcune Ong, soprattutto organizzazioni che si occupano di diritti umani, – ha spiegato la fonte – vivono e funzionano grazie a un considerevole aiuto economico fornito in modo non ufficiale da alcuni Paesi occidentali, attraverso diversi tipi di uffici in Russia”. Alcuni pagamenti, a suo dire, vengono effettuati di solito in tranche da 10 -15 milioni di dollari in contanti.
L’accusa ha suscitato subito l’ironia della direttrice di Transparency International in Russia, Elena Panfilova. “Quindici milioni di dollari in contanti in che tipo di valigia possono entrare?”, ha scritto sul suo profilo Facebook. “Naturalmente nessuno mostra questo flusso di denaro – ha aggiunto la fonte ministeriale – ma abbiamo informazioni sul suo volume”. Proprio per controllare la legittimità dei loro finanziamenti – ha poi ammesso la fonte – sono stati avviati i controlli che nell’ultimo mese hanno interessato migliaia di organizzazioni (da quelle ambientaliste fino a quelle caritatevoli e religiose, cattoliche e protestanti) in tutto il Paese. Alle proteste degli attivisti per i diritti umani, che vedono nell’ondata di ispezioni uno strumento per reprimere la società civile, le autorita’ russe hanno risposto che si tratta di controlli di routine, con lo scopo di verificare la presenza di elementi estremisti e ricondurre le attività delle Ong nell’alveo della legge.
Intanto, dopo oltre un mese di controlli su vasta scala, iniziano a piovere le sanzioni – come denuncia il quotidiano “The Moscow Times” – che arrivano fino all’equivalente di 20mila dollari e che vanno dal mancato rispetto delle norme anti-incendio fino a irregolarità contabili. “Dozzine di Ong sono state multate – ha detto Pavel Chikov, membro del Consiglio presidenziale russo per i diritti umani – ma è solo l’inizio. Stimiamo che in centinaia saranno sanzionate in qualche modo”. Intanto, dopo le preoccupazioni sollevate da Stati Uniti, Germania ed Europa, è arrivata la prima forte protesta da parte del jet set internazionale. Il musicista Mark Knopfler – ex Dire Straits – ha annunciato che cancellerà i suoi prossimi concerti in Russia (7 e 8 giugno) in segno di solidarietà con Amnesty International e Human Rights Watch, entrambe tra le organizzazioni colpite dalle ispezioni. “Ho sempre amato suonare in Russia – ha scritto sul suo sito web – e sono affezionato a questo Paese e alla sua gente. Spero che l’attuale clima cambi presto”.
Foto: David Basanta, Flickr
Durante la fiera automobilistica di Hannover Putin è stato accolto da tre membri del gruppo Femen
http://www.corriere.it/esteri/13_aprile_08/femen-putin-merkel_de164db2-a031-11e2-b85a-0540f7c490c5.shtml
Mark Knopfler ama suonare anche negli USA, sembra che la presenza di gulag come Guantanamo o la simpatica pratica di mandare la gente sulla sedia elettrica non lo disturbi per niente
Secondo me Mark potrebbe suonare solo nella repubblica di San Marino con i tempi che corrono…