da KIEV – Si è votato in Ucraina per il rinnovo del Parlamento. Elezioni delicate sotto molti punti di vista, in quella che ormai da più parti è definita una “semi-dittatura”. Il Partito delle Regioni – forza politica sostenuta politicamente dal Presidente, Viktor Yanukovych, e finanziariamente dai principali oligarchi del Paese – ha ottenuto il 35,60% dei consensi.
Staccata al secondo posto si piazza il partito di Yulia Timoshenko, attualmente detenuta in carcere: l’Opposizione Unita Batkivshchyna raccoglie il 21% dei consensi, tallonata dai comunisti con il 15,1% e dal secondo partito dell’opposizione UDAR, del ex pugile Vitaliy Klichko con il 12%. Entra in parlamento anche il partito di estrema destra Svoboda, con un buon 8%. Il partito dell’ex calciatore Andrei Shevchenko ha raccolto solo l’1,7%, lontano dalla soglia minima del 5% per l’accesso al Parlamento.
I risultati rappresentano una vera e propria novità rispetto agli exit poll nazionali, che hanno assegnato al Partito delle Regioni il 32% dei consensi, all’Opposizione Unita Batkivshchyna il 23%, a UDAR e ai comunisti il 13%, e a Svoboda l’11%, permettendo alle forze del campo democratico di ritenersi i vincitori della consultazione.
Inoltre, è importante tener conto dei collegi in cui a vincere sono stati candidati indipendenti, la maggior parte dei quali è ben radicata nel territorio e, in realtà, appartiene al Partito delle Regioni. Costoro sono dunque pronti ad aderire alla maggioranza filo-presidenziale una volta formatosi il nuovo Parlamento, de facto alienando gli orientamenti generali degli ucraini certificati dagli exit-poll.
La validità del voto
A porre un serio dubbio sulla validità della consultazione sono le numerose accuse di brogli emanate da osservatori internazionali, partiti dell’opposizione e perfino dai comunisti. Secondo il gruppo Enemo, incaricato di monitorare la consultazione elettorale, nella giornata del voto si sono verificati svariati casi di caroselli elettorali: trasporto di elettori in diverse sezioni elettorali organizzato dal Partito delle Regioni.
Inoltre, il soggetto politico del Presidente Viktor Yanukovych è accusato per avere utilizzato denaro statale durante la campagna elettorale.
Opportuno inoltre rimarcare come da diverse fonti sia stato lanciato l’allarme falsificazioni legato alla presenza nel comitato ristretto della Commissione Elettorale Centrale incaricato della registrazione dei voti di soli esponenti dell’Amministrazione Presidenziale, liberi di manipolare i risultati in favore dell’attuale forza di governo.
Alta l’affluenza nelle regioni “democratiche”
A confermare la possibilità di brogli e anche il dato legato all’affluenza. Secondo la Commissiome Elettorale, al netto di un 58% su scala nazionale a votare di più sono stati gli elettori della Galizia, della Volinia, e della regione di Ivano-Frankivsk: roccaforti storiche delle forze arancioni. La presenza al voto più bassa e stata registrata a Odessa, in Crimea e nella città autonoma di Sebastopoli, dove il Partito delle Regioni ha sempre contato su un elettorato stabilmente a suo favore.