MOLDAVIA: Il ricatto di Mosca. Rinunciate all’Europa o vi tagliamo il gas

Durante la sua visita ufficiale in Russia  del 10-12 settembre, il premier moldavo Vlad Filat ha discusso con il primo ministro russo Medvedev a Mosca e il presidente Putin a Sochi le condizioni per il rinnovo del contratto del gas. I negoziati non sembrano suscitare molto interesse nel paesi UE, ma un possibile conflitto sul piano energetico tra la Russia e la Moldavia potrebbe avere delle implicazioni importanti che vanno ben oltre gli interessi moldavi

Contratto scaduto. La Moldavia chiede di non doversi far carico del debito della Transnistria

Il contratto è scaduto a dicembre 2011 e da allora viene prolungato provvisoriamente in attesa della conclusione dei negoziati. Durante la sua visita in Russia, Filat ha presentato la posizione di Chisinau, per la quale le priorità sembrano essere la riduzione del 30% del prezzo del gas (attualmente 392 dollari per 1000 metri cubi) e il regolamento della questione del debito, soprattutto quello della regione separatista della Transnistria. Attualmente il debito moldavo verso la Russia ammonta a 4,1 milioni di dollari, di cui però circa 3,5 milioni sono dovuti da Tiraspol. Come sostiene il Cremlino, in caso di una possibile riunificazione, la Moldavia diventerà responsabile della sua totale restituzione. Una situazione insostenibile per la piccola Moldavia, sia dal punto di vista economico che politico.

Mosca risponde: prezzi scontati, ma stop alla cooperazione con l’Unione Europea

La risposta russa non si è fatta attendere. Il ministro dell’energia Alexander Novak si è detto pronto ad accettare alcune delle proposte moldave, specie quelle relative alla riduzione dei prezzi, ma a tre condizioni: il pagamento del debito (inizialmente quello dovuto dal Chisinau, ma, alla fine, anche gli arretrati di Tiraspol), il ritiro della Moldavia dalla Energy Community con l’UE di cui fa parte dal 2010 e, soprattutto, la non entrata in vigore del Terzo pacchetto energetico (una serie di misure misure per la liberalizzazione del mercato energetico in linea con gli standard UE), che porrebbe degli importanti limiti al monopolio di Gazprom.

Le reazioni al ricatto russo: Filat tenga duro

La dichiarazione di Novak è stata vista da molti osservatori moldavi ed internazionali come un vero e proprio ricatto. Nel valutare la proposta russa, numerosi commentatori hanno ricordato l’esempio ucraino: il prezzo scontato del gas ottenuto dal Presidente Yanukovych in cambio del prolungamento dell’accordo sulla presenza della flotta russa a Sebastopoli in Crimea si è comunque rivelato troppo caro, non solamente in termini economici. Quindi il suggerimento è di non cedere ai ricatti –suggerimento che, stando alle prime indiscrezioni, Vlad Filat avrebbe accolto. La visita del premier moldavo a Bruxelles dove si è recato dopo aver lasciato Mosca sembrerebbe indicare che la Moldavia non intende rinunciare alla strada verso l’UE.

Gli interessi geo-economici sulla Moldavia e il sostegno di Merkel e Barroso

Infatti, la Moldavia è un corridoio energetico importante sia per la Russia (fondamentale per l’approvvigionamento dei Balcani e della Turchia) che per l’UE, perché potrebbe favorire il flusso del gas dall’Asia Centrale verso l’UE permettendo cosi la diversificazione energetica. In questo contesto l’obiettivo principale della Russia, già titolare del 50% delle azioni di Moldovagaz è, dunque, ottenere il controllo totale dei gasdotti moldavi. Di certo, l’entrata in vigore del Terzo pacchetto energetico costituirebbe un ostacolo importante a questo piano.

Da parte sua l’UE si ritiene pronta a sostenere Filat (come già affermato dalla cancelliera tedesca Angela Merkel in occassione della sua vista in Moldavia lo scorso agosto) e avverte il Cremlino di non usare le risorse energetiche come strumento di coercizione.  Inoltre, il presidente della Commissione Europea Barroso ha puntualizzato che, considerando i progressi fatti dalla Moldavia nel suo cammino verso l’UE, l’accordo di associazione potrebbe essere firmato già nel 2013, prima del summit del Partenariato Orientale che si terrà a settembre.

In attesa della prossima mossa di Mosca: la partita moldava resta aperta

Tuttavia, appare evidente che la Russia non sarà di certo indifferente di fronte alla più stretta collaborazione della Moldavia con l’UE. Per il momento la Russia si limita alle attività diplomatiche in Transnistria dove intende aprire un consolato. Ma l’invito a far parte dell’Unione Euro-Asiatica nonché il gesto russo di servire il premier moldavo con dei vini italiani (piuttosto che con vini moldavi, ben rinomati nell’area) potrebbe suggerire che il Cremlino non si limiterà alle misure soft. In effetti, un possibile ostacolo alle esportazioni dei prodotti agricoli verso la Russia potrebbe avere delle pesanti ripercussioni sull’economia moldava basata soprattutto sull’agricoltura.

*Paulina Sałek ha un master in Studi Europei al Collegio d’Europa (Bruges/Natolin). Attualmente risiede a Varsavia.

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