POLONIA: Hillary e il nuovo scudo spaziale

di Matteo Zola

La Russia storcerà il muso, probabilmente, per questo atto d’indipendenza da parte di un vecchio paese “satellite” come la Polonia. Fatto sta che l’incontro a Cracovia tra il ministro degli Esteri polacco Radislaw Sikorski e quello americano Hillary Clinton ha dato i risultati sperati dalla Casa Bianca: il governo polacco ha ratificato con un sonante “sì” il nuovo progetto di difesa missilistica proposto dall’amministrazione del presidente Usa Barack Obama.

Il progetto è in realtà un aggiornamento (ma molto rimaneggiato) di un progetto che era già stato presentato dalla precedente amministrazione di George W. Bush. Ci sono delle variazioni, però, legate alle mutate situazioni politiche degli ultimi anni.

Le differenze tra lo scudo spaziale targato Bush e quello promosso dal Nobel per la Pace Obama non sono poche: la prima versione Bush (abbandonata nel settembre 2009) prevedeva l’installazione di un radar potente in Repubblica Ceca, associato a dieci intercettori di missili balistici di lunga gittata in Polonia (con una potenzialità d’attacco maggiore). Il nuovo scudo obamiano è invece destinato principalmente a intercettare missili di breve e media gittata, soprattutto in considerazione del riarmo missilistico di Teheran.

Hillary Clinton, dal canto suo, ha tenuto a precisare l’utilità comune dello scudo spaziale, con un particolare occhio di riguardo verso la Russia, che sin dai tempi dell’amministrazione Bush aveva avvertito il progetto come una minaccia.

Cosa più interessante: questo è il primo risultato del tandem Tusk – Komorowski. E si tratta proprio di quello scudo spaziale (edulcorato, per carità) tanto caro ai gemelli Kaczynski. Segno che in Polonia, quale sia il colore del governo, gli incubi sono quelli di sempre.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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