I conti che Ponta dovra' far quadrare...

ROMANIA: Ponta nuovo premier, tra Parlamento e popolazione una questione di fiducia

Il parlamento rumeno, riunitosi il 7 maggio, ha dato la fiducia al nuovo Governo: l’esecutivo di centrosinistra guidato da Victor Ponta ha infatti ricevuto 284 voti favorevoli a fronte di 92 contrari, diventanto cosi’ il terzo Governo del paese nel’arco di un anno. I voti contrari sono venuti dal partito della minoranza ungherese (UDMR), che tuttavia ha dichiarato che si terra’ sul piano di un’ opposizione costruttiva, e dal Partito dei Democratici-Liberali (PDL).

Il nuovo Governo dell’Unione Social-Liberale (USL), che riunisce socialdemocratici, liberali e conservatori, non segna tuttavia una rottura con il passato in quanto numerosi ministri e funzionari sono stati chiamare a ricoprire le stesse cariche detenute con il precedente governo. La stessa proposta di Ponta è venuta, senza particolari rimostranze, da parte del Presidente Traian Băsescu. Un governo che nasce quindi senza “battaglie” politiche e che sembra avere come fine quello di traghettare il paese alle elezioni politiche previste in autunno, termine ammesso dal governo stesso.

Anche le prime dichiarazioni governative sembrano avere poco di “rivoluzionario”. Il neo ministro dell’Economia, Georgescu, ha infatti annunciato che la priorità dell’esecutivo del quale fa parte sarà quella di collaborare con il FMI per trovare una soluzione che permetta di aumentare celermente pensioni e stipendi pubblici. Priorità sulla quale si è soffermato anche Ponta, accusando I governi precedenti, ossia quelli di Emil Boc e Razvan Ungureanu, di avere disatteso le promesse proprio su tali questioni.

Il rapporto con il FMI sembra essere un punto cruciale per la politica rumena. I Governi di Boc prima e di Ungureanu poi, sono caduti proprio per via delle misure da loro adottate per poter ripagare un prestito da 20 billioni di euro ricevuto nel 2009 da parte del FMI, dell’Unione Europea e della Banca Mondiale. Tali riforme si concretizzarono in tagli delle pensioni, riduzione del 25% degli stipendi pubblici e aumento delle tasse fino al 24%, creando un clima di malcontento generale che portò alla caduta, in gennaio, del Governo Boc ed alla sfiducia fatta dal Parlamento, il 27 aprile, del Governo Ungureanu.

Lo stesso Ponta, nel corso del suo discorso parlamentare, ha dichiarato di avere avuto incontri con rappresentanti del FMI, al fine di concordare, di fatto, la futura politica economica rumena. Sempre nel corso di tale discorso sono state fatte le emblematiche parole d’ordine che guideranno l’azione del governo: cambiamento, stabilità e responsabilità. Concetti ribaditi anche da Băsescu che si e’ augurato la Romania continui sulla via della riforma dello Stato, in particolare ricordando la necessita’ di approvare le leggi sulla riforma sanitaria e la riorganizzazione amministrativa.

Un governo quindi che sembra deciso a restare in linea con le volontà del FMI ma costretto a non sbilanciarsi, ed una coalizione politica che aspetta la legittimazione tramite le elezioni politiche per poter poi avviare le riforme richieste avendo dalla propria una maggiore forza numerica; ma che fino a quel momento si trova costretto a fare i conti con la volontà popolare. Il futuro della Romania è per il momento, quindi, solo rimandato…

Chi è Pietro Acquistapace

Laureato in storia, bibliofilo, blogger e appassionato di geopolitica, scrive per East Journal di Asia Centrale. Da sempre controcorrente, durante la pandemia è diventato accompagnatore turistico. Viaggia da anni tra Europa ed Asia alla ricerca di storie e contatti locali. Scrive contenuti per un'infinità di siti e per il suo blog Farfalle e Trincee. Costantemente in fuga, lo fregano i sentimenti.

Leggi anche

Romania elezioni presidenziali

ROMANIA: Considerazioni a caldo tra appuntamenti elettorali

Il primo turno delle elezioni presidenziali ha visto l’ascesa inaspettata ma travolgente di Călin Georgescu, semi-sconosciuto candidato indipendente di estrema destra. Al secondo posto, con una rimonta all’ultimo voto ampiamente supportata dalla diaspora, si è piazzata Elena Lasconi, moderata liberale di centrodestra. Uno scenario, quello Lasconi-Georgescu, che nessuno aveva predetto. Tante domande e tante ipotesi per cercare di capirci qualcosa fino al prossimo appuntamento elettorale di domenica 1 dicembre, quando si voterà per eleggere il parlamento. 

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com