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BALCANI: I dazi di Trump colpiscono tutti

Il 2 aprile il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato l’imposizione di nuovi dazi sulle importazioni verso tutti i paesi del mondo, inclusi quindi i paesi dei Balcani occidentali. Queste misure prevedono un dazio base del 10% su tutte le importazioni, con ulteriori tariffe “reciproche” che variano a seconda del paese e che sono calcolate, come affermato dall’amministrazione americana, dividendo per due il valore percentuale dei dazi applicati da ciascun paese nei confronti degli Stati Uniti. La Serbia è stata colpita dalla tariffa più alta (37%), seguita da Bosnia ed Erzegovina (35%) e Macedonia del Nord (33%), mentre ad Albania, Montenegro e Kosovo verrà applicata la tariffa minima del 10%.

Impatto economico e reazioni

L’introduzione di questi dazi avrà sicuramente un impatto sulle economie dei paesi balcanici, più o meno forte a seconda del livello di export verso gli Stati Uniti e dei settori colpiti.

La Serbia, ad esempio, ha esportato nel 2024 beni per un valore di circa 600 milioni di dollari, pari al 2,1% dell’export totale, concentrati principalmente nei settori dell’industria automobilistica, bellica ed agricola. L’imposizione di un dazio del 37% potrebbe rendere questi prodotti meno competitivi sul mercato statunitense, portando a una diminuzione delle esportazioni e potenzialmente a perdite di posti di lavoro nei settori colpiti. Il presidente serbo Aleksandar Vučić si è detto sorpreso per la decisione, annunciando l’intenzione di avviare negoziati con l’amministrazione statunitense per cercare di ridurre i dazi imposti e dicendosi fiducioso che questo problema sarà risolto nei prossimi tre mesi.

Analogamente, la Bosnia ed Erzegovina e la Macedonia del Nord, con dazi rispettivamente del 35% e 33%, potrebbero vedere una riduzione delle loro esportazioni verso gli Stati Uniti, influenzando negativamente le loro economie già fragili. Se l’export verso gli Stati Uniti per la Bosnia Erzegovina ammonta ad appena l’1% dell’export totale, per la Macedonia del Nord gli Stati Uniti sono il 18esimo partner commerciale con un valore di circa 118 milioni di dollari esportati soprattutto nei settori del tabacco, ferro ed acciaio.

Albania, Montenegro e Kosovo, pur affrontando soltanto dazi del 10%, potrebbero comunque subire contraccolpi economici. Il governo del Kosovo, paese che vede negli Stati Uniti il proprio maggiore alleato, ha ovviamente espresso delusione per l’inclusione del paese nei dazi, anche se questo era probabilmente inevitabile, considerando che tutti i paesi del mondo sono stati colpiti. Il giorno successivo all’annuncio di Trump, la Presidente Vjosa Osmani ha comunicato tramite il suo account X di aver ufficialmente chiesto al governo di rimuovere i dazi sulle merci provenienti dagli Stati Uniti, che attualmente ammontano al 10%. Questi sono infatti in vigore dal 1999 ed erano stati imposti dall’allora amministrazione internazionale UNMIK, ma nessun governo kosovaro dal 2008 in poi ha mai affrontato la questione.

Gli scenari

Sarà sicuramente interessante monitorare gli effetti che i dazi americani avranno sulle economie dei Balcani e le risposte dei governi. Il rischio sicuramente è quello di danneggiare ulteriormente economie già in difficoltà a causa dell’inflazione, una situazione che nelle settimane scorse ha portato i cittadini della regione ad un vero e proprio boicottaggio di alcuni negozi per protestare contro il carovita.

L’imposizione di questi dazi potrebbe da un lato constringere i governi della regione a rinegoziare o eliminare del tutto le tariffe imposte sui prodotti americani, dall’altro spingere alcuni di loro a cercare nuovi mercati per le loro esportazioni, diversificando le loro relazioni commerciali ed aprendo più complicate questioni politiche sull’influenza americana nella regione. Sarà altrettanto importante guardare al comportamento dell’Unione europea, che ha nella regione non solo grandi interessi economici, ma soprattutto geostrategici.

Foto: Al Jazeera

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