CINEMA: Berlinale – ‘La Pietra del Destino’ vaga nel mondo

Il musical animato La Pietra del Destino di Julie Černá ha avuto la sua prima mondiale lo scorso febbraio in occasione della Berlinale, dove è stato inserito nella sezione Shorts.

Il fumetto “La Pietra del Destino” nel 2022 ha vinto il Premio Murel come miglior fumetto studentesco dell’anno. La sua autrice in seguito lo ha trasposto in un film di animazione dal medesimo titolo con cui ha concluso il suo percorso di studi tirennale presso l’Atelier di animazione e film all‘UMPRUM di Praga.

La storia segue il vagare della Pietra del Destino, un masso caratterizzato da mani e piedi umani e da un‘espressione stoica, il suo percorso di conoscenza di sè e la sua ricerca della felicità.

Da fumetto a film di animazione

Il fumetto da cui è tratto il film, che in tutto ha una durata di 11 minuti, è costituito da tre parti. All’inizio la Pietra del Destino abbandona la sua casa natale, si mette in cammino e attraversa diversi ambienti. La seconda parte presenta una maggiore epicità, oltre a contenere un maggior numero di discorsi e dialoghi. La terza parte è la più poetica: la figura protagonista si stabilisce in una villa sulla riva del mare, dove arriva alla conclusione della sua vicenda. Quando Julie Černá ha deciso di realizzare il film, si è resa subito conto di aver bisogno di avere accanto a sè qualcuno che l’aiutasse con la drammaturgia. Si è rivolta, così, a Kateřina Boušková. Dopo alcuni incontri con quest‘ultima la decisione è stata quella di servirsi prevalentemente del materiale della terza parte del fumetto originario, perché si è ritenuto che proprio qui fosse contenuta la vera essenza della Pietra del Destino, ovvero la malinconia, l’esistenzialismo, gli sguardi sul paesaggio e sul mare, e tanto tanto riposo.

L’operazione di animazione è durata circa un anno. La tecnica scelta è stata quella del disegno in 2D, cosa che appare del tutto naturale, dal momento che proprio questa è la tecnica con cui Julie Černá ha maggiore esperienza. È stato utilizzato, quindi, il disegno digitale, ma sullo sfondo si può assistere all’intervento del pastello. Consapevolmente, infatti, si è voluto inserire all’interno del film l’elemento del disegno a mano.

Un film autobiografico

La Pietra del Destino è ispirato alle esperienze e alle sensazioni personali dell‘autrice. In particolare, possiamo osservare la ricerca della felicità e di un luogo che rappresenti la propria casa. Questo perchè Julie Černá ritiene la ricerca del proprio posto nel mondo il tema principale della sua vita. Così, nel film la Pietra del Destino pian piano scopre che la felicità non si lega a un luogo preciso, ma piuttosto alle sensazioni che prova dentro di sè, al fatto di essere o meno in pace con sè stessa.

Importante per l’autrice è il tema dell‘“ottimismo del ricordo“ che è percepito come uno strumento per raggiungere pienamente la felicità. Grazie al tempo che passa, nei ricordi si cancellano gli aspetti negativi delle esperienze. A rimanere è solo il bene. Del resto, l’infanzia della regista, secondo le sue parole, è stata positiva, ma non priva di eventi traumatici. Adesso, a posteriori, però tutto è illuminato dal sole. Queste sensazioni spiegano perchè nel film la figura protagonista e l’ambiente sono ripetutamente inondati dai raggi del sole. In un’intervista rilasciata alla rivista Reflex, infatti, Julie Černá ha dichiarato che il tentativo è stato quello di riprodurre ciò che lei in prima persona prova, nel momento in cui, seduta all’aperto, sente la luce e il calore arrivarle addosso, ovvero la pace, quindi la felicità.

Il musical è il genere più adatto

La componente del musical in questo caso permette di esprimere meglio il messaggio del film, dando al tutto una carica diversa, una piacevole scherzosità e giocosità.

Della musica e del canto si è occupata Johana Novotná alias Johuš Matuš. Legate da un’amicizia di lunga data, Julie Černá e Johana Novotná hanno un modo molto simile di vivere le emozioni. La regista, sentendo vicino a sè sia lo stile visuale sia il modo di espimersi della cantante e DJ, le ha così chiesto di trasformare il breve testo che aveva scritto accanto al suo fumetto in una canzone. Da ciò è nata una composizione della durata di otto minuti formata da tre diversi generi per mezzo dei quali sono espresse le medesime sensazioni trasmesse dal fumetto. È stato proprio questo che ha portato all’idea di realizzare un musical. La canzone di Johuš Matuš, in precedenza non ascoltata quasi nessuno, è stata così riadattata in modo da poter essere utilizzata per il film.

Foto:rozhlas.cz 

Chi è Sara Rovere

Sara Rovere è nata a Torino nel 1991. Ha studiato presso l'Università degli Studi di Padova Lingua, letterature e culture moderne e attualmente vive fra Torino e Praga. Per East Journal si occupa di aspetti storico-culturali di Repubblica Ceca, Polonia e Slovacchia.

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