Severina

SERBIA: La cantante croata Severina fermata al confine, scoppia un caso politico

Lo stop e l’interrogatorio al confine serbo della nota cantante croata Severina sono diventati un caso politico.

A fine agosto, Severina, famosa cantante croata conosciuta ed ascoltata in tutti i paesi dell’ex Jugoslavia, è stata fermata al valico di Bajakovo mentre si recava in Serbia per esibirsi ad un evento privato. La polizia serba ha prima ispezionato il suo veicolo, e poi l’ha sottoposta a un interrogatorio su temi delicati della politica e della storia serba, un avvenimento che ha scatenato un acceso dibattito politico.

La cantante ha riferito che le sono state poste domande sulla miniera di litio di Rio Tinto, da mesi oggetto di forti proteste contro il governo in tutta la Serbia. I poliziotti hanno inoltre indagato il pensiero di Severina su questioni storiche controverse, che da anni alimentano divisioni e tensioni nella regione e, in particolare, nei rapporti tra Serbia e Croazia. Le hanno chiesto di Jasenovac, il campo di sterminio ustascia in cui furono uccisi molti serbi durante la Seconda guerra mondiale; di Srebrenica; dell’esodo dei serbi dalla Krajina. Infine, dopo ore di colloquio, le autorità hanno concesso alla cantante di attraversare la frontiera, ma Severina ha a quel punto deciso di tornare indietro.

Il giorno successivo, la star croata ha denunciato l’accaduto sui suoi canali social dichiarando che non avrebbe più fatto ritorno in Serbia “finché a guidarla sarà quella persona lì”, con un chiaro riferimento al presidente, Aleksandar Vučić, già più volte criticato dall’artista per le sue politiche autoritarie e liberticide. Severina ha sottolineato che il reato d’opinione è stato abolito con la fine del comunismo, insinuando, non troppo velatamente, che il controllo cui è stata sottoposta fosse una ritorsione per le sue posizioni critiche nei confronti dell’élite politica serba.

La reazione serba

La reazione delle autorità serbe è stata variegata. Mentre la polizia di frontiera ha definito il fermo un “controllo di routine”, come affermato dal tabloid serbo “Blic”, le affermazioni del ministro degli Interni Ivica Dacić svelano che il controllo riservato a Severina così “di routine” non fosse. Dacić ha infatti affermato che esistono delle liste di persone considerate problematiche da Belgrado in ragione delle loro posizioni e affermazioni politiche, e che Severina ne era parte. Tuttavia, il ministro ha dichiarato che si impegnerà per l’abolizione di queste liste, visto che “la Serbia è una paese libero” in cui, si allinea con Severina, non esiste più il reato d’opinione. Anche Vučić è intervenuto sulla questione definendo il fermo della cantante  come “stupido e inutile” pur precisando di non avere una buona opinione di Severina. Vučić ha aggiunto che “il suo [della cantante] odio per la Serbia parla da solo”. Il presidente serbo ha inoltre preso le distanze dalle liste di persone “scomode” per Belgrado, sostenendo che siano state create in passato da persone non meglio precisate.

L’ “incidente” ha assunto una rilevanza tale da avere ripercussioni anche sul piano internazionale, con l’Unione Europea che ha espresso il suo rammarico per l’accaduto. Secondo il quotidiano croato Jutarnji, la Commissione Europea ritiene “problematica” l’esistenza di liste che limitano la libertà personale di cittadini, siano essi locali o stranieri. Jutarnji riporta le parole di un “portavoce della Commissione”, non meglio identificato, che avrebbe dichiarato che l’avvenimento sarà esposto nel report del prossimo autunno sui progressi della Serbia nel suo cammino verso l’Unione Europea.

Severina e gli altri: i VIP respinti al confine serbo

A dispetto di quanto affermato da alcuni esponenti dell’élite serba e a sostegno, invece, dell’ipotesi che Severina sia stata fermata e interrogata perché critica nei confronti del “regime” di Vucić e della politica serba, va segnalato che la cantante non è l’unica VIP a cui sono stati imposti controlli sproporzionati al passaggio della frontiera serba. Lo scorso anno, ad esempio, l’attore e scrittore bosniaco Fedja Stukan fu respinto alla frontiera a causa della sua partecipazione ad una manifestazione anti-governativa in Serbia. Ancora, a gennaio, la cantante Selma Bajrami è stata fermata e respinta alla frontiera per aver mostrato l’aquila a due teste (il simbolo albanese) durante una sua esibizione.

L’accaduto è purtroppo in linea con quanto ci si attende dal regime di Vucić che ha sempre puntato molto sul controllo dell’opinione pubblica. Evitare, o quantomeno dissuadere l’esposizione di discorsi e soggetti critici nei confronti dell’establishment è ormai prassi in Serbia. Basti vedere il  Media Pluralism Monitor 2023, dove l’indipendenza politica dei media in Serbia viene considerata “ad alto rischio”. Il caso di Severina si inserisce in una già critica situazione della democrazia serba, che ogni giorno diventa più fragile. Elemento che non lascia indifferente la comunità internazionale, e che ci ricorda che, come direbbe Thomas Mann, “Tutto è politica”, persino la musica pop.

Foto: facts.net

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