Vucic e Dodik a Belgrado

SERBIA: Dodik e Vucic battezzano l’Assemblea pan-serba

Sabato 8 giugno a Belgrado si è tenuta una “Assemblea pan-serba” tra i rappresentanti di Serbia e Republika Srpska. Una dichiarazione congiunta richiama l’unità del popolo serbo oltre i confini dei vari stati.

Mentre i cittadini dei paesi UE si apprestavano ad eleggere i nuovi eurodeputati, sabato 8 giugno a Belgrado si è tenuta la prima “assemblea pan-serba” (Svesrpski sabor). Vi hanno partecipato i rappresentanti politici della Serbia e della Republika Srpska, l’entità a maggioranza serba della Bosnia Erzegovina, sotto lo slogan “Un popolo, un’assemblea – Serbia e Srpska”.

In questa occasione, il presidente serbo Aleksandar Vučić e il presidente della Repubblica Srpska Milorad Dodik hanno reso nota una dichiarazione congiunta in 49 punti sulla “protezione dei diritti nazionali e politici e sul futuro comune del popolo serbo”. Anche in altre città della Serbia si sono tenute manifestazioni di appoggio all’iniziativa. All’evento e alla dichiarazione hanno partecipato e lavorato anche le autorità religiose del paese, compreso il patriarca Porfirije della Chiesa ortodossa serba.

La condanna alla risoluzione ONU su Srebrenica

Già a marzo i leader politici di Belgrado e Banja Luka avevano deciso di convocare questo evento in concomitanza con la Pasqua ortodossa (5 maggio), per poi rimandarlo nel contesto delle discussioni a New York per una risoluzione dell’Assemblea generale ONU sul genocidio di Srebrenica.

L’Assemblea panserba si è riunita infatti anche con lo scopo di rispondere e condannare la risoluzione ONU, approvata il 23 maggio scorso, che ha istituito per l’11 luglio una giornata commemorativa del genocidio di Srebrenica compiuto in Bosnia Erzegovina dall’Esercito della Republika Srpska (VRS) nel luglio 1995. Durante l’assemblea Dodik ha ribadito il concetto già espresso prima del voto: “non siamo un popolo genocida e questa risoluzione non ci riguarda“.

Il concetto moscovita di “mondo serbo”

Il leader serbo bosniaco è arrivato a Belgrado di ritorno da un nuovo viaggio a Mosca dove ha incontrato Putin assieme ad Aleksandar Vulin, da fine maggio vicepremier serbo, molto vicino al Cremlino.

La Dichiarazione afferma l’unità del popolo serbo anche e oltre la divisione nelle varie appartenenze statuali, concetto espresso nella nozione di “mondo serbo” (Srpski svet). Il termine è stato coniato proprio dal braccio destro di Vučić e si propone di affidare alla Serbia la responsabilità riguardo il destino delle minoranze serbe in altri paesi. Tale concetto, nato in Russia come russkiy mir, si avvicina molto ad una auto affermazione del diritto di ingerenza negli affari interni dei paesi vicini – i Balcani per la Serbia, i paesi ex-sovietici per la Russia.

Secessione o no?

In tal senso il testo uscito dall’Assemblea definisce il Kosovo come “parte inalienabile della Serbia”. Non è invece stata citata la secessione dell’entità a maggioranza serba dalla Bosnia Erzegovina, ma lo stesso Vučić ha sottolineato che la Republika Srpska è una e indivisibile e non verrà mai abbandonata dai serbi.

Ben più esplicito si è mostrato Dodik, secondo cui in futuro la Republika Srpska dovrà cercare l’appoggio della Serbia per risolvere il suo status: “È impossibile convivere con coloro che in modo così proditorio e malizioso, falsamente e segretamente, hanno cercato di imporre il genocidio come una caratteristica permanente di questa nazione”, ha detto Dodik.

Rapporti istutuzionalizzati

Non sono mancate reazioni e condanne. L’ambasciata degli Stati Uniti a Sarajevo ha definito l’assemblea e la relativa Dichiarazione come “un attacco agli accordi di pace di Dayton e alle istituzioni statali della Bosnia Erzegovina”.

A Sarajevo, l’esponente croato della presidenza tripartita Željko Komšić ha condannato l’Assemblea definendola come “una piattaforma politico-religiosa in preparazione a un nuovo conflitto nei Balcani. Ci sono disposizioni particolarmente aggressive relative al Kosovo, alla Bosnia Erzegovina e al Montenegro.”

Dello stesso avviso il professore dell’Università di Belgrado Ivan Videnović, secondo cui il desiderio di Dodik e Vučić di vedere indipendente la Republika Srpska è utopico e molto pericoloso. “Tale entità è stata creata in termini di composizione etnica e territorio come risultato di un’ingegneria bellica, che include la pulizia etnica e il genocidio,” ha ricordato il professore di fisica, intervistato da Slobodna Bosnia,  invitando tutti a prestare attenzione a ciò che preparano i due leader.

L’Assemblea pan-serba sembra essere un nuovo capitolo nel processo di avvicinamento diplomatico tra Belgrado e Banja Luka, il cui stretto rapporto è adesso anche istituzionalizzato, e desta non poche preoccupazioni per il futuro dell’intera regione.

Foto: RadioFreeEurope

Chi è Andrea Mercurio

Ho 26 anni, sono laureato in Scienze Politiche, amo scrivere in ogni modo e in ogni forma. Sono appassionato di Storia e Attualità, da qualche anno mi sono interessato in particolare ai Balcani.

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