Il momento della firma con Rosselkhoznadzor

MOLDAVIA: La Gagauzia chiama, Mosca risponde

La Gagauzia si riavvicina a Mosca, nuovi accordi fra la regione autonoma e organizzazioni governative russe. È scontro col governo centrale.

Il 9 aprile 2024, la Baskan (leader dell’esecutivo) della regione autonoma gagauza, Evgenia Gutul, ha annunciato la firma di un accordo di cooperazione e sostegno con la banca russa Promsvyazbank. Tre giorni dopo, il 12 aprile, è seguito un altro accordo, questa volta con il Rosselkhoznadzor, l’agenzia governativa russa di controllo agroalimentare, che permetterà l’esportazione senza restrizioni dei prodotti agricoli coltivati nella regione autonoma nel mercato russo dimostrando con i fatti la linea di riavvicinamento alla Russia “amica e difenditrice” che ancora una volta “torna a salvare il popolo gagauzo”, come scrive la capa del comitato esecutivo della regione.

Un avvicinamento che Gutul aveva annunciato in campagna e che si fonda su tre punti cardine (investimenti, benefit commerciali fra le parti e accordi sulle forniture di gas) di cui la firma di ieri è solo l’ultima di una serie di azioni, e una linea politica che già ci aveva portato a chiedere se non fosse l’inizio di un nuovo periodo di destabilizzazione per la Moldavia. Alla luce di queste nuove mosse,  all’indomani della decisione di aprire i negoziati di adesione della Moldavia all’UE, una risposta si fa ancora più urgente.

Fra la Baskan e il governo di Chisinau non è mai scorso buon sangue, sin dall’elezione della prima, la quale è tornata a soffiare sul fuoco secessionista, che nella repubblica Gagauza sembrava essersi esaurito. La Gutul, infatti, riporta sui suoi canali di come indefinite “voci sempre più forti” nel governo moldavo considerino necessaria la riunificazione con la Romania, facendo allusione alle basi giuridiche della legge sullo status di autonomia della Gagauzia del 1994, secondo cui un cambio di status della Repubblica Moldava darebbe diritto di secessione alla regione autonoma. Un messaggio che, in quest’ottica, si fa particolarmente importante e allarmante riportando al centro della politica moldava la sua integrità territoriale, oltre che istituzionale.

Da allora lo scontro si è fatto sempre più aspro fra le due donne a capo dei rispettivi esecutivi. Basti pensare che ancora oggi la Gutul non è stata nominata parte del governo perché, dal canto suo, la presidente del governo moldavo Maia Sandu nutrirebbe “sospetti nei suoi confronti”, escludendo la Baskan anche dalle riunioni delle commissioni in Parlamento sul bilancio per la Gagauzia, come denuncia la stessa Gutul. Il che ci consegna il primo segno di una grave frattura in divenire all’interno del Paese.

Non solo, ad oggi la Gutul si ritrova anche chiamata in giudizio e accusata per i fatti che la vedono coinvolta nella frode bancaria che aveva già portato alla messa a bando del suo partito di origine e del suo capo di partito, dove il primo prende il nome del secondo, Shor. Per cui ancora oggi è formalmente indipendente, seppur rinnovando periodicamente il sostegno da, e verso, lo stesso Shor. Un’accusa dietro cui la Gutul non solo vede la mano del governo centrale, ma anche una “falsificazione”, arrivando a denunciare come questa non sarebbe altro che una tattica collaudata di PAS (il partito di Maia Sandu) contro l’opposizione.

Uno scontro senza esclusioni di colpi, dunque, che si è inasprito dopo la visita della Gutul in Russia, dove ha incontrato il presidente Vladimir Putin in occasione del festival mondiale della gioventù tenutosi a Sochi a inizio marzo di quest’anno. Evento che Maia Sandu, nella conferenza stampa del 18 marzo commenta definendo la Gutul “una persona che lavora per un gruppo criminale”. Gutul di risposta minaccia vie legali considerando la dichiarazione diffamatoria, suggerendo come sia proprio attorno al riavvicinamento con la Russia attuato dall’esecutivo gagauzo che si sviluppa lo scontro, portandoci a riflettere sul ruolo che la Russia continua a ricoprire in questo paese, soprattutto in termini di stabilità.

Infatti, se a seguito delle elezioni 2024 che hanno riconfermato Putin al potere tutti i titoli italiani hanno segnalato come il riconoscimento e le congratulazioni siano provenuti da una serie di paesi dell’America Latina, Asia e Africa suggerendo una nuova posizione del Cremlino a  capo di una nuova coalizione di paesi emergenti del sud globale, nessuno ha fatto caso alle congratulazione della Baskan, che arrivano dal cuore dell’Europa e da un paese candidato UE. Questo ci porta a dover rispondere positivamente al nostro quesito iniziale sulla possibile nuova ondata di destabilizzazione che attraversa il paese, dietro cui però si cela una  presenza russa importante che si rivelerà cruciale per il futuro dell’integrità della Moldavia e delle sue aspirazioni europeiste.

Foto: Evgenia Gutul, Instagram

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