Un cubo di Rubik gigante: potrebbe essere questa la prossima attrazione turistica, e non solo, di Budapest, città natale dell’inventore del celebre rompicapo. Secondo quanto annunciato da Balázs Fürjes, commissario del governo magiaro per lo sviluppo dei grandi progetti nella capitale, si tratterà di un museo delle invenzioni e delle scoperte degli intellettuali ungheresi degli ultimi 1.100 anni e si presenterà appunto con la forma esterna del gioco noto in tutto il mondo. I lavori dovrebbero partire nel 2014 ed essere terminati nel 2017, mentre la sede scelta sarebbe a Buda nei pressi del ponte Lágymányos (l’ultimo in direzione dell’isola di Csépel, di colore rosso), di recente ribattezzato Rákóczi Híd e i cui dintorni sono oggetto da qualche anno di un’importante rivalutazione ambientale. “L’edificio è pensato per diventare un’ispirazione per le generazioni future” ha scritto il primo ministro Viktor Orbán in una lettera d’intenti sottoscritta anche da Ernő Rubik, il sessantottenne e geniale professore che tra il 1974 e il ’76 ultimato il colorato twist puzzle.
Un progetto caro al governo
Index.hu riporta che il governo ritiene possibile un contributo finanziario proveniente da fondi dell’Ue, ma che è comunque pronto a investire nel progetto. L’intento è comunque sempre quello di valorizzare e celebrare le abilità ungheresi: una tendenza utile a tenere vivo l’interesse mondiale per un Paese che dovrebbe investire il più possibile nel terziario, ma che in realtà è frutto di una decisa tendenza protezionista e nostalgica della “Grande Ungheria” ridotta alla dimensione attuale dal Trattato di Trianon. In ogni caso, l’idea ha il suo fascino, sono solo le intenzioni reali a non convincermi.
Invenzioni ungheresi
L’Ungheria è ed è stata una terra molto prolifica dal punto di vista dei traguardi scientifici. Milioni di persone nel mondo utilizzano nel quotidiano oggetti che hanno visto la luce nel Paese, spesso senza nemmeno saperne l’esistenza o l’esatta ubicazione. Un esempio davvero comune? La penna biro, il cui nome si deve proprio al giornalista che l’ha “sfornata” nel 1938, László Bíró. La dinamo? Ungherese pure quella, l’ha creata Ányos Jedlik nel 1828, appena diciottenne. Forse ancora più utile la pensata di János Irinyi, che nel 1836 fa accendere il primo fiammifero. Allo scienziato Albert Szent-Györgyi è attribuita invece la scoperta della Vitamina C e vi posso assicurare che vivendo in Ungheria non si resta stupiti nell’apprendere che le pastiglie contro il raffreddore sono nate qui: gli ungheresi coltivano una vera adorazione per le vitamine e non c’è malanno per il quale non ti vengano raccomandate. Anche gli albori dei computer si devono a un ungherese: John Von Neumann, che nel 1950 sfornò l’EDVAC, il primo calcolatore. Edward Teller, scomparso nel 2003, infine, è, suo malgrado, “padre” della bomba a idrogeno, altrimenti detta termonucleare. Non solo, gli ungheresi sono stati il popolo che per primo ha utilizzato, introducendone quindi l’impiego al resto del globo nientemeno che la biancheria intima e i bottoni!
Per scoprire altre “ungheresi famose” (si parla d’invenzioni, ricordiamolo!) gustatevi questo bel video:
Happy to talk to the author at Budapest any time as being responsible for the project 🙂 regards, Balázs at [email protected]
Köszönöm szépen, most Írtam neked egy e-mailt.
üdvözlettel,
Claudia Leporatti