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RUSSIA: L’Aja contro Putin, un messaggio agli oligarchi

Il mandato d’arresto spiccato dal Tribunale penale internazionale dell’Aja verso Putin è anche un messaggio agli oligarchi che lo sostengono e che non vogliono affondare con lui…

Il mandato d’arresto del Tribunale penale internazionale dell’Aja emesso nei confronti dell’autocrate di Mosca è un passo importante, che stabilisce con maggiore chiarezza un concetto che il mondo libero aveva già elaborato negli ultimi tempi, dopo la dichiarazione da parte del Cremlino di voler perseguire ad ogni costo i propri obiettivi in Ucraina, portando a un suo smembramento e a una possibile cancellazione come stato indipendente. Semplicemente, qualunque sia l’esito della guerra – in cui comunque si auspica un successo dell’Ucraina, con il ristabilimento completo dei suoi confini, che la Russia avrebbe dovuto garantire in base agli accordi di Budapest – il mondo libero non potrà più trattare in alcun modo con una dirigenza squalificata da continui crimini di guerra, orrori contro la popolazione civile e i prigionieri, e deportazione di migliaia di bambini ucraini. Nulla potrà più tornare come prima dell’inizio della guerra, e questo è un segnale molto importante per la classe dirigente russa e per gli oligarchi che stanno perdendo enormi capitali a causa di questa guerra.

L’economia russa sta lentamente scivolando verso una crisi irreversibile: la dirigente della Banca Centrale, Nabiullina, ha informato il potere che a partire da settembre la situazione peggiorerà pesantemente e il rublo sta già perdendo molto valore nei confronti delle valute occidentali. Il futuro del paese sarà pesantemente segnato dal crollo delle vendite di gas e dal calo cospicuo delle vendite di petrolio (anche in termini di prezzo) e questa situazione è destinata a perpetuarsi per anni. Gli oligarchi sono ora chiamati, con il disprezzo che sempre il Presidente ha loro riservato, a contribuire per rimpolpare le finanze pubbliche, ma è evidente che si tratta di un contributo insufficiente. La realtà sta apparendo chiara a tutti: il circolo di potere attuale sta affossando il paese, con una guerra insensata che si avvia a perdere, e tante ricchezze accumulate negli ultimi decenni si dissolveranno come neve al sole.

Il sistema oligarchico-mafioso istituito già sotto Eltsin e perfezionato sotto l’attuale autocrate, ha garantito agli oligarchi ricchezza e benessere a patto che non si immischiassero nella politica: ora tutto questo sta iniziando a crollare, e i miliardari russi non possono più liberamente godere nel corrotto Occidente le loro ricchezze. Probabilmente si sarebbero già liberati dell’autocrate, ma non hanno i mezzi per farlo. Questo non significa però che non vedano la drammaticità della situazione. Il potere è circondato e protetto da una classe di burocrati e funzionari a cui è stato garantito un grande benessere, e che ancora gli è fedele: ma sino a quando?

E’ evidente che gli uomini della stretta cerchia del Presidente si stiano chiedendo sino a quando il sistema possa reggere: quando non reggerà più saranno travolti anch’essi? Si è parlato di una figura che potrebbe essere candidata a sostituire l’attuale Presidente: si tratterebbe del figlio di Nikolai Patrushev, Segretario del Consiglio di Sicurezza e braccio destro dell’autocrate, ovvero Dimitri Patrushev. Attualmente è ministro dell’Agricoltura, e apparirebbe come la figura più presentabile e manipolabile per una successione. Le voci di corridoio parlano di una sua solida relazione con la moglie di Dimitri Medvedev, la cui crisi coniugale avrebbe aggravato l’alcolismo dell’ex presidente e lo avrebbe quasi portato al suicidio, sventato grazie al ritrovamento di appunti per una lettera di addio. Negli ultimi tempi si è parlato anche di screzi tra il padre di Patrushev e lo stesso autocrate, a causa dell’esito infausto della guerra, e probabilmente l’intero progetto di successione è per il momento congelato.

Ora la visita di Xi Jinping a Mosca sembra essere una fragile stampella per il regime, ma il cinismo interessato dell’ospite è probabilmente volto a comprendere quanto possa profittare delle difficoltà di Mosca, che sta vedendo ridimensionarsi giorno dopo giorno la propria influenza in Asia Centrale. Il rapporto di forze tra le due potenze sta drammaticamente mutando a favore della Cina, il cui potere di ricatto è ora altissimo, ma che non potrà probabilmente aiutare militarmente la Russia temendo sanzioni dagli Stati Uniti. E’ probabile che si mantenga un parziale aiuto militare occulto, che non sarà in grado di capovolgere le sorti della guerra. Nel contempo la Cina si pone formalmente come protagonista della scena internazionale, proponendo un piano di pace che in realtà è generico e irrealistico.

Le previsioni degli esperti militari sono chiare: la Russia non ha ora più la possibilità tecnica e materiale di vincere la guerra. La sua economia sta lentamente affondando e il peggio deve ancora arrivare. Il mondo libero è deciso ad isolarla dal consesso e dall’economia internazionale. L’autocrate non è intenzionato a sottomettersi alla Cina, che continua a guardare dall’alto in basso con sostanziale disprezzo, ma il destino del paese è quello di essere nel tempo fagocitato economicamente dal fraterno vicino. La sola via di uscita sarebbe sostituire l’attuale dirigenza con una intenzionata a ripristinare rapporti pacifici con l’Occidente. Quando questo sarà possibile? Ogni giorno che passa sotto l’attuale dirigenza ha un costo enorme per la Russia, sia umano (di cui non si cura) sia economico. Il tempo dirà quanta rovina costerà al paese il governo attuale.

Chi è Giovanni Catelli

Giovanni Catelli, cremonese, è scrittore e poeta, esperto di cultura e geopolitica dell’Europa orientale. Suoi racconti sono apparsi in numerose testate e riviste, tra cui il Corriere della Sera, la Nouvelle Revue Française, Nazione Indiana, L’Indice dei Libri. Ha pubblicato In fondo alla notte, Partenze, Geografie, Lontananze, Treni, Diorama dell'Est, Camus deve morire, Il vizio del vuoto, Parigi e un padre (candidato al Premio Strega 2021). Geografie e Camus deve morire (con prefazione di Paul Auster) sono stati tradotti in varie lingue. Collabora con Panorama e dirige Café Golem, la pagina di cultura di East Journal. Da più di vent'anni segue gli eventi letterari, storici e politici dell'Europa orientale, e viaggia come corrispondente nei paesi dell'antico blocco sovietico.

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