Kosovo crimini

KOSOVO: Al via il processo per crimini di guerra contro i leader UÇK

Inizia ufficialmente il processo all’ex premier e presidente del Kosovo Hashim Thaçi e ad altri tre esponenti dell’UÇK, accusati di crimini commessi durante e dopo la guerra del Kosovo. Intanto l’accusa ha depositato nuovi interessanti documenti.

Inizia ufficialmente lunedì 3 aprile, dopo essere stato rimandato di circa un mese su richiesta della difesa, il processo ad Hashim Thaçi e ad altri tre ex componenti dell’Esercito di Liberazione del Kosovo (UÇK), la guerriglia kosovaro-albanese che ebbe un ruolo chiave durante il conflitto armato con la Serbia del 1998-99. I quattro imputati sono accusati di crimini di guerra e crimini contro l’umanità e nell’ultimo documento, depositato dall’accusa alla fine di febbraio, sono stati resi pubblici maggiori dettagli su presunte violenze e omicidi commessi dagli imputati. Nel documento sono presenti anche alcuni nomi delle vittime.

Il processo si terrà presso le Camere speciali del Kosovo che, pur essendo parte del sistema giudiziario di Pristina, utilizzano giudici internazionali e hanno sede all’Aja. Gli accusati sono Hashim Thaçi, primo ministro del Kosovo dal 2008 al 2014 e presidente della Repubblica dal 2016 al 2020, Kadri Veseli, ex presidente del parlamento e leader del Partito Democratico del Kosovo (PDK), e gli esponenti politici Jakup Krasniqi e Rexhep Selimi. Secondo l’accusa i quattro, membri di spicco dell’UÇK durante la guerra, hanno compiuto crimini di guerra e contro l’umanità almeno tra il marzo 1998 e il settembre 1999 e si sono responsabili di quasi 100 omicidi. Le richieste di scarcerazione fatte negli anni dagli avvocati sono state respinte dai giudici per pericolo di fuga o di alterazione delle prove, e tutti gli imputati sono rimasti in carcere fin dal momento del loro arresto, avvenuto nel novembre del 2020.

Un altro ex esponente della guerriglia è Salih Mustafa, il cui processo si è già concluso con una condanna in primo grado a 26 anni di carcere per aver ucciso una persona e averne torturate altre sei all’interno in una struttura di detenzione di cui Mustafa era comandante durante il conflitto. Attualmente in corso è invece il processo, iniziato il 21 febbraio, a Pjetër Shala, altro esponente UÇK accusato di crimini commessi a Kukes, in Albania, dove la guerriglia aveva un campo base.

Le accuse

Il procuratore speciale ritiene che i quattro uomini facenti parte di una “impresa criminale congiunta” abbiano commesso crimini con lo scopo di imporre il loro controllo sul Kosovo e allontanare chi fosse stato ritenuto un oppositore. Trattandosi di figure di spicco della forza di guerriglia, essi erano a conoscenza dei crimini che venivano commessi e non hanno agito per prevenirli o punire gli autori, ma anzi hanno partecipato direttamente ai crimini stessi.

Nel documento è specificata la definizione di oppositore come colui che è accusato di collaborare con i serbi, non sostenere l’UÇK o associato alla Lega Democratica del Kosovo (LDK), il partito del leader pacifista Ibrahim Rugova. Fanno parte di questa definizione persone di diverse etnie, albanese, rom o serba.

Tra i tanti omicidi di cui sono accusati i quattro politici kosovari c’è anche quello di 12 persone di etnia serba che nel 2005 furono ritrovati all’interno di una fossa comune. Le vittime secondo l’accusa sarebbero detenuti che nell’estate del 1998 furono prima trasferiti nel carcere di Malisevo e li picchiati, torturati e in seguito uccisi da alcuni membri dell’UÇK.

Il processo 

Il Tribunale dove sarà svolto il processo è stato istituto nel 2015 e non si trova in Kosovo per il timore che possano ripetersi casi già accaduti in passato di intimidazioni e minacce ai testimoni. La sua lontananza ed il fatto che prende di mira solo la parte albanese del conflitto, lo rende poco gradito e impopolare tra la popolazione kosovaro-albanese, come dimostrato dalla manifestazione in difesa degli accusati svoltasi a Pristina domenica 2 marzo, dal titolo “Una marcia per la giustizia”.

L’apertura del processo, tre anni dopo l’arresto dell’ex presidente Thaçi e degli altri membri dell’organizzazione paramilitare, coincide con la deposizione dell’accusa di nuovi documenti con importanti dettagli riguardo i crimini commessi. Fatti, nomi e cifre che possono rivelarsi importanti nello svolgimento del processo, che si preannuncia molto lungo e complesso.

Per il Kosovo questo è certamente un periodo estremamente importante, dato che il processo si apre in concomitanza con il difficile negoziato in corso con la Serbia per la normalizzazione dei rapporti tra i due paesi.

Foto: Wikimedia Commons

Chi è Andrea Mercurio

Ho 26 anni, sono laureato in Scienze Politiche, amo scrivere in ogni modo e in ogni forma. Sono appassionato di Storia e Attualità, da qualche anno mi sono interessato in particolare ai Balcani.

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