Odessa

UCRAINA: La guerra, le sanzioni e Odessa

L’avanzata russa incontra più difficoltà del previsto, ma non si ferma. Prossimo obiettivo Odessa, ma la Russia sente l’effetto delle sanzioni

La guerra della Russia all’Ucraina non procede secondo i desideri del Cremlino: nonostante lo sprezzo per le vittime civili e un atteggiamento crudele e spregiudicato, che potrebbe già aver dato luogo a crimini di guerra, l’esercito russo sta incontrando difficoltà inaspettate. Dopo aver perduto innumerevoli elicotteri ed aerei, oltre a un numero incalcolabile di carri armati e mezzi pesanti, e un alto numero di uomini, sta sfogando la propria rabbia con bombardamenti aerei sulle città di Kharkov, Chernihiv, Mariupol, Sumi, oltre che sulle periferie di Kiev, in particolare Irpen.

La trappola dei corridoi umanitari

Si è giunti alla terza tornata di colloqui tra le due parti nella foresta bielorussa, ma la sola concessione da parte russa, ovvero l’offerta di corridoi umanitari per gli abitanti delle zone sotto assedio, in particolare Mariupol, è una ignobile trappola: si vorrebbe far evacuare i civili bombardati in territorio russo, facendo per di più la figura dei salvatori, per poter spianare le città assassinando senza più patemi tutti i resistenti. Ci si augura che l’Ucraina non cada in questo tranello.

Verso Odessa

Mariupol resiste senza acqua né cibo né riscaldamento da giorni, e i bombardamenti sono incessanti: è la parte meridionale del paese, come previsto, l’obiettivo più immediato dell’aggressione, per poter occupare tutta la costa del Mar d’Azov, la zona del Canale di Crimea, Kherson, unica città sinora conquistata, e avanzare poi verso Odessa, vero obiettivo della sanguinaria avanzata. La città di Nikolaev sta resistendo, e per ora sbarra la strada verso Odessa: i russi vorrebbero sbarcare dalle navi in attesa di fronte alla città, ma sinora non hanno trovato il modo per farsi strada senza gravi perdite.

La resistenza degli ucraini è ammirevole, e ovunque i progressi dell’aggressore sono molto rallentati. Ci si augura che a Odessa non operi una quinta colonna che possa indebolire la difesa della città. Gli ostacoli d’acciaio anticarro disseminati sulla Deribasosvskaia fanno sobbalzare chi li guardi, cancellano l’atmosfera della città e richiamano incubi degni della guerra patriottica: solo che ora l’aggressore è fratricida, il pugnale viene calato alla schiena.

Bombardare i civili

Kharkiv piange il proprio centro storico bombardato senza ritegno, i palazzi staliniani anneriti dagli incendi e dalle esplosioni mostrano il cielo alle finestre: un cielo da cui i caccia di Mosca lanciano bombe da grande altezza, per sfuggire ai lanciarazzi dei difensori, accettando il rischio di incenerire i civili. Mariupol assediata è l’ultimo ostacolo prima che le truppe convergenti possano chiudere la morsa sul mar d’Azov, e la sua resistenza rallenta la possibile avanzata verso nord, e le città di Zaporizhia, già colpita, e Dnipro, la ex Dnepropetrovsk, ancora indenne. Il governo ucraino ha notato una recente concentrazione di forze nemiche nei pressi di Kiev, in vista di un possibile tentativo di assalire direttamente la città.

Fingere la pace

A quanto afferma il presidente francese Macron, dopo colloqui telefonici con l’aggressore, vi è una totale determinazione a perseguire l’obiettivo di conquista militare, dunque non ci si può aspettare nulla di buono, e i colloqui di pace sono l’ennesimo inganno per poter trarre ulteriori vantaggi. Hitler, mentre bombardava la Polonia, non si fermava a discutere coi polacchi. Le bombe continuano a cadere sui cittadini ucraini inermi mentre le controfigure del regime aggressore cercano di strappare nefasti corridoi che accelerino la distruzione.

Le sanzioni funzionano

Nel frattempo le sanzioni di Europa e Stati uniti stanno minando gravemente l’economia russa, il debito sovrano ha ormai raggiunto il rating Ca, che precede il default, e il dollaro ha raggiunto quasi i 150 rubli, dai 70 di inizio anno: il valore della moneta si sta sbriciolando, e la quotazione dei maggiori asset del paese alla Borsa di Londra segue la stessa strada. Le carte di credito Visa e Mastercard non funzionano più, la maggior parte delle banche è esclusa dal sistema Swift, ogni transazione è rallentata se non impossibile, tra poco davvero il potere russo riuscirà nell’intento di tornare all’unione Sovietica, distruggendo le conquiste economiche di molti anni, con i diritti di libertà del cittadino azzerati: mentre l’unico oppositore Navalny langue in carcere, scrivere pubblicamente le parole “guerra in Ucraina” fa rischiare sino a quindici anni di carcere.

Una no-fly zone?

Le norme liberticide hanno fatto chiudere precipitosamente gli uffici dei media stranieri in Russia, per paura di pene detentive. Il Segretario di Stato americano Blinken sta cercando di far giungere all’Ucraina aerei Mig-29 di proprietà polacca. Anche la richiesta di una no-fly zone sull’Ucraina è stata respinta per paura di un allargamento del conflitto. Ci si pone una domanda: si attende che l’aggressore inizi a martellare con l’artiglieria i cittadini inermi della capitale Kiev prima di prendere in considerazione un tale passo?

Chi è Giovanni Catelli

Giovanni Catelli, cremonese, è scrittore e poeta, esperto di cultura e geopolitica dell’Europa orientale. Suoi racconti sono apparsi in numerose testate e riviste, tra cui il Corriere della Sera, la Nouvelle Revue Française, Nazione Indiana, L’Indice dei Libri. Ha pubblicato In fondo alla notte, Partenze, Geografie, Lontananze, Treni, Diorama dell'Est, Camus deve morire, Il vizio del vuoto, Parigi e un padre (candidato al Premio Strega 2021). Geografie e Camus deve morire (con prefazione di Paul Auster) sono stati tradotti in varie lingue. Collabora con Panorama e dirige Café Golem, la pagina di cultura di East Journal. Da più di vent'anni segue gli eventi letterari, storici e politici dell'Europa orientale, e viaggia come corrispondente nei paesi dell'antico blocco sovietico.

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