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UNGHERIA: Orbán verso la sfida elettorale senza faccia a faccia televisivi

Il dibattito elettorale in Ungheria è anche sul mancato confronto diretto tra il premier uscente Orbán e lo sfidante Márki-Zay

Il dibattito sul dibattito è uno dei temi della campagna elettorale per le elezioni che il 3 aprile daranno all’Ungheria un nuovo primo ministro. Per il momento non sono in programma faccia a faccia tra il premier uscente Viktor Orbán e lo sfidante Péter Márki-Zay. Il primo ministro in carica secondo l’opposizione non ha nulla da dire. Non vale la pena parlare con un fantoccio e un bugiardo, è in sostanza la replica poco galante di Fidesz, il partito di Orbán.

Botta e risposta tra l’opposizione e Fidesz

Márki-Zay ha lanciato il guanto della sfida una decina di giorni fa: “Discutiamo di come immaginiamo il futuro dell’economia”, ha proposto il leader dell’opposizione, “dell’assistenza sanitaria o dell’immigrazione, per scoprire chi ha fatto cosa e cosa pensiamo della nostra casa, l’Ungheria”. Fidesz ha declinato l’invito con una risposta, tutt’altro che diplomatica, affidata al portavoce István Hollik. Per Hollik il vero leader dell’opposizione è Ferenc Gyurcsány, primo ministro tra il 2004 e il 2009, e non c’è quindi ragione che Orbán discutere del futuro del paese con Márki-Zay.

Le parole grosse volate sui giornali

Il dibattito sul dibattito è continuato poi sulle colonne dei giornali. Per Miklós Hargitai di Népszava, testata di area socialdemocratica, il primo ministro rifiuta il dibattito pubblico perché non ha una visione in materia di istruzione, assistenza sanitaria o sostenibilità ambientale, e accettando una sfida dialettica dalle quale rischia di uscire farebbe il gioco del rivale. Il tutto mentre la coalizione di Márki-Zay ritiene sottostimati gli spazi dell’informazione pubblica dedicati all’opposizione.

Sull’altro fronte Károly Bán del giornale di destra Magyar Hírlap è stato ancora più pesante. Il premier in carica, secondo l’editorialista filogovernativo, pur riconoscendo l’importanza della partecipazione a dibattiti televisivi, ritiene giustificata la scelta di Orbán perché Márki-Zay “è un burattino dell’ex primo ministro Gyurcsány che ha mentito in pubblico”, e lo stesso Márki-Zay “ha mosso diverse false accuse contro il governo”.

Un fotomontaggio per il faccia a faccia

Orbán, che guida il paese dal 2010, non è nuovo all’assenza di confronti diretti con chi vuole contendergli lo scranno più alto del governo. Non è affatto improbabile che anche questa volta si arriverà alle urne senza che lui e lo sfidante di turno si confrontino faccia a faccia sul futuro dell’Ungheria, e che per le immagini di Orbán di fronte a Márki-Zay bisognerà continuare a ricorrere a un fotomontaggio.

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Immagine: un fotomontaggio di Orbán e Márki-Zay con la cartina dell’Ungheria sullo sfondo

Chi è Andrea Rapino

Nato nel 1973 a Lanciano, in Abruzzo, dove vive e lavora come giornalista professionista, si è laureato in Storia a Bologna con una tesi sulla letteratura serba medievale, e ha frequentato la scuola di giornalismo dell'Università di Roma - Tor Vergata. Si occupa di cronaca, sport e cultura per diverse testate locali. Ha iniziato a scrivere per East Journal dal dicembre 2021.

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