Petr Král

Un’enciclopedia della quotidianità. In memoria di Petr Král

Un anno fa, il 17 giugno 2020, i giornali cechi riportavano la morte del settantottenne Petr Král (1942-2020). Poeta, prosatore e saggista, è uno degli autori cechi più importanti tra quelli emersi nel secolo scorso, nonché una figura importantissima nel dialogo tra la cultura ceca e quella francese. Difatti, oltre alla sua attività di scrittore, è stato anche traduttore tra le due lingue. In italiano è possibile leggere la raccolta Nozioni di base (Základní pojmy), tradotta da Laura Angeloni e pubblicata dalla casa editrice Miraggi Edizioni nel 2017 all’interno della collana Tamizdat.

 

 

Nozioni di base

Petr Král

traduzione di Laura Angeloni

Miraggi Edizioni, 2017

Euro 18,00

 

 

Per una breve biografia di Petr Král

Petr Král nasce a Praga nel 1941 come Petr Chrzanovský, cognome che cambierà inseguito a delle vicende di carattere famigliare. Dopo aver completato gli studi all’accademia FAMU, inizia a collaborare con il giornale “Orbis” (testata attiva dal 1921 al 1995), dove cura per lo più la sezione dedicata al campo della cinematografia. Dopo il ‘68 e la fine della Primavera di Praga sancita dall’invasione delle truppe sovietiche, Král decide di lasciare il paese emigrando a Parigi. Questa decisione venne presa anche da molti altri intellettuali cecoslovacchi. Oltre al caso più famoso di Milan Kundera, emigrato in Francia successivamente nel 1975, si possono infatti citare i nomi di Antonin Liehm o Věra Linhartová. Nella capitale francese Král svolge gli impieghi più disparati, da quello di interprete e traduttore a collaboratore con la casa editrice francese Gallimard. Il periodo dell’emigrazione, che vede anche un breve soggiorno in Québec nel 1984, termina con la decisione di tornare a Praga, presa nel 2006.

L’opera di Král tra Praga e Parigi

Il debutto di Petr Král all’interno del contesto intellettuale cecoslovacco avviene nel 1958, quando inizia a pubblicare versi su rivista. A partire dal 1959 diviene un membro attivo del Gruppo UDS, il movimento surrealista legato alla figura di Vratislav Effenberger, di cui faceva parte anche la già citata Linhartová. Negli anni Sessanta si dedica per lo più alla scrittura di pièce teatrali e poesie, sebbene la maggior parte di queste rimanga in forma per lo più manoscritta. Inoltre, i suoi interventi saggistici compaiono su diverse riviste importanti dell’epoca come “Kultura” o “Literární noviny”. Durante il soggiorno parigino la pubblicazione delle sue opere si fa molto più frequente. A partire dalla fine degli anni Settanta, inoltre, Král inizia a scrivere anche in lingua francese. Negli anni dell’esilio continua anche la sua attività di studioso e critico, pubblica infatti contributi legati al cinema e alla letteratura su testate francesi come Le Monde o L’Express. Realizza anche studi specifici dedicati, ad esempio, al cinema in Karel Teige o al ruolo della fotografia nel Surrealismo ceco. Král è anche traduttore dal ceco, traduce infatti diversi poeti come il Premio Nobel Jaroslav Seifert. Questa sua attività di mediatore si mostra anche nella sua stretta collaborazione con le enciclopedie francesi, per le quali realizza voci relative alla letteratura ceca.

Nozioni di base: un’enciclopedia della quotidianità

La produzione poetica di Král è inizialmente influenzata dalla sua esperienza all’interno del contesto surrealista ceco e si basa sul rapporto tra la dimensione razionale e quella irrazionale. Da questa riflessione nasce un tipo di poesia dove l’esperienza della vita quotidiana è permeata da riflessioni di carattere, invece, soggettivo. In Král anche il grigio della quotidianità viene spogliato del suo valore pessimistico. La realtà appare affascinante nel suo grigiore e viene permeata da una componente magica. Questa attenzione per il quotidiano si riflette e sviluppa anche all’interno della sua prosa, come in Nozioni di base. Si tratta di una raccolta di brevi prose che presentano una struttura tutt’altro che classica. Procedendo per immagini e associazioni, Král costruisce quella che Milan Kundera ha definito una “insolita e bella enciclopedia esistenziale della quotidianità”. Una sorta di monito, quello di Král, ad osservare con occhi meno distratti la realtà che quotidianamente sfugge all’osservatore comune.

“Il sabato, dopo aver dormito a lungo, scivoliamo indietro nel tempo con la morbida indeterminatezza che solo la mattina meno impegnata della settimana consente; ci uniamo ai vivi un po’ di sbieco allorchè, appoggiati al bancone del bar, ordiniamo un caffè che berremo osservando incuranti la strada e il suo vago viavai dietro il vetro.”

Da Il caffè

Fonte immagine: Wikipedia

Chi è Martina Mecco

Dottoranda presso La Sapienza di Roma e l'Univerzita Karlova di Praga. Specializzata in lingua a letteratura ceca, i suoi interessi sfociano anche in altri ambiti letterari e culturali oltrecortina. Oltre alla sua collaborazione con East Journal è anche fondatrice e direttrice della rivista studentesca "Andergraund Rivista" e collabora col progetto "Estranei".

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