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UCRAINA: No al vaccino russo Sputnik V, è pura propaganda

Questo articolo è frutto di una collaborazione con OBCT

Da Kiev – Il conflitto armato che continua imperterrito da ormai sette anni per il controllo dei territori orientali dell’Ucraina e l’annessione da parte di Mosca della penisola di Crimea, non favoriscono certo un dialogo politico fra Ucraina e Russia. Nemmeno (o forse si potrebbe dire soprattutto) in tempi di pandemia: l’idea di somministrare un vaccino anti-covid prodotto dall’acerrimo nemico non alletta il governo di Kiev, disposto a posticipare la vaccinazione della popolazione pur di evitare una collaborazione con Mosca.

Sputnik V: propaganda sotto forma di vaccino?

Il vaccino Sputnik V, sviluppato dal Centro nazionale di ricerca epidemiologica e microbiologica N.F. Gamaleja, è il primo vaccino registrato al mondo per combattere l’epidemia di SARS-CoV-2. Nella produzione del vaccino è stato applicato un approccio unico che prevede l’uso di due diversi tipi di vettori basati sull’adenovirus umano, che consente di potenziare la risposta immunitaria e formare un’immunità a lungo termine. L’efficacia del vaccino russo Sputnik V, secondo quanto riportato dai media russi, è superiore al 90% e il farmaco è già stato acquistato per essere utilizzato in diversi paesi (per lo più “amici” del Cremlino), tra cui Ungheria, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Armenia, Algeria, India e Venezuela.

Ma l’Ucraina nutre dubbi a riguardo: il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ha recentemente affermato che Kiev non intende acquistare il vaccino russo nemmeno se la sua efficacia venisse confermata. Secondo il ministro, infatti, la Russia non sarebbe interessata alla salute dei cittadini ucraini e il paese di Vladimir Putin intende piuttosto usare la battaglia contro il virus per la propria propaganda.

Il 30 dicembre 2020 il partito filorusso “Piattaforma di opposizione – per la vita”, guidato da Viktor Medvedčuk, ha avviato una raccolta firme in collaborazione con la società di Charkiv Biolek – uno dei leader dell’industria farmaceutica ucraina – al fine di registrare ufficialmente il vaccino russo nel paese. Ma il ministro della Salute ucraino Maksym Stepanov ha subito chiarito che Biolek non ha fornito alcun dossier valido e, in una recente intervista a Strana.ua, ha dichiarato che il vaccino contro il coronavirus elaborato dai russi non raggiungerà mai né il territorio ucraino, né i consumatori locali. Con queste parole, Stepanov ha esortato media e popolazione a non manipolare l’argomento della vaccinazione.

Vaccinazioni segrete e contrabbando

L’ex deputato parlamentare e rappresentante del partito radicale Igor Mosiyčuk ha fatto trapelare informazioni sulla vaccinazione segreta di alcuni alti funzionari a Kiev: “La prima iniezione sarebbe stata data al premier ucraino (Denys Šmyhal’), poi a un certo numero di deputati e ministri. Non è un crimine vaccinare con un farmaco non registrato, ma la sua importazione in Ucraina rientra nell’articolo del codice penale”, ha spiegato. Il ministro Stepanov, dal canto suo, ha ribadito che “se un vaccino è apparso nel nostro paese, potrebbe essere arrivato qui solo attraverso il contrabbando. Ufficialmente, nessun farmaco di nessun produttore è arrivato in Ucraina o è stato registrato”. Il ministro ha sottolineato che il governo sta prendendo seriamente le segnalazioni di queste vaccinazioni segrete e che il suo dipartimento e il ministero degli Interni sono stati incaricati di controllare tutte le cliniche di Kiev. In particolare, nel mirino c’è la clinica privata Mediland, che avrebbe già vaccinato alti funzionari e uomini d’affari per cifre che oscillano tra i 1000 e i 3000 euro a dose (somma da pagare in contanti tramite un intermediario che rappresenta un medico israeliano). Origine e componenti del vaccino non sono, tuttavia, resi noti.

Mychailo Radutskyi, deputato del partito del presidente, il Servo del popolo, e a capo del Comitato per la salute della Verchovna Rada (il parlamento ucraino) ha ricordato, però, che attualmente non un singolo vaccino contro il Covid-19 è stato sottoposto a un ciclo di test completo e che le vaccinazioni in corso in Europa, negli Stati Uniti e in altri paesi sono iniziate per uso di emergenza. Tuttavia, la legislazione ucraina non prevede un tale regime e quindi, per la registrazione dei vaccini nel paese, sono necessarie modifiche legislative. Perciò, il 19 gennaio scorso è stato sottoposto al parlamento il disegno di legge n. 4613 relativo alla legge “sui medicinali” che propone di dare al governo il diritto di registrare i vaccini da utilizzare secondo alcune condizioni: previo successo di studi preclinici e sperimentazioni condotte con il permesso delle autorità sanitarie competenti di USA, Gran Bretagna, Svizzera, Giappone, Australia, Canada, Cina, Israele, India, Messico, Brasile o Unione Europea, e tenendo conto del fatto che, ad oggi, non esiste un’alternativa adeguata, approvata e disponibile.

Sulla questione vaccini, Ruslan Bortnik, direttore dell’Istituto di politica ucraino, parla di tre fattori che hanno inevitabilmente reso centrale questo tema nel rapporto tra la popolazione e le autorità: non è chiaro cosa stia succedendo con l’acquisto di farmaci stranieri, con l’eventuale registrazione del vaccino russo e, inoltre, gira voce che l’élite venga vaccinata mentre i cittadini (più a rischio) aspettano. Tutti questi elementi aggravano la fiducia dei cittadini nei confronti del governo, che non gode attualmente di ottima salute.

No ai russi, sì ai cinesi

A metà dicembre, il presidente Volodymyr Zelensky ha annunciato di aver assegnato a Maksym Stepanov il compito di ricevere un vaccino entro febbraio. Secondo Stepanov, nell’ambito del meccanismo internazionale COVAX, sono già stati firmati documenti tecnici per la fornitura di otto milioni di dosi del vaccino. Successivamente, il ministro ha firmato un contratto per la fornitura di altri 1,9 milioni di dosi del farmaco contro il coronavirus da parte della società cinese Sinovac Biotech in arrivo nel più breve tempo possibile. “Ci aspettiamo di ricevere la prima spedizione di vaccino Sinovac a febbraio. Subito dopo, abbiamo in programma di iniziare la vaccinazione. Naturalmente, questo vaccino sarà registrato prima di essere importato in Ucraina”, ha sottolineato Stepanov.

Il ministro della Salute ha chiarito che Sinovac è stata l’unica società che ha accettato di garantire la consegna del vaccino entro il terzo trimestre del 2021. Tuttavia, il governo continua a negoziare anche con altri produttori. Il ministro ha spiegato che la vaccinazione avverrà in più fasi, con priorità a medici, pensionati e militari.

Foto: © fotolia.com/venimo

Chi è Claudia Bettiol

Nata lo stesso giorno di Gorbačëv nell'anno della catastrofe di Chernobyl, sono una slavista di formazione. Grande appassionata di architettura sovietica, dopo un anno di studio alla pari ad Astrakhan, un Erasmus a Tartu e un volontariato a Sumy, ho lasciato definitivamente l'Italia per l'Ucraina, dove attualmente abito e lavoro. Collaboro con East Journal e Osservatorio Balcani e Caucaso, occupandomi principalmente di Ucraina e dell'area russofona.

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