di Enzo Navarra
Da Atene – Una serata di 12 anni fa a Exarchia, quartiere giovanile e punto di riferimento dei movimenti anarchici di Atene, l’agente speciale Epaminondas Korkoneas assassinò con un colpo di pistola lo studente 15enne Alexandros Grigoropoulos, alzando il sipario su un periodo particolare per la storia contemporanea greca. Se il maggio francese del 1968 è stato il preludio della crisi degli anni Settanta, il dicembre greco del 2008 lo è stato per la recessione che portò la Grecia al regime di austerity. Infatti, si trattò di un periodo in cui l’intero paese assisté a scontri fisici e dialettici per le strade in un clima tutt’altro che natalizio.
Breve cronistoria degli eventi
Sabato 6 dicembre 2008, giorno di San Nicola. Il giovane Alexandros si è recato a Exarchia per andare a trovare il suo amico Nikos Romanos e festeggiare il suo onomastico. Mentre i due sono seduti all’incrocio tra le vie Mesologgiou e Tzavella, un loro amico propone loro di lanciare delle pietre contro qualche auto pattuglia che sarebbe passata in zona. Nello stesso momento una volante si sta dirigendo in viale Alexandras 72 per multare una Nissan grigia in divieto di sosta. I ragazzi, tra cui Alexandros, scorgono l’automobile e la bersagliano di pietre. “La clessidra della vita si è girata nel momento in cui la pietra cadeva sulla pattuglia“, come rammenterà Romanos nel suo lungo racconto pubblicato su Indymedia il 30 novembre 2015 dal titolo Requiem per un viaggio senza ritorno.
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Il 37enne Epaminondas Korkoneas, coadiuvato dal collega 31enne Vasilis Saraliotis, parcheggia la volante pochi minuti dopo in via Charilaou Trikoupi 37. I due poliziotti tornano a piedi sul posto del lancio delle pietre, cominciando a insultare pesantemente i ragazzi ed entrando in colluttazione con loro. Così Korkoneas, oramai sull’orlo del nervosismo, tira fuori la pistola e spara al petto Alexandros, che muore sul colpo tra le mani di Nikos Romanos.
La reazione e gli errori delle istituzioni
Già dalle primissime ore molti giovani scendono nelle strade della città di Atene, messa poi a ferro e fuoco per diverse notti. Una settimana prima di Natale viene incendiato l’albero di Natale nella centralissima piazza Syntagma, davanti al parlamento greco. Secondo il quotidiano Kathimerini si tratta “probabilmente della rivolta peggiore che la Grecia abbia mai visto dal ritorno alla democrazia nel 1974″. Episodi simili si verificano nelle maggiori città greche, come Salonicco e Patrasso, ma anche a Parigi, Berlino, Roma e New York, capitali che contano una cospicua comunità di residenti greci.
L’inserto Magazin del quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung spiega in maniera precisa, nel suo approfondimento del 2018, che “Alexandros Grigoropoulos è diventato un simbolo“. L’avvocato della famiglia Grigoropoulos Zoì Konstantopoulou sostiene: “Alexandros è una vittima della violenza di stato e di una polizia in cui ci sono infiltrazioni dall’estrema destra, ma soprattutto di due assassini che erano in servizio”.
Il giorno stesso, l’allora ministro dell’Interno Prokopis Pavlopoulos e il viceministro con delega all’Ordine Pubblico Panagiotis Chinofotis annunciano le proprie dimissioni. Ιl premier Kostas Karamanlis le respinge ai mittenti, indicendo un Consiglio dei ministri. Intanto, a meno di 24 ore dalla morte del ragazzo, il ministro dell’Istruzione Evripidis Stylianidis è andato a seguire una partita di calcio allo stadio Olimpico, con le foto della sua presenza sugli spalti che hanno sollevato numerose polemiche.
I disordini del mese di dicembre hanno evidenziato la grande incapacità di gestire la situazione da parte dell’allora esecutivo di Nuova Democrazia, inerme davanti alle manifestazioni quotidiane. Il primo ministro Karamanlis tiene oltre dieci discorsi alla nazione in poche settimane e, secondo Ethnos, un ministro avrebbe anche proposto la legge marziale per ristabilire l’ordine.
Che fine hanno fatto i protagonisti delle vicende?
L’11 ottobre del 2010 Korkoneas viene condannato in primo grado all’ergastolo per omicidio con dolo diretto, mentre Saraliotis a 13 anni di reclusione. Dopo un anno il secondo agente è in libertà viglilata. Nel luglio del 2019, a Korkoneas viene condannato in appello a 13 anni di reclusione per poi essere scarcerato, mentre Saraliotis viene assolto.
L’avvocato della famiglia Grigoropoulos, Zoì Konstantopoulou, nel 2015 è intanto divenuta la più giovane presidente del parlamento greco. Nello stesso periodo viene nominato presidente della Repubblica proprio il ministro degli Interni del 2008, Prokopis Pavlopoulos.
Nikos Romanos, figura nota nell’ambiente anarchico, nel 2013 viene arrestato dopo un tentativo di rapina ed è in libertà dal luglio del 2019. Nell’autunno del 2014 è stato protagonista di uno sciopero della fame lungo 31 giorni in carcere per chiedere il permesso, poi ottenuto, di seguire le lezioni universitarie.
Il rapper Killah P, ucciso per mano di Alba Dorata nel settembre del 2013, ha citato Alexandros in una sua canzone. Nel luogo dell’assassinio, all’angolo tra via Mesologgiou e via Tzavella a Exarchia, è presente una targa commemorativa. Per non dimenticare, anche dopo 12 anni.
Ιmmagine: thecaller.gr