Kasselakis e Tsipras: passaggi di consegne per SYRIZA.

GRECIA: A sei mesi dalle elezioni, la nuova SYRIZA di Kasselakis punta al centro

A sei mesi dalla sconfitta nelle elezioni, la nuova SYRIZA di Kasselakis si rinnova puntando al centro; a sinistra, però, perde rappresentanza parlamentare e parte della sua identità. In crescita invece il PASOK.

A circa sei mesi di distanza dalla cocente sconfitta nelle elezioni legislative del maggio e giugno scorsi, il quadro politico della sinistra parlamentare ellenica appare notevolmente cambiato. Se, da un lato, il Partito Socialista Ellenico (PASOK) ne è uscito rinvigorito dopo diversi anni in cui sembrava avere perso la propria identità, dall’altro il deludente 17,8% raccolto da SYRIZA ha imposto un radicale cambio di paradigma nel partito: nella leadership, nel posizionamento in seno all’opposizione e nella direzione da seguire. Un cambiamento che ha generato scontri e scissioni all’interno dello stesso partito, in ultimo quella di martedì 5 dicembre, che ha visto 11 parlamentari abbandonare i ranghi di SYRIZA per costituire un nuovo gruppo autonomo. Ma andiamo con ordine.

Le dimissioni di Tsipras e il nuovo leader: Stefanos Kasselakis

La chiamata alle urne nella tarda primavera scorsa ha segnato l’inizio di un’estate di lauti raccolti per Nea Dimokratia del premier uscente Kyriakos Mitsotakis; l’arrivo dell’inverno più freddo, invece, per SYRIZA, guidata da Alexis Tsipras. Quasi 23 i punti percentuali di scarto fra i due partiti, dati testa a testa alla vigilia delle elezioni. La tradizionale analisi della sconfitta ha avuto un risultato immediato: le dimissioni di Tsipras, rassegnate il 29 giugno scorso. Nel comunicato di saluto, affidato ad X, Tsipras ha rivendicato il viaggio intrapreso da SYRIZA, “pericoloso, pieno di insidie, ma entusiasmante”, che ha reso “un piccolo partito di sinistra (…) la spina dorsale della fazione progressista in Grecia”. Tsipras, nondimeno, ha messo in luce la necessità di una “riorganizzazione senza indugio (…) un processo di ristabilimento e profondo rinnovamento” diretto alla nascita di una nuova SYRIZA. Un progetto di rinascita, dunque, dal quale l’ex-premier ha fatto un passo indietro.

Dopo un’estate trascorsa da creatura acefala, lo scorso settembre si sono tenute le primarie di SYRIZA volte all’elezione di un nuovo leader politico. Contrariamente ad ogni pronostico, ha trionfato con il 56,69% delle preferenze il greco-americano Stefanos Kasselakis, che ha battuto Effie Achtsioglou, avvocatessa di Salonicco già ex-ministro del Lavoro del governo Tsipras II, data per favorita. Figura totalmente sconosciuta al panorama politico ellenico, Kasselakis ha annunciato la sua candidatura il 29 agosto scorso tramite un video di quattro minuti pubblicato sui social network dove raccontava la sua storia di vita. Nato nell’88 nei sobborghi di Atene, Kasselakis si è trasferito a 14 anni negli USA, dove ha frequentato la Pennsylvania University; il neoleader di SYRIZA racconta di aver supportato come volontario la campagna di Biden per le primarie 2008 e di essere stato assunto nel 2009 da Goldman Sachs, dove ha potuto “vedere il capitalismo dall’interno”, esperienza che lo ha portato ad abbandonare la finanza. Ha successivamente trascorso diversi anni nel campo dell’imprenditoria navale. È arrivato in Grecia da Miami solamente un mese prima della data della sua candidatura, accompagnato dal suo partner Tyler McBeth. L’attenta campagna di comunicazione digitale – di cui il video di candidatura che riprende lo stile utilizzato da Bernie Sanders è solamente l’elemento iniziale – si è basata sulla costruzione dell’immagine dell’uomo nuovo, estraneo ai circoli della politica greca, fattosi da solo, determinato a vincere. Un’immagine che mette accuratamente l’accento più sulla personalità di Kasselakis che sul suo programma politico, sapientemente resa elemento di tendenza sui social – in particolare TikTok – e capace di fare presa sull’elettorato di SYRIZA, evidentemente voglioso di un cambiamento radicale.

Nuovi leader, nuove idee

Sebbene la sua ascesa sia spiegabile più attraverso la forza della propria immagine che dalla concretezza delle sue idee politiche, nondimeno Kasselakis ha saputo proporre un piano d’azione decisamente nuovo per un partito come SYRIZA. Ridurre le tasse, riformare drasticamente il sistema giudiziario, separare Stato e Chiesa, legalizzare i matrimoni fra persone dello stesso sesso, imporre una maggiore trasparenza finanziaria nell’operato del governo e nei finanziamenti al Parlamento: una serie di riforme volte a modernizzare il sistema statale e a garantire i diritti civili che appare molto vicina ad una tradizione di stampo liberale o tuttalpiù social-democratico. Le velleità di liberalizzazione di SYRIZA erano peraltro state espresse da Kasselakis già nello scorso luglio, quando scriveva come volesse costruire una grande coalizione democratica ad immagine del Partito Democratico americano. I grandi assenti dal programma del neoleader sono i diritti sociali, i lavoratori, le fasce più povere, il contrasto alle destre: la nuova SYRIZA appare certamente più pronta a riprendersi il terreno di centro consegnato a Nea Dimokratia nel corso delle ultime elezioni e a dare battaglia al premier Mitsotakis, ma sembra aver perso qualcosa a sinistra.

Scissioni a sinistra

Le elezioni amministrative dello scorso ottobre, dominate da Nea Dimokratia, hanno visto comunque la conquista da parte del centro-sinistra dei due più grandi centri urbani del Paese. Se ad Atene ha vinto il candidato del PASOK e a Patrasso quello del Partito Comunista (KKE), a Salonicco e in Tessaglia hanno prevalso degli indipendenti supportati sia dal PASOK che da SYRIZA. Quest’ultima ha nel complesso peggiorato le già deludenti performances del 2019. Nessun “effetto Kasselakis”, dunque, per un partito che al contrario vede sempre più acutizzarsi lo scontro fra la sua componente più legata alla sinistra radicale e il nuovo corso indetto dal neoleader. A metà novembre 11 parlamentari della fazione raccolta intorno all’ex-ministro delle finanze Euclid Tsakalotos hanno lasciato SYRIZA dopo che Kasselakis aveva ripetutamente chiesto l’espulsione di tre componenti. Gli undici parlamentari, che accusano Kasselakis di “trumpismo” e “populismo di destra”, hanno poi formato un nuovo partito, Nea Aristera (Nuova Sinistra), annunciato lunedì 4 dicembre. La componente legata a Effie Achtsioglou, denominata “6+6”, pare invece orientata a rimanere nei ranghi di SYRIZA, almeno per il momento.

L’incerto futuro di SYRIZA

Con la recente perdita di undici parlamentari, SYRIZA pare destinata a rimettere in gioco il suo ruolo di leader del centro-sinistra ellenico: il PASOK, che conta solamente cinque parlamentari in meno (31 contro i 36 di SYRIZA – su un Parlamento che conta 300 membri), viene dato dai recenti sondaggi per le future elezioni europee in testa al partito guidato da Kasselakis. Se il Partito Socialista sembra dunque aver ritrovato lo smalto perduto nel corso dello scorso decennio, SYRIZA invece si conferma essere sempre più lontana da quel piccolo partito della resistenza all’austerity, della sinistra radicale, del contrasto all’ascesa dei fascismi che otto anni fa sembrava rappresentare la speranza della sinistra europea. Gli elettori hanno scelto una nuova guida: solo i prossimi mesi diranno se tale scelta sarà premiata e se SYRIZA sarà capace di affermarsi come una piattaforma di raccolta delle forze progressiste capace di rappresentare una valida alternativa alla destra al governo.

Immagine in evidenza: profilo X di Stefanos Kasselakis.

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