REP. CECA: Le elezioni regionali sorridono al premier Babiš

Venerdì 2 e sabato 3 ottobre, in Repubblica Ceca si è votato per eleggere i componenti delle assemblee regionali in tutti i kraj del paese, a eccezione di quello di Praga. I cittadini cechi sono stati chiamati anche a scegliere un terzo dei componenti del Senato, istituzione rinnovata ogni due anni per un terzo dei suoi componenti e che detiene prerogative molto limitate rispetto alla Camera.

Vincitori senza alleati

Il primo ministro Andrej Babiš è sicuramente il vincitore di questa tornata, con il suo partito ANO2011 finito in testa in ben 10 delle 13 regioni del paese. Il suo alleato di governo ha subito invece una storica sconfitta, l’ennesima, verrebbe da dire. I socialdemocratici (CSSD) hanno infatti perso la rappresentanza regionale in diverse assemblee locali, restando sotto la soglia del 5% dei voti e mettendo in seria difficoltà il partito dello stesso primo ministro, che ora si ritrova senza alleati per poter dar vita a coalizioni di governo.

In molte regioni, un “gruppone” di partiti anti-Babiš potrebbe portare la formazione del premier all’opposizione. Possibilità comunque remota, data la potenziale entrata in gioco di fattori locali e accordi spesso lontanissimi dalle logiche che regolano la politica praghese.

A destra, i conservatori del partito democratico civico (ODS) e i liberali del partito sindaci e indipendenti (STAN) hanno ottenuto un buon risultato, mentre meno bene hanno fatto i liberal-conservatori di TOP09, i cristiano-democratici  di KDH e l’estrema destra di SPD.

Il partito pirata, che annovera tra le sue fila anche il sindaco di Praga, ha sicuramente migliorato il risultato delle stesse elezioni del 2016, quando la formazione esisteva a malapena, ma non è riuscito a insidiare il primato di ANO2011. Un esito da cui ripartire ma che non soddisfa i pirati in vista delle elezioni parlamentari del prossimo anno.

Per quanto riguarda la scelta dei senatori, è importante ricordare che il sistema di voto per il Senato ceco prevede la divisone per distretti (o collegi elettorali) nei quali i due candidati più votati al primo turno avanzano al ballottaggio, secondo turno in programma per il 9 e 10 ottobre. Il Senato è e resterà, anche dopo questa tornata, in mano all’opposizione, senza compromettere i destini del governo di Babiš.

Difficile dare una lettura chiara visto le eterogenee coalizioni a sostegno dei candidati locali, ma il secondo turno nei 26 distretti ancora in ballo, sui 27 al voto, vedrà la spartizione dei seggi tra i due partiti di centro-destra ODS e STAN, e in misura probabilmente minore anche con ANO2011.

Voto al tempo della pandemia

L’affluenza ai seggi non è stata particolarmente condizionata dall’emergenza pandemica, attestandosi su un dignitoso 37%. Una percentuale normale per un paese come la Repubblica Ceca, dove la poca fiducia verso il voto è una questione strutturale che dura ormai da decenni. Alle regionali di 4 anni fa aveva votato, per esempio, meno del 35% degli aventi diritto.

A caratterizzare questa tornata elettorale sono state piuttosto le modalità di voto. Il paese è in piena emergenza pandemica, Praga è zona rossa come molti altri distretti del paese e il rischio di assembrare gli elettori ai seggi ha fatto propendere per l’organizzazione di “seggi volanti” e postazioni di drive-in, dove si è potuto votare direttamente rimanendo seduti in automobile.

La Repubblica Ceca da qualche settimana è ritornata nell’incubo dell’emergenza. A giugno, sul celebre ponte Carlo, i praghesi avevano messo in scena una tavolata imbandita con oltre 1500 persone per festeggiare la fine della pandemia. Dopo appena tre mesi, il nuovo ministro della Salute, Roman Prymula, ha imposto rigide misure restrittive per tentare di rimettere sotto controllo la situazione.

Foto: Jan Mudra

Chi è Leonardo Benedetti

Nato, cresciuto e laureatosi a Roma, si è innamorato della Mitteleuropa dopo un soggiorno studio a Praga. Attualmente vive in Polonia dopo aver transitato tra Romania e Repubblica Ceca, dedicando a quest'ultima gran parte dei suoi sforzi accademici ma soprattutto epatici.

Leggi anche

Il divorzio di velluto tra cechi e slovacchi, 30 anni dopo

Tra corsi e ricorsi storici, condanne e assoluzioni, i perché e i percome del divorzio (di velluto) annunciato tra cechi e slovacchi 30 anni dopo.

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com