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UCRAINA: Qualcosa deve cambiare. Riapre la questione dei caschi blu nel Donbas

DA KIEV – “Qualcosa deve cambiare”: queste le recenti parole del primo presidente dell’Ucraina indipendente, Leonid Kravčuk, a capo della delegazione ucraina del Gruppo di contatto trilaterale per il Donbas. Da sei anni, il conflitto nei territori a est del paese continua e l’Ucraina si dice pronta a riaprire la questione dei caschi blu nel Donbas.

Le parole di Leonid Kravčuk

“Alcune clausole degli accordi di Minsk dovrebbero essere modificate al fine di continuare il processo di risoluzione pacifico del conflitto nel Donbas”: Leonid Kravčuk risponde così alle domande sulla questione del conflitto nei territori orientali dell’Ucraina in una recente intervista a Radio Liberty. Riprendendo le dichiarazioni della cancelliera tedesca Angela Merkel dello scorso dicembre all’incontro del Formato Normandia, l’ex presidente sottolinea che “gli accordi di Minsk si possono modificare, se necessario”; e oggi questo è un bisogno tangibile.

Secondo le sue testuali parole, in primo luogo, lo status attuale della Russia nel Gruppo di contatto trilaterale – formato da Ucraina, Federazione russa e OSCE – deve essere cambiato. Al momento, la Federazione russa è un osservatore, e non un diretto partecipante al conflitto. Di conseguenza, come sottolinea Kravčuk, il paese di Vladimir Putin viene sollevato da una certa “responsabilità” per quanto sta accadendo nei territori a est dell’Ucraina.

In secondo luogo, il capo della delegazione ucraina ritiene che Kiev dovrebbe innanzitutto ottenere il controllo del confine tra le regioni del Donbass e la Russia, e solo successivamente indire elezioni democratiche nei territori delle repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk. Il governo ucraino insiste affinché tutto ciò avvenga in seguito al disarmo, al ritiro delle truppe e all’accompimento della missione di valutazione dell’OSCE sullo stato di sicurezza dei territori attualmente occupati.

Infine, l’ex presidente non si oppone alla concessione di uno status speciale per il Donbas: “Stiamo parlando di regioni non controllate [da Kiev] e il Donbas è una realtà complessa”, ha affermato, aggiungendo di essere favorevole all’amnistia per tutti, “tranne per quelli che hanno le mani insanguinate“.

I caschi blu in Ucraina?

Nonostante le negoziazioni si protraggano dal 2014, la questione Donbas è ancora aperta: il conflitto armato nei territori orientali dell’Ucraina, che ha già provocato oltre 13mila vittime, continua da sei anni; nemmeno la pandemia di coronavirus ha portato a una tregua

Il governo di Kiev propone, perciò, di rivalutare l’intervento dei caschi blu delle Nazioni Unite nella zona di conflitto: Oleksiy Reznikov, vice primo ministro ucraino e ministro per la Reintegrazione dei territori temporaneamente occupati, ritiene che l’attuale missione OSCE non sempre fa fronte al volume dei compiti assegnati, e quindi l’intervento delle forze di pace è ancora una questione rilevante per il paese.

Reznikov invita i leader dei quattro paesi del Formato Normandia (Germania, Russia, Ucraina, Francia) a tornare sulla questione dell’intervento dei caschi blu nel Donbas. “C’è già stata una discussione sul format della missione e sui luoghi in cui verrebbero inviate le forze di pace: in tutto il Donbas, sulla linea di demarcazione, al confine con la Russia”, ha osservato il ministro. Tuttavia, le repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk si sono pronunciate categoricamente contro il dispiegamento di eventuali forze di pace sul loro territorio.

 

Immagine: wikicommons

Chi è Claudia Bettiol

Nata lo stesso giorno di Gorbačëv nell'anno della catastrofe di Chernobyl, sono una slavista di formazione. Grande appassionata di architettura sovietica, dopo un anno di studio alla pari ad Astrakhan, un Erasmus a Tartu e un volontariato a Sumy, ho lasciato definitivamente l'Italia per l'Ucraina, dove attualmente abito e lavoro. Collaboro con East Journal e Osservatorio Balcani e Caucaso, occupandomi principalmente di Ucraina e dell'area russofona.

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