È notte in Albania, quando una forte scossa di terremoto di 6.5 gradi sulla scala Richter si fa sentire prolungatamente tra gli edifici e le strade di molte città del paese. L’epicentro della prima scossa è stato a Thumane, tra Shijak e Durazzo, a circa 10-13 chilometri di profondità e a 50 chilometri dalla capitale Tirana e molto vicino al principale approdo portuale di Durazzo.
Al momento, le autorità comunicano che sono morte 16 persone e centinaia di feriti, una cinquantina sono state estratte vive dalle macerie e si sta provvedendo a tenere conto delle persone disperse che potrebbero trovarsi sotto le macerie, oppure potrebbero avere problemi di comunicazione con i familiari. Le situazioni più critiche sarebbero quelle di Thumane e Durazzo, dove si sono verificati la maggior parte dei decessi.
Scosse sempre più intense
La prima scossa di terremoto è stata rilevata dai sismografi alle ore 3:54 di notte. È stata chiaramente percepita fino alle coste adriatiche italiane, ma anche nei paesi circostanti come Montenegro, Kosovo, Macedonia del Nord e Grecia. Dopo la prima, altre scosse di terremoto di minore entità hanno continuato a far tremare la terra, talvolta causando il crollo di quelle case e strutture che erano precariamente rimaste in piedi.
Il ventisettenne italo-albanese Donald Hoxha, che ormai da più di un anno è tornato nel suo paese di origine per lavorare a Tirana, raggiunto telefonicamente ci racconta “dopo la prima scossa abbiamo capito tutti che era diversa da quelle degli scorsi mesi, l’intensità e la lunghezza ci hanno subito fatto pensare al peggio” aggiungendo “sono sceso e me ne sono andato senza portare via niente dalla casa”. Nel pomeriggio è riuscito a rientrare nella capitale, dove i danni sono stati limitati se comparati a quelli di altre città più a nord nel paese. Ha poi concluso “questa notte non voglio rientrare in casa per la paura, quindi passerò la notte fuori citttà dai miei parenti”.
La reazione italiana e degli altri paesi
Mentre i primi soccorsi si sono già attivati in loco, altri paesi anno già annunciato l’invio di aiuti per contribuire alla gestione della crisi. La Protezione Civile italiana è già partita con una squadra che avrà il compito di garantire il necessario supporto alle autorità locali nelle attività di valutazione del danno e dell’agibilità sia su strutture pubbliche che su edifici privati, oltre alle attività di ricerca e soccorso. Le squadre provengono da diverse regioni italiane e hanno contribuito anche alcuni dipartimenti dei Vigili del fuoco e della Croce Rossa Italiana.
I capi di stato dei paesi circostanti, dalla Turchia alla Croazia, hanno espresso uno dopo l’altro la propria vicinanza all’Albania e la disponibilità ad offrire qualsiasi tipo di aiuto sia necessario. Il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli in un tweet ha affermato “Sono profondamente rattristato dalla notizia del terremoto devastante che ha colpito l’Albania. Tutta l’Europa è accanto al Paese e al suo popolo. I nostri pensieri vanno alle vittime e ai loro cari”.
Il premier albanese Edi Rama ha già ringraziato l’Italia e gli altri paesi per l’aiuto offerto. Le autorità non nascondono le criticità e le difficoltà riscontrate, mentre si contiua a scavare per tentare di ridurre al minimo le perdite umane.
Immagine: New York Times.