ROMANIA ELEZIONI/2: Corruzione, povertà e politici non candidabili. I problemi del Paese

Il giorno delle elezioni politiche in Romania si avvicina. Gli ultimi sondaggi danno l’Unione Social Liberale (USL), alleanza dell’attuale premier Victor Ponta, vincitrice con una maggioranza schiacciante stimata al quasi 60%. Il risultato sembra dunque prevedibile: se l’USL dovesse ottenere la maggioranza assoluta dei seggi, come prevedono gli analisti, il capo dello stato Basescu nominerebbe premier, con ogni probabilità, l’attuale leader della coalizione. Qualora l’USL ottenesse soltanto la maggioranza relativa, Basescu potrebbe nominare premier un candidato di un partito diverso da quello socialdemocratico.

Nella prima delle ipotesi, rimarrebbe l’incognita sulla futura coabitazione – conflittuale o pacifica – tra il capo dello stato Basescu, accusato in passato di ingerenza nei confronti del potere esecutivo, e il premier Ponta, ostile al presidente, che ha tentato di destituirlo tramite una procedura (fallita) di impeachment. La crisi istituzionale nata dal conflitto tra le due più alte cariche dello stato, che ha paralizzato la politica romena durante l’ultimo anno, potrebbe dunque perdurare, con conseguenze negative sulla stabilità del paese. In caso di vittoria dell’USL con maggioranza relativa, inoltre, restano da valutare le possibili alleanze con l’UDMR, il partito che rappresenta la minoranza ungherese in Romania, e con il PP DD, il partito populista di Diaconescu.

Povertà e corruzione

Mentre di alleanze politiche e della nomina del premier si parlerà ampiamente a partire dalla chiusura dei seggi, è importante rivolgere lo sguardo alla situazione che i politici si troveranno ad affrontare dopo il 9 dicembre, e che i cittadini romeni fronteggiano ogni giorno. La povertà aumenta in tutto il paese, già classificato come il secondo più povero dell’UE dopo la Bulgaria: è degli ultimi giorni la notizia di code per ricevere beni di prima necessità concessi a titolo gratuito dall’Unione Europea. Del resto bisogna considerare che, con i tagli risultato delle politiche di austerità, necessari per poter mantenere gli standard richiesti dall’Unione Europea, gli stipendi degli impiegati statali sono diminuiti del 25%, le pensioni del 15%, mentre i prezzi dei generi alimentari e l’IVA hanno continuano ad aumentare.

Un’altra piaga che affligge la Romania è la corruzione, che aumenta il grado di disaffezione dei cittadini nei confronti dei propri politici. Comprare i voti degli elettori regalando gadget è pratica comune e, a quanto pare, efficace. Tanto che quest’anno il governo è stato costretto a stabilire una soglia massima per il prezzo dei materiali promozionali, che non dovrà superare l’equivalente di 2.50 euro.

Le reazioni della società civile

La società romena, però, non reagisce passivamente alle trovate dei politici, che durante questa campagna elettorale si sono sbizzarriti in promesse la cui fattibilità rimane più che questionabile. L’“Alleanza per una Romania pulita”, che include diverse organizzazioni civiche, ha infatti stilato una lista contenente i nomi dei candidati al parlamento rei di essere stati delatori a servizio della Securitate (la temuta polizia segreta del regime di Ceauşescu), di aver ricevuto mazzette, di aver ricoperto il ruolo di quadri del Partito Comunista romeno e di essere dei trasformisti. La “lista nera” è il risultato di un monitoraggio della classe politica iniziato nel 2004, segnale che non tutti i romeni si sono arresi all’apparente immutabilità della situazione politica. Certo politici del calibro di Dan Diaconescu, che in campagna elettorale ha assicurato che diminuirà le tasse e aumenterà salari e pensioni (promesse irrealizzabili in un momento in cui il Fondo Monetario Internazionale chiede alla Romania disciplina fiscale e ulteriori riforme strutturali), o Gigi Becali, presidente della squadra di calcio Steaua Bucureşti, xenofobo, omofobo e conservatore (ma candidato nella stessa coalizione dei socialdemocratici), non sono sicuramente una buona premessa per chi spera in un cambiamento della classe politica romena. Saranno i risultati di domenica a mostrare a chi è stato affidato il futuro della Romania.

Chi è Chiara Milan

Assegnista di ricerca presso la Scuola Normale Superiore, dottorato in Scienze politiche e sociali presso l'Istituto Universitario Europeo di Fiesole (Firenze). Si occupa di ricerca sulla società civile e i movimenti sociali nell'Est Europa, e di rifugiati lunga la rotta balcanica.

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2 commenti

  1. Gli “analisti” si occupano di tutt’altro che la politica, Lei ha voluto forse dire gli opinionisti, gli editorialisti ecc.

    Gigi Becali ha tutti i peccati del mondo, però xenofobo non è dato il suo impegno nella squadra di calcio STEAUA: lui ha portato calciatori di ogni colore, razza e fede, compreso un allenatore…italiano

  2. Gentile David Ana,

    il fatto che nella squadra di Gigi Becali giochino anche stranieri non compensa (e tantomeno giustifica) le affermazioni xenofobe da lui espresse nei confronti delle persone di colore, dei rom e della minoranza ungherese. Inoltre la multietnicità della Steaua Bucuresti è dovuta a motivi calcistico-economici, non è frutto di una scelta politica.

    Quanto agli analisti, La ringrazio per la precisazione. Ovviamente intendevo gli analisti polici, non gli psicoanalisti.

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