AZERBAIGIAN: Proteste a Baku contro le morti nell'esercito

L’Azerbaigian continua ad essere inquieto nonostante i tentativi del governo di dare un’impressione di normalità e democratizzazione. Nella capitale Bakù la polizia ha fatto uso di proiettili di gomma e di idranti per sciogliere una dimostrazione di oppositori. La dimostrazione non era stata autorizzata e si è svolta domenica 10 marzo. Gli organizzatori erano giovani attivisti che protestavano per le troppe perdite di soldati dell’esercito azerbaigiano non dovute ad azioni belliche.

Alla dimostrazione non autorizzata hanno preso parte circa 500 persone riunite sulla Piazza delle Fontane. Prima di intervenire i poliziotti hanno esortato con altoparlanti gli attivisti a disperdersi. L’occasione della protesta è stata la morte dei soldati semplici Ceyxun Qubadov e Seymur Allahverdiyev, deceduti all’interno di installazioni militari rispettivamente il 7 gennaio e il 28 febbraio. Il ministero della difesa ha indicato come causa della morte di Qubadov “un attacco cardiaco”, tuttavia i parenti del soldato sostengono che egli sarebbe stato ucciso. Allahverdiyev, secondo la versione ufficiale, si sarebbe suicidato sparandosi un colpo di arma da fuoco, ma anche in questo caso la famiglia non crede alle autorità.

La dimostrazione in Piazza delle Fontane era stata organizzata dagli attivisti con l’aiuto delle reti sociali in internet. Fra gli organizzatori vi sono il movimento giovanile di opposizione “Nida” (Appello), tre membri del quale il 7 marzo erano stati fermati con l’accusa di incitamento alla violenza. Nel corso di perquisizioni nelle abitazioni di tali Baxtiyar Quliyev, Şahin Novruzova e Mamed Azizov sarebbero state sequestrate bottiglie Molotov, narcotici e ingenti somme di denaro. Le autorità hanno affermato che gli attivisti intendevano usare le bottiglie Molotov nel corso della dimostrazione.

Foto: Abbas Atily, RFE/RL

Chi è Giovanni Bensi

Nato a Piacenza nel 1938, giornalista, ha studiato lingua e letteratura russa all'Università "Ca' Foscari" di Venezia e all'Università "Lomonosov" di Mosca. Dal 1964 è redattore del quotidiano "L'Italia" e collaboratore di diverse pubblicazioni. Dal 1972 è redattore e poi commentatore capo della redazione in lingua russa della radio americana "Radio Free Europe/Radio Liberty" prima a Monaco di Baviera e poi a Praga. Dal 1991 è corrispondente per la Russia e la CSI del quotidiano "Avvenire" di Milano. Collabora con il quotidiano russo "Nezavisimaja gazeta”. Autore di: "Le religioni dell’Azerbaigian”, "Allah contro Gorbaciov”, "L’Afghanistan in lotta”, "La Cecenia e la polveriera del Caucaso”. E' un esperto di questioni religiose, soprattutto dell'Islam nei territori dell'ex URSS.

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