CALCIO: Il disimpegno dell’oligarca e la caduta del Dnipro

Dal paradiso all’inferno. Ci troviamo in Ucraina, più precisamente a Dnipro, città della regione di Dnipropetrovs’k. Una località di poco più di un milione di abitanti in cui risiede una società, per l’appunto il Dnipro, che è stata capace di guadagnarsi la ribalta internazionale dal 2013 al 2015, giungendo fino alla finale di Europa League. Adesso i Guerrieri della Luce, a causa di un problema debitorio rischiano di essere retrocessi in Druha Liha, il livello più basso del calcio professionistico ucraino, come richiesto dalla FIFA.

Una caduta inarrestabile la cui causa principale ha un nome ed un cognome: Ihor Kolomoyskyi, il presidente del club. Oligarca di origini ebraiche e cipriote, attualmente risulta proprietario di una holding che controlla compagnie di un grande numero di settori, compreso quello petrolifero. Il faccendiere ucraino gli anni post EuroMaidan ha intensificato il suo interesse per la politica. Divenuto governatore della regione di Dnipropetrovs’k nel 2014, si dimise un anno dopo, contrastato politicamente dal presidente Petro Porošenko.

Fiero sostenitore del nazionalismo ucraino, in questi anni ha finanziato direttamente sia le truppe regolari di Dnipropetrovs’k sia dei gruppi para-militari composti principalmente dai rivoluzionari. Un impegno politico e parapolitico che recentemente l’ha condotto alla leadership del Partito Ucraino dei Patrioti, nato nel 2015, e che in questi anni l’ha portato a investire sempre meno nel mondo del calcio.

A risentirne maggiormente, ovviamente, il suo Dnipro. Molti giocatori vantano ancora crediti inestinti nei confronti della società e Roman Zozulja ha dichiarato al sito sportivo Velikii Futbol che in caso di bisogno lui sarebbe rimasto al Dnipro, ma che lo stesso Kolomoyskyi lo invitò a cercarsi una nuova sistemazione.

La parabola ascendente del Dnipro cominciò con l’arrivo di Juande Ramos, esperto tecnico castigliano già sulle panchine di Siviglia, Tottenham e Real Madrid. Giunto sulle rive del fiume Dnepr nel 2010, in soli tre anni riuscì a portare i suoi ragazzi al secondo posto a soli sei punti dallo Shakhtar Donetsk campione. Un risultato grandioso se si pensa che il palmarès dei biancocelesti è vuoto dal 1991 in poi, anno di indipendenza dell’Ucraina. Il risultato portò quindi il Dnipro a giocarsi le sue carte in Europa League.

Partito Juande Ramos, Kolomoyskyi puntò tutto su Myron Markevyč, artefice dal 2005 al 2014 del miracolo Metalist e CT della nazionale nel 2010. Se in Prem’er-Liha il Dnipro rallentò, in Europa League i Guerrieri della Luce si guadagnarono il titolo di sorpresa dell’anno perdendo solo in finale contro l’inarrestabile Siviglia di Unai Emery. Da lì in poi la parabola è stata discendente, giungendo così alla stagione appena terminata, in cui il Dnipro si è classificato penultimo nella poule salvezza venendo di fatto retrocesso. Poi, infine, la richiesta di una seconda retrocessione da parte della FIFA.

Una rosa, quella del Dnipro, il cui valore si è drasticamente ridotto di 90 milioni dalla stagione dell’Europa League all’odierna, secondo Trasfermarkt. A partire subito, tra gli altri, furono il centrocampista Jevhen Konopljanka e il bomber Nikola Kalinić, rispettivamente diretti a Siviglia e alla Fiorentina. Furono solamente i primi di una lunga serie.

L’ultimo grande baluardo della società era Ruslan Rotan, capitano storico del Dnipro che vestiva la maglia dei Guerrieri della Luce dal 2008, vivendo quindi tutta la parabola ascendente e discendente della società. Il centrocampista ha infatti deciso pochi giorni fa di lasciare l’Ucraina e di accettare la proposta dei cechi dello Slavia Praga. Un addio pesantissimo per la compagine biancoceleste.

Foto: Facebook

Chi è Matteo Calautti

Studente genovese di Scienze Internazionali e Diplomatiche, nonché "minor" di pallacanestro. Appassionato di sport in ogni sua forma e colore. Esterofilo e curioso osservatore di politica e attualità. Tra le altre, collabora anche con Londra Italia, con la rivista di Ingegneria di Genova, con la trasmissione televisiva Dilettantissimo e con Io Gioco Pulito, l'inserto sportivo de Il Fatto Quotidiano. Infine, ha fondato anche Liguria a Spicchi ed Il Calcio Portoghese, portali web dedicati rispettivamente alla pallacanestro ligure ed al calcio in Portogallo.

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