La morte di Jovanka Broz, moglie di Tito, nei quotidiani balcanici

Un evento forse non di primaria importanza, ha trasversalmente unito i media delle repubbliche ex jugoslave: la recente scomparsa di Jovanka Budisavljevic – Broz (7 Dicembre 1924 – 20 Ottobre 2013), moglie del Maresciallo Tito. East Journal ne ha parlato ieri. Vediamo ora cosa dicono di lei alcune delle principali testate giornalistiche nelle loro edizioni online.

Il quotidiano sloveno Delo, ad esempio, in un articolo enfatizza la risonanza mondiale dell’evento, descrivendo come le varie agenzie di stampa hanno ricordato la vedova di Tito, dagli Stati Uniti alla Cina, e dall’India a Cuba. Nell’articolo sloveno vengono sinteticamente riportate le principali chiavi di lettura dei vari mass media. Ad esempio, nel britannico Guardian, si parla del ruolo di primadonna di Jovanka sulla scena politica internazionale, a fianco del marito. Invece, The Washington Times e Fox News, pongono l’accento sul fatto che in seguito alla moglie del marito, venne accusata di voler assumere il potere nello stato jugoslavo, e per questa ragione le vennero imposti gli arresti domiciliari. Un altro articolo di Delo, chiede espressamente ai lettori quale sia la loro opinione su Jovanka: vittima di oscure trame oppure colpevole di aver voluto tramare nell’ombra per sete di potere? Jovanka Broz costituì un ostacolo alla presa del potere in Jugoslavia da parte di Stane Dolanc e Nikola Ljubicic, come sosteneva lei, oppure le venne negato il passaporto per trenta lunghi anni per impedirle di appropriarsi di un conto segreto in Svizzera sul quale vi sarebbero depositati due miliardi di dollari? Chi fosse interessato ad esprimere la propria opinione e conosca la lingua slovena, può scrivere al seguente indirizzo: [email protected]

Il quotidiano sarajevese Oslobodjenje, in maniera relativamente sintetica e asettica, scrive che Jovanka verrà seppellita con il marito nella Casa dei fiori a Belgrado, dopo il consenso del governo serbo. Si ricorda in chiusura che nel 2009 il premier serbo Ivica Dacic le consegnò infine il passaporto e la carta d’identità. Altrettanto sintetico il quotidiano macedone Nova Makedonija.

Di ben altro spessore invece l’articolo del quotidiano montenegrino Pobjeda. L’autore inizia criticando un certo modo di fare giornalismo, violando la dignità e la privacy della persona, soffermandosi su indiscrezioni morbose e deplorevoli, quali ad esempio lo stato d’igiene personale di Jovanka quando venne ricoverata lo scorso agosto. Dopodiché si ricostruisce, per sommi capi, la vita di Jovanka, di come Tito la conobbe (sebbene siano anche queste delle ipotesi). Di certo, Aleksandar Rankovic fu testimone di nozze tra Jovanka Budisavljevic e Josip Broz. Si ricorda l’accusa rivolta a Jovanka, proveniente soprattutto da parte bosniaca (nella persona di Branko Mikulic), negli anni settanta, di voler tramare un colpo di stato a scapito del marito, con la connivenza del generale Djoko Jovanic. L’articolo termina narrando l’infelice sorte della vedova di Tito negli ultimi trenta anni, privata dei documenti, della pensione, rinchiusa in una villa di Dedinje senza riscaldamento. Tuttavia, come nell’articolo di Delo, non manca il riferimento all’eco nei media globali. Anche in questo caso con tono polemico o quantomeno dispiaciuto, l’autore scrive che all’estero la parabola di Jovanka è stata riassunta così: “dal glamour all’oblio”. Sostenendo che forse di lei rimangono delle note, delle memorie, e non esclude che la vita di Jovanka possa essere trasformata in un film hollywodiano

Cosa si scrive in Croazia? Jovanka, serba di Croazia, viene dipinta come “l’ex regina della Jugoslavia comunista” sul quotidiano Jutanji list. Non manca nell’articolo il link ad un documentario trasmesso dalla TV di stato della Serbia. I toni sono tragici: Jovanka è “la migliore personificazione di quell’infelice paese [la Jugoslavia] che è scomparso nel vortice di una guerra sanguinosa.”Anzi, l’ex coppia presidenziale Tito–Jovanka rappresentano “ideologicamente l’ideale combinazione matrimoniale per lo stato che [Tito] ha progettato: lui Croato e lei Serba”. In altri termini, è evidente la comparazione della triste parabola tra la vedova di Tito e la Jugoslavia, dai fasti e lo splendore alla ignominiosa fine. Sullo stesso quotidiano, appare un articolo dello scrittore Miljenko Jergovic, dove afferma che, in sostanza, non sappiamo nulla sul perché Jovanka venne così duramente isolata dai detentori del potere, e pure estromessa dalla vita pubblica. In effetti è difficile negare che, al di là di pettegolezzi e ricostruzioni improbabili, non vi siano fonti attendibili sulle ragioni che hanno imposto alla vedova di Tito una condizione di totale isolamento e privazione dei propri essenziali diritti civili sino quasi al termine della sua vita.

Il prestigioso quotidiano belgradese Politika, che ha dedicato la sua homepage a Jovanka. Il tono introduttivo è serio, asciutto, quasi riecheggia i toni adottati in occasione dell’annuncio della scomparsa del marito Tito. Dal linguaggio utilizzato, quale ad esempio “i medici hanno iniziato la lotta per la sua [di Jovanka] vita”, pare quasi un “coccodrillo” scritto ai tempi della SFRJ. Si parla peraltro dei numerosi telegrammi auguranti una pronta guarigione, ricevuti da Jovanka, da tutta l’ex Jugoslavia, durante la sua degenza. L’articolo, oltre ad offrire una sintetica scheda biografica su Jovanka, riprende le dichiarazioni del premier serbo Ivica Dacic (il quale sostiene che la vedova di Tito sia stata vittima di una “ingiustizia storica”). In chiusura si parla della risonanza dell’evento nella regione ex jugoslava e nel resto del mondo.

Il popolare quotidiano (belgradese) Blic annuncia che il funerale si terrà sabato 26 ottobre, alle ore 12:00, con gli onori militari. Si specula peraltro sui beni di Tito conservati nei forzieri della Banca Nazionale della Serbia. Nel frattempo, Blic approfitta dell’evento mediatico per proporre ai lettori un nuovo libro (edito, appunto, da Blic) che, a quanto pare, è letteralmente andato a ruba nelle edicole della Serbia, e già è pronta la seconda edizione. Secondo un’anticipazione del libro, Jovanka avrebbe detto, tra le altre cose, che le due persone del regime che maggiormente la osteggiarono, Stane Dolanc e Nikola Ljubicic, furono i principali responsabili della distruzione della Jugoslavia. Per inciso, il generale Nikola Ljubicic, nel 1987, supportò con fervore l’ascesa al potere di Slobodan Milosevic.

Chi è Christian Costamagna

Christian Costamagna, classe 1979, ha insegnato presso l'Università del Piemonte orientale nell'anno accademico 2014-2015 (corso di Storia contemporanea e dell’Europa Orientale) dove ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienze Storiche. Nella tesi di dottorato si è occupato dell’ascesa al potere di Slobodan Milosevic nella seconda metà degli anni ’80. Ha svolto ricerche d’archivio a Belgrado e Lubiana. I suoi articoli sono apparsi su East Journal, Geopolitical Review. Geopolitica – Rivista dell’Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie, Mente Politica, European Western Balkans, e sul “LSE blog about South Eastern Europe”. Costamagna è consulting analyst per Wikistrat.

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