Domenica 7 luglio, la popolazione greca si è recata alle urne per le elezioni anticipate indette dal primo ministro Tsipras in seguito alla sua sconfitta elettorale nelle europee di maggio. Secondo i primi exit poll, il partito conservatore di Kyriakos Mitsotakis, Nuova Democrazia, si sarebbe imposto con il 39% come primo partito greco. Termina così il governo di sinistra di Alexis Tsipras, il cui partito SYRIZA è arrivato secondo con il 31%.
Delusione popolare nei confronti di Tsipras
La possibile sconfitta di Tsipras aleggiava già nell’aria. Infatti, parte della popolazione greca si sente delusa nei confronti di Tsipras a causa del mancato rispetto delle promesse fatte nel 2015. Il leader di SYRYZA aveva infatti vinto le elezioni con l’impegno di porre fine alla politica di austerità europea. Tuttavia, ben presto Tsipras si era allineato ad essa, diventando, secondo Wolfgang Streeck, professore dell’Istituto Max Planck, “il discepolo preferito della Merkel nell’arte del tradimento”.
Sono stati oggetto di forti critiche anche gli Accordi di Prespa, grazie ai quali si è posta fine alla lunga diatriba greco-macedone con l’accordo sul mutamento del nome della Macedonia in Macedonia del Nord, sono stati oggetto di forti critiche. Secondo alcuni sondaggi, due terzi della popolazione greca si direbbe scontenta della soluzione trovata, in quanto, ai loro occhi, la Macedonia sarebbe soltanto la regione settentrionale greca.
Strategia per il rilancio economico
Tutta la campagna elettorale si è sviluppata principalmente su dibattiti di carattere economico. Se, da una parte, Tsipras avrebbe voluto attrarre maggiori capitali e investimenti dall’estero, dall’altra Mitsotakis vorrebbe far ripartire l’economia applicando una riduzione delle tasse e dei contributi di sicurezza sociale. Inoltre, il leader di Nuova Democrazia affiancherebbe una politica di controllo della crescita a un rafforzamento della sicurezza, soprattutto in relazione alla questione migratoria.
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