L’avvocatessa e ambientalista Zuzana Čaputová ha vinto il secondo turno delle elezioni presidenziali slovacche, tenutesi lo scorso 30 marzo. Con il 58% dei voti, ha sconfitto nettamente il suo avversario politico Maroš Šefčovič, commissario europeo per l’energia, che ha raggiunto solo il 42%.
Ambientalismo e lotta alla corruzione
Un volto nuovo nel panorama politico slovacco, Čaputová si è distinta per una battaglia legale con la quale ha fermato la creazione di una discarica nella sua città. Nel 2017 l’avvocatessa è stata tra i fondatori del partito non governativo “Slovacchia Progressista”, e ha fatto dell’ambientalismo uno dei punti cardine del suo programma politico.
Čaputová ha inoltre incentrato la sua campagna elettorale sulla alla lotta alla corruzione, molto diffusa in Slovacchia. Il 21 febbraio 2018, il giornalista Jan Kuciak fu ucciso mentre stava indagando su alcuni casi di corruzione nel mondo della politica. In seguito a proteste di massa in tutto il paese, l’allora premier Robert Fico fu costretto a dimettersi.
Contro il populismo
Nel suo discorso di ringraziamento a seguito dell’elezione, Čaputová ha dichiarato di essere soddisfatta del risultato. Riferendosi in particolare alle elezioni europee del prossimo maggio, Čaputová ha sottolineato come la sua vittoria dimostri che “è possibile non soccombere al populismo, raccontare la verità, far valere i propri interessi senza usare un vocabolario aggressivo”. La speranza della neoeletta presidente, la prima presidente donna della Slovacchia, è infatti che la sua vittoria possa essere una risposta contro l’ascesa di governi populisti in Europa.
Foto: axios.com
Viene da chiedersi che cosa significa essere contro il populismo? Visto che non è una ideologia a se stante. Dubito molto però che la signora in questione possa risolvere i problemi derivanti dalle questioni economiche. Tra cinque anni vedremo cosa farà… Penso molto poco.
A proposito, sarebbe sempre da mettere alcuni dati fondamentali, affluenza alle urne del primo e del secondo turno, oltre alle percentuali di chi vince e perde. Mi pare che a votare siano stati nel secondo turno solo il 40% contro il 48% al primo… Mi pare che la disaffezione alla politica l’abbia fatta da padrone, altro che svolta.
Salve Riccardo, questa è una notizia, e in quanto tale, breve. La rimandiamo all’articolo di approfondimento che uscirà in questi giorni.