di Lorenzo Di Stasi e Leonardo Scanavino
Domenica 3 marzo i cittadini estoni si sono recati alle urne per eleggere il nuovo parlamento. La partecipazione politica ha visto un calo dello 0,5% rispetto alle ultime elezioni del 2015 attestandosi al 63,7%. I risultati della consultazione si pongono in discontinuità con la legislatura uscente per la coalizione di governo: mentre i partiti minori di opposizione hanno visto calare i loro consensi, il Partito dei Riformisti ha consolidato la sua posizione. Si registra inoltre l’exploit del partito di estrema destra (EKRE), che ha triplicato sua presenza nel Riigikogu, la camera unica del sistema costituzionale estone costituita da 101 seggi.
I risultati
La coalizione di governo uscente, costituita dal Partito di Centro vicino alle istanze della minoranza russa, il partito Socialdemocratico (SDE) e Isamaa non saranno in grado di formare una nuova maggioranza. Il Partito Riformista è riuscito ad ottenere il 28,8% dei voti, corrispondente a 34 seggi. L’altra principale formazione politica dell’ex primo ministro Juri Ratas – il Partito Centrista – ha visto calare il suo consenso attestandosi al 23,1%, ottenendo così un totale di 26 seggi e perdendone complessivamente 1.
EKRE si è presentato come la vera rivelazione di questa tornata: dopo aver ottenuto il 17,8% dei voti, da più piccola forza di opposizione nella precedente legislatura, diventa il terzo partito nel Riigikogu, a scapito di altri partiti che hanno visto diminuire il proprio consenso. In formazioni decisamente ridimensionate, rimangono in parlamento anche il partito conservatore Isamaa, che ottiene l’11,4%, e il Partito Socialdemocratico (SDE) che perde un terzo dei consensi ottenendo complessivamente il 9,8%.
Si segnala inoltre che il nuovo partito riformista Estonia 200, nato nel 2018, non riesce ad entrare in parlamento avendo ottenenuto 4,5% dei consensi, poichè la soglia di sbarramento è fissata dal sistema elettorale al 5%. Esce infine dal parlamento il partito liberale “Estonian Free Party” che nel 2015 aveva ottenuto 8 seggi.
In questa tornata elettorale ha svolto un ruolo di primo piano il voto elettronico: questa modalità è stata scelta dal 40% del totale dei votanti, e si conferma come un nuovo record che si era già consolidato con le elezioni locali del 2017. Il voto on-line, ha avuto un forte impatto sul risultato ottenuto dal Partito Riformista che ha guadagnato il 40% dei voti dal solo voto elettronico. Altro record è il numero di donne che ha ottenuto un seggio in parlamento: 29, pari a quasi un terzo del totale dei rappresentanti.
I possibili scenari: una donna come Premier?
Il numero esiguo di partiti entrati in Parlamento fa aumentare gli scenari di coalizione possibili per sostenere un nuovo governo. Il Partito Riformista che esprime la maggioranza relativa ha il diritto di cercare di formare una maggioranza in parlamento, qualora ci riuscisse potrebbe proporre il nome di Kaja Kallas, la prima Premier della storia repubblicana estone.
Un primo scenario vedrebbe l’alleanza fra i partiti che hanno preso più voti: Il Partito Riformista e il Partito di Centro. Allo stesso tempo, non si può dimenticare che questi due partiti erano i più grandi rivali nelle elezioni, e potrebbe essere difficile per il premier uscente Jüri Ratas servire come ministro in un governo guidato da Kaja Kallas.
C’è anche la possibilità del ritorno al vecchio triumvirato di governo che vedrebbe in coalizione Riformisti, Socialdemocratici e il partito di centro-destra di Isamaa. Kaja Kallas considera questa coalizione come molto probabile, ma come dimostrato dall’apparizione di Jürgen Ligi su Vikerraadio nella notte di domenica, ci sono molti membri dei Riformisti che non hanno ancora superato lo smacco subito da Isamaa e Socialdemocratici col voto che fece cadere il governo nel 2016.
Infine ci sarebbe l’unica opzione che permetterebbe a Jüri Ratas di rimanere primo ministro. Questo è anche lo scenario più realistico per l’adesione di EKRE al governo che si completerebbe col sostegno di Isamaa. Il suo presidente Helir-Valdor Seeder, però, no ha fatto ancora dichiarazioni a riguardo.
La fiducia nel nuovo governo che si formerà dopo le consultazioni fra i partiti verrà messa alla prova fra soli 3 mesi quando l’Estonia sarà chiamata a eleggere i suoi 7 rappresentati al Parlamento Europeo.
Foto: en.rfi.fr