BULGARIA: Come un incidente stradale ha portato alla crisi di governo

Lo scorso 25 agosto, la Bulgaria è stata scossa da un drammatico incidente stradale verificatosi nella cittadina di Svoge, nella parte occidentale del paese, che ha causato la morte di 17 persone. Il tragico evento ha messo in luce uno dei più tristi primati bulgari, ovvero quello di essere uno dei paesi UE con il più alto tasso di incidenti stradali mortali, pari a 96 morti per milione di abitanti nel 2017. L’impatto sociale è stato talmente forte da innescare importanti conseguenze politiche per il governo di Boyko Borisov, tali da portare alle dimissioni di tre figure chiave del suo gabinetto e di sollevare un polverone in grado di minare la stabilità politica del governo stesso, basato su una precaria coalizione di partiti aventi visioni e orientamenti politici ben distinti.

L’incidente di Svoge

Il 25 agosto un autobus, con a bordo 33 passeggeri, stava percorrendo la strada che da Svoge collega a Sofia quando ha invaso la corsia opposta e si è scontrato con tre auto che la percorrevano, per poi terminare la sua corsa lungo la scarpata che costeggia la carreggiata. Il bilancio delle vittime è gravissimo: si tratta di 17 morti e 21 feriti quasi tutti provenienti dal piccolo paese limitrofo Svetovrachan. L’autista del mezzo, Grigor Grigorov, ha subito ferite minori ed è stato messo in stato di arresto mentre si trovava in cura all’ospedale Tsaritsa Joanna di Sofia. Le accuse a suo carico sono di omicidio, lesioni fisiche e superamento del limite di velocità consentito di 40 km orari, in quanto il bus viaggiava sotto la pioggia a una velocità di oltre 50 km orari.

Il rimpasto del governo

Il premier Borisov, come risposta al malcontento scatenato dall’opposizione del Partito Socialista Bulgaro e dall’opinione pubblica sempre più preoccupata per il problema delle infrastrutture stradali del Paese, ha chiesto e ottenuto il 31 agosto le dimissioni di tre importanti ministri. Essi sono il ministro dell’interno Valentin Radev, il ministro dei trasporti Ivailo Moskovski e il ministro dello sviluppo regionale Nikolay Nankov, tutti appartenenti al partito di Borisov. Il gesto del Premier può essere interpretato come la volontà politica del governo bulgaro di assumersi le colpe dell’incidente, mentre il 20 settembre il parlamento ha approvato le dimissioni e la nomina dei nuovi ministri. I nuovi ministri eletti sono Rosen Zhelayzkov ai trasporti; Petya Avramova allo sviluppo regionale e lavori pubblici, mentre il nuovo ministro degli Interni si chiama Mladen Marinov.

Instabilità politica, segnali tangibili o semplici preoccupazioni?

L’attuale coalizione di governo è composta dal partito “Cittadini per lo Sviluppo Europeo della Bulgaria” di Borisov e dall’alleanza di destra chiamata “Fronte Patriottico” guidata da Valeri Simeonov, in cui i principali partiti sono il “Movimento Nazionale Bulgaro”, il “Fronte Nazionale per la Salvezza della Bulgaria”e “Ataka”. Tuttavia essa è agitata dalle dure critiche mosse da Simeonov nei confronti della richiesta di dimissioni dei tre ministri da parte del Premier, arrivando a minacciare di lasciare la coalizione qualora Borisov non decidesse di iniziare ad operare in maniera più trasparente e soprattutto tenendo conto del parere dei suoi alleati.

Secondo l’agenzia di stampa Novinite, il 3 settembre il Fronte Patriottico ha tenuto un meeting dove è stato lanciato un ultimatum al Premier, ribadendo che l’alleanza di destra potrebbe non sopravvivere sino alla fine della legislatura. Non sono mancate anche le parole dure da parte dell’opposizione socialista durante la riapertura della sessione plenaria dell’assemblea nazionale tenutasi il 4 settembre, in cui la leader Kornelia Linova ha espressamente richiesto lo scioglimento della camera e la convocazione di nuove elezioni.

La coalizione di governo ha funzionato durante l’intera presidenza bulgara del Consiglio dell’UE, nonostante la visione euroatlantista di Borisov non combaci con l’euroscetticismo del Fronte. Tuttavia, il compromesso tra le due visioni dell’alleanza sembra essere incrinato dal recente rimpasto di governo e sarà interessante osservare come il premier Borisov sarà in grado di tenere in piedi un governo composto da forze per certi versi incompatibili, dotate di un forte temperamento politico e un’opinione pubblica sempre più preoccupata e determinata a non voler mai più piangere i propri cari a causa di tragedie per certi versi evitabili.

Chi è Fabio Pruner

Nato a Cagliari nel 1992. Studia Interdisciplinary Research and Studies on Eastern Europe. Ha vissuto a Craiova nel 2016 e attualmente vive a Zagabria. Appassionato di storia delle relazioni internazionali e geopolitica, in particolare dei Balcani e Cina.

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