Incertezza
Fonte: REUTERS/David W Cerny

REPUBBLICA CECA: L’incertezza politica attanaglia il paese

Da qualche settimana l’incertezza sembra essere la chiave di lettura della politica ceca. Andrej Babiš, da poche settimane primo ministro, non ha ricevuto la fiducia in Parlamento a sostegno del suo governo monocolore, e mercoledì 24 gennaio rassegnerà le dimissioni nelle mani del presidente della repubblica Zeman, a sua volta in bilico per le elezioni presidenziali.

Il futuro di Babiš

ANO, partito del premier Andrej Babiš, aveva vinto le elezioni a ottobre conseguendo una maggioranza relativa di 78 su 200 seggi parlamentari. La distanza creatasi con gli altri partiti, in termini politici e programmatici, non ha tuttavia permesso alla prima forza politica del paese di essere in grado di costituire un governo forte. Infatti, in mancanza di alleati, Babiš si è visto costretto a costituire un governo di minoranza la cui vita è stata decisamente breve.

L’incertezza politica potrebbe essere superata con l’aiuto del partito di estrema destra SPD, ovvero Libertà e democrazia diretta, del giapponese Tomio Okamura, che non ha escluso il supporto a un nuovo governo ANO che considerasse la promozione delle loro priorità elettorali. Tra queste ci sono la riforma del sistema pensionistico e un referendum per il ritiro della Repubblica Ceca dall’Unione Europea.

Se si parla di Babiš, l’incertezza non è solo politica, ma personale. A pochi giorni dalla mancata fiducia, il Parlamento ceco ha privato il primo ministro dimissionario della sua immunità, permettendo alla polizia di indagare sullo scandalo sussidi di Agrofert. Babiš, che era stato destituito da ministro delle finanze del precedente governo per la stessa ragione, ha risposto che le accuse contro di lui sono di natura politica. Vi ricorda qualcosa?

Babiš ha dimostrato di saper vincere e nonostante gli scandali, continua a godere di un forte supporto elettorale. Il presidente Zeman resta il suo unico sostenitore, mentre SPD si è resa indisponibile a sostenere un governo presieduto da un primo ministro indagato. Lo stesso Babiš ha dichiarato di volersi fare da parte, indicando Richard Brabec di ANO, suo possibile successore alla guida di un nuovo governo.

Il futuro di Zeman

L’incertezza riguarda anche la presidenza della repubblica. Lo scorso weekend, fa nove candidati si sono affrontati nel primo turno di elezioni presidenziali. Oltre a Zeman, a concorrere per la carica politica più alta c’erano l’indipendente Michal Horáček, l’ex amministratore delegato di Škoda Kulhánek e l’ex presidente dell’accademia delle scienze ceca Jiří Drahoš.

Zeman e Drahoš sono coloro che gli elettori hanno deciso di promuovere al secondo turno, che si svolgerà venerdì 26 e sabato 27 gennaio. I due sfidanti si affronteranno in un dibattito tv durante la stessa settimana, e Drahoš ha dichiarato di non essere impaurito dal confronto, perché per quanto Zeman sia un ottimo oratore, non affronta un dibattito da anni.

Zeman è stato votato al primo turno dal 39% degli elettori, mentre Drahoš dal 27%. Ciononostante, gli scommettitori danno Drahoš come candidato vincente, anche se ci si aspetta che il vincitore otterrà meno del 53% dei voti. Pur essendo in vantaggio in 9 regioni su 14, Zeman è indietro a Praga e nella Boemia centrale.

Il futuro ceco

IMG_0280Un uomo d’affari estremamente ricco entra in politica. Vince le elezioni con slogan populisti. Nonostante vanti un grande supporto popolare, rischia indagini e condanne giudiziarie per le aziende che possiede, innescando scontri tra poteri giudiziari che farebbero mettere le mani nei capelli anche a Montesquieu.

Non vi sbagliate, avete già sentito questa storia. Le democrazie occidentali sono entrate in un ciclo che ripete eternamente sé stesso, e le ideologie politiche sono state sostituite da una mancanza di idee adeguatamente accompagnata da parole vuote. I politici di oggi sono solo attori di una serie tv che stiamo seguendo e le loro battute sono talmente prevedibili da dare la nausea. Il problema è che c’è uno scollegamento tra loro, che si prendono sul serio, e noi, che li scambiamo per protagonisti di un’altra serie Netflix. Qual è il futuro ceco? Mi dispiace, per la risposta dovete aspettare la prossima puntata.

Nella foto potete ammirare un burattino rappresentante il politico cecoslovacco, con la testa rivoltata per camuffarsi e un occhio solo per la sua scarsa lungimiranza. In esposizione al Castello dei Burattini di Parma.   

Chi è Gian Marco Moisé

Dottorando alla scuola di Law and Government della Dublin City University, ha conseguito una magistrale in ricerca e studi interdisciplinari sull'Europa orientale e un master di secondo livello in diritti umani nei Balcani occidentali. Ha vissuto a Dublino, Budapest, Sarajevo e Pristina. Parla inglese e francese, e di se stesso in terza persona.

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