Martini, 72, all’interno della sua cantina.
Padre di due figli, si è recato in Germania nel 1989 per cercare di garantire un futuro migliore ai propri figli. Oltre alle precarie condizioni economiche, nella seconda metà del secolo i sassoni hanno sopportato molte vessazioni da parte del governo comunista romeno, che dopo la Seconda Guerra Mondiale li accusò di complicità col nazismo. Molti sassoni infatti, contagiati dal nazionalismo hitleriano, prima del conflitto si arruolarono volontariamente nelle waffen SS. Fedele alla propria terra, Martini è tuttavia tornato indietro dopo qualche anno, seguito dalla moglie. I suoi figli sono rimasti in Germania; essi, pur conservando l’orgoglio delle loro origini transilvane, stanno costruendosi una nuova vita in terra tedesca.
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Matteo Zola
29 Maggio 2017
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