CALCIO: Scontri a Lione prima della partita tra Olympique e Beşiktaş

Da tempo si temeva che in occasione del quarto di finale di Europa League tra Olimpique Lione e Beşiktaş l’ordine pubblico potesse essere particolarmente difficile da gestire: gli occhi degli spettatori internazionali erano puntati tanto verso quello che succedeva sul terreno di gioco quanto quello che avveniva all’esterno. Quanto successo nella serata di giovedì nella città francese ha confermato le preoccupazioni della vigilia. Era abbastanza scontato, infatti, che le due tifoserie – che si minacciavano in vari modi da giorni – si sarebbero cercate prima, durante e dopo la partita: quanto accaduto a Dortmund soltanto due giorni prima, aveva aggiunto una dose di agitazione.

Da questo intreccio è uscito fuori un pastrocchio sotto tutti i punti di vista: una città militarizzata è stata teatro di scontri fin dal primo pomeriggio e le intemperanze dei tifosi – continuate anche all’interno dell’impianto sportivo – hanno portato a 50 minuti minuti di ritardo del calcio d’inizio. Il ritardo si è reso necessario per sgomberare il terreno di gioco dai tifosi, che si erano spostati sul rettangolo verde per sfuggire alle cariche che stavano avvenendo sugli spalti. Eppure, le preoccupazioni per potenziali attacchi terroristici avevano fatto sì che venisse raddoppiato il numero degli agenti antisommossa schierati nei dintorni dello stadio. Tuttavia, gli oltre 500 scudi e manganelli delle forze dell’ordine poco hanno potuto fare per evitare che le tifoserie venissero a contatto.

Difesa del territorio e differenti ideologie politiche tra le due tifoserie hanno contribuito a creare una situazione particolarmente tesa e complicata da gestire. Già nelle ore precedenti alla partita, infatti, erano stati numerosi i cortei spontanei organizzati dai tifosi del Beşiktaş, giunti in Francia da tutta Europa: un affronto impossibile da tollerare per i gruppi organizzati locali.

Nella curva del Lione, infatti, sono presenti gruppi caratterizzati da una matrice politica fortemente nazionalista e islamofobica; già in passato avevano esibito striscioni contro i rifugiati. Messi di fronte a una squadra turca – peraltro espressione del Çarşi, tifoseria anarchica fortemente radicata nel quartiere Beşiktaş di Istanbul – era abbastanza scontato che non si sarebbero lasciati sfuggire l’occasione per comunicare sul palcoscenico internazionale le loro posizioni.

Le autorità locali, d’altro canto, avevano fatto molto poco per minimizzare i rischi di incidenti. Lo straordinario numero di poliziotti in assetto da battaglia era rivolto ad arginare il rischio di attentati e a evitare che i tifosi turchi utilizzassero la partita come piattaforma per manifestare la loro posizione politica nei confronti del presidente Erdoğan, a pochi giorni di distanza dal referendum che potrebbe cambiare l’intero ordinamento politico del paese.

Inoltre, un banale errore di comunicazione aveva fatto sì che i tifosi turchi presenti all’interno dello stadio fossero circa 20.000, un terzo della capienza dell’intero impianto; un numero di tifosi ospiti evidentemente troppo alto per poter essere gestito in modo efficace. All’interno dello stadio le tifoserie sono venute a contatto. Sebbene le ricostruzioni non siano del tutto convincenti, un fitto lancio di oggetti dal settore ospiti avrebbe causato le cariche dei tifosi locali e i successivi scontri sulle gradinate.

Il risultato finale di 2-1, dà al Lione maggiori chances di qualificazione alla semifinale ma lascia molto incerta la qualificazione; la rivincita a campi invertiti si giocherà’ tra una settimana e di certo i motivi per tenere gli occhi rivolti a Istanbul non mancheranno.

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Chi è Matteo Marchello

Nato a Lecce, vive a Londra. Scrive di calcio per Trappoladelfuorigioco.it ed East Journal.

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