Spenti i riflettori sul Summit Nato, la scena polacca si illumina di un altro evento internazionale, la Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) che si aprirà con una Messa solenne a Cracovia domani sera. Si attendono 2 milioni e mezzo di pellegrini provenienti da tutto il mondo per un’occasione che i polacchi sentono particolarmente vicina, non tanto perché figurano tra i cattolici più ferventi d’Europa, quanto perché la GMG è stata di fatto inventata da un loro connazionale, il papa polacco Giovanni Paolo II – ora santo – per dare spazio alle aspirazioni ed espressioni giovanili all’interno della casa cattolica.
Il papa, però, che oggi arriverà in Polonia è profondamente diverso dal suo predecessore e non è scontato che i polacchi lo amino alla stessa maniera, malgrado la forza della fede e dei numeri. Il 97% dei cittadini polacchi si dichiara cattolico però tra questi solo il 39% si reca in Chiesa la domenica e poco più del 16% riceve la Comunione. Cifre che lo stesso Istituto Statistico della Chiesa Cattolica in Polonia traduce in una perdita di 2 milioni di praticanti. Segno dei tempi che cambiano, certo, ma mica tanto. Al calo quantitativo non si accompagna un’apertura di impronta liberale da parte dell’Episcopato e dei cattolici duri e puri. Lo dimostrano le proteste che, ad aprile e di nuovo a giugno, hanno visto opporsi le donne in difesa del diritto d’aborto, regolato da leggi più che severe, e il fronte di Fundacja Pro che si batte per il divieto totale ed è riuscito a raccogliere le 450 mila firme necessarie a presentare la proposta di legge in Parlamento. Papa Francesco non sposa certo posizioni abortiste ma mentre lui, in occasione dell’anno giubilare, estendeva il potere d’assoluzione dello specifico peccato ai preti, questi ultimi in Polonia leggevano sermoni anti-aborto provocando l’abbandono delle panche da parte di diverse fedeli.
Il governo di Diritto e Giustizia (PiS) sostiene apertamente questa crociata cattolica e un suo parlamentare, Arkadiusz Czartoryski, ha indelicatamente affermato che non esiste differenza tra un figlio nato da un rapporto consensuale o tramite stupro: alla fine in entrambi i casi si cresce da bravi polacchi, ha affermato. Come se il punto non fosse il reato e le sue conseguenti problematiche psicologiche. Non è d’altronde un segreto il sodalizio tra Chiesa e la destra conservatrice e populista, alleate per respingere la secolarizzazione. Un’unione che non regge, però, sulla questione dei rifugiati con la prima che si appella al buon cuore e agli sforzi dei governi, e la seconda che, dimenticate improvvisamente le parabole, fa scudo e grida al pericolo per l’identità nazionale. Tuttavia, queste paure appaiono condivise dalla stragrande maggioranza dei cittadini nonostante i numeri sulla popolazione musulmana siano troppo bassi da giustificare – ma non è giustificabile agli occhi di chi scrive – un sentimento islamofobico.
E poi di nuovo le divisioni tra il pontefice e il mondo cattolico – per intero, non solo polacco – si riaprono per l’apertura sul divorzio e per la lotta ai preti pedofili. Questioni su cui in molte curie si grida allo scandalo, a un papa fuori controllo, che invece di consolidare gli insegnamenti della Chiesa vuole riformarli. E così, Francesco atterrerà questo giovedì in un paese diviso lungo faglie religiose e dentro di esse, tra chi il Vangelo lo segue sistematicamente e chi se ne ricorda all’occorrenza, ma che sulle statue di Wojtiła, disseminate in ogni angolo, il consenso lo trova sempre perché Karol è stato erede e discepolo di quella Chiesa che si è sempre posta come garante e custode della nazione, dall’epoca delle tre spartizioni fino all’era comunista.