MACEDONIA: L’opposizione accetta la revisione delle liste elettorali. La crisi politica sta finendo?

La crisi politica che ha colpito duramente il paese potrebbe essere giunta verso una fine. La notizia viene fornita da Subhi Jakupi, membro della Commissione Elettorale di Stato, che ha confermato ai media nazionali che la SDSM, il principale partito d’opposizione, ha accettato la revisione delle liste elettorali. Le liste elettorali saranno controllate incrociando i dati disponibili presso le seguenti istituzioni: il Fondo di assicurazione sanitaria, l’Agenzia del lavoro, il Ministero dell’agricoltura, l’Agenzia delle entrate, il Fondo pensionistico e degli invalidi, il Ministero del lavoro, la Banca nazionale macedone e l’Ufficio di stato civile. I nominativi che non saranno presenti in ogni banca dati verranno quindi revisionati singolarmente per evitare che le liste possano essere obsolete.

La crisi politica macedone sembrava risolversi la scorsa estate con la sottoscrizione, da parte dei principali partiti politici, dell’Accordo di Pržino, nel quale si stabiliva che nuove elezioni erano da tenersi il 24 aprile, cento giorni dopo le dimissioni del primo ministro Nikola Gruevski, che sono puntualmente arrivate il 15 gennaio scorso. Il nuovo esecutivo di unità nazionale, formato da membri della VMRO (conservatori, al governo) e della SDSM (socialisti, all’opposizione), ha il compito esclusivo di preparare al meglio le elezioni. Tuttavia, il leader della SDSM Zoran Zaev ha dichiarato più volte che non vi è il tempo necessario affinché le elezioni di aprile possano tenersi in piena regolarità, dal momento che devono essere revisionate le liste elettorali e deve essere fatta una legge sui mezzi d’informazione, ritenuti faziosi e poco liberi. Dopo le dimissioni di Gruevski e la nomina alla carica di primo ministro di Emil Dimitriev, segretario generale della VMRO, la Commissione elettorale doveva ricevere l’autorizzazione a procedere da tutti i partiti, che tuttavia non era arrivata dalla sola SDSM. La Commissione elettorale, secondo quanto riferito da Jakupi, può adesso iniziare a lavorare in vista delle elezioni di aprile. Elezioni che, in ogni caso, dovrebbero tenersi. La SDSM aveva infatti dichiarato che non era intenzionata a partecipare alle consultazioni elettorali, sostenendo che un rinvio fosse necessario per la piena regolarità, e che è pronta a tornare a manifestare nelle piazze. Per contro, la VMRO continua a ribadire che le elezioni di aprile debbano tenersi in virtù di quanto stipulato nell’Accordo di Pržino e sembra intenzionata a non scendere ad alcun compromesso con l’opposizione.

Lo scontro politico è, infatti, molto alto. Nikola Gruevski, in una recente intervista, ha assicurato come il suo partito fosse l’unico realmente interessato a porre fine alla crisi politica, rispettando le scadenze imposte dagli accordi presi e dichiarando come la SDSM stesse rallentando, se non bloccando, l’iter di risoluzione della crisi politica. Gruevski si è chiesto come mai solo adesso la SDSM abbia accettato la revisione delle liste, sostenendo che il partito d’opposizione volesse solamente prendere tempo. Accuse certamente pesanti che servono al partito attualmente di maggioranza a raccogliere i necessari consensi in vista di aprile, con la speranza di assicurarsi nuovamente la guida del paese.

Le elezioni in Macedonia sono attualmente seguite da vicino dal Commissario europeo all’allargamento Johannes Hahn, che ha dato il compito di vigilanza al mediatore Peter Vanhoutte. A mediare ci sono anche l’ambasciatore statunitense Jess Baily e il suo omologo europeo, Aivo Orav, che hanno dichiarato che forniranno un loro parere entro il 20 febbraio sull’effettiva possibilità di sostenere elezioni regolari come accordato. L’Unione Europea sta seguendo da vicino la crisi politica macedone, dal momento che la Macedonia è dal 2005 paese candidato all’ingresso nell’UE e uno dei futuri paesi chiavi per l’allargamento dei confini dell’Unione Europea, anche se deve superare l’opposizione greca per la questione del nome.

Foto: MIA

Chi è Edoardo Corradi

Nato a Genova, è dottorando di ricerca in Scienza Politica all'Università degli Studi di Genova. Si interessa di Balcani occidentali, di cui ha scritto per numerosi giornali e riviste accademiche.

Leggi anche

MACEDONIA DEL NORD: Estate calda, tra retorica nazionalista e sogno europeo

Il 18 agosto, la camera del Parlamento di Skopje ha avviato un dibattito di dieci giorni sulla riforma costituzionale che avrebbe aperto la strada all’adesione del paese all’Unione europea. Per ora, il voto parlamentare è stato rinviato.

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com