Una tagliente satira e critica della Prima Guerra Mondiale e dell'Impero austro-ungarico, magistralmente raccontata con le peripezie del soldato Sc'veik, l'idiota mercante di cani coi reumatismi.

LETTURE CONSIGLIATE: “Il buon soldato Sc’veik” di Jaroslav Hasek

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Il buon soldato Sc’veik

di Jaroslav Hašek
traduzione di Renato Poggioli e Bruno Meriggi
Feltrinelli, prima edizione italiana 1961
euro 19,50
pagine 848

È importante non farsi spaventare dalla grandezza di un libro, soprattutto come questo. Raccontando le mille disavventure di Sc’veik, un bonaccione mercante di cani che vive a Praga, Hašek compone un inno al pacifismo e all’antimilitarismo. Sc’veik, tranquillo e riformato dal militare poiché ritenuto un idiota, verrà trasportato dagli eventi della Prima Guerra Mondiale a causa di un suo commento ritenuto offensivo nei confronti dell’Arciduca Ferdinando, da poco ucciso a Sarajevo. Non solo Sc’veik, nelle sue mille peripezie, mostra al lettore l’inutilità e la stupidità della guerra, ma racconta uno spaccato di quello che era l’Impero austro-ungarico, facendo su di esso una tagliente satira mostrando tutti i suoi grandi difetti.

Un classico imperdibile raccontato grazie all’ironia e alle mille sventure del suo protagonista, il buon soldato Sc’veik.

Voto: 9,5

Chi è Edoardo Corradi

Nato a Genova, è dottorando di ricerca in Scienza Politica all'Università degli Studi di Genova. Si interessa di Balcani occidentali, di cui ha scritto per numerosi giornali e riviste accademiche.

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