Dacian Cioloș è stato incaricato dal presidente Klaus Iohannis per la formazione di un governo tecnico. A partire dalle motivazioni addotte dallo stesso presidente romeno sembra utile soffermarsi sulle reazioni delle principali forze politiche alla scelta del nuovo premier.
Per un governo tecnico
Al termine della seconda tornata di consultazioni, terminata martedì, il presidente Iohannis ha nominato Dacian Cioloș come primo ministro designato per la formazione di un governo tecnico. Come affermato dallo stesso presidente, in una situazione tale la priorità è risolvere i problemi della classe politica; serve per ció che a rappresentare la Romania sia una persona pulita, non legata ad alcuna particolare forza ma che allo stesso tempo conosca bene i meccanismi della politica stessa.
La priorità è che i membri dei singoli partiti non siano accusati di corruzione. Non solo, in vista delle future elezioni (da celebrare il prossimo anno) serve un netto rafforzamento della rule of law, nonché un’ apertura alla competizione politica, unico meccanismo in grado di inserire volti nuovi all’interno dei partiti ed escludere tutti gli accusati di corruzione. Ancora secondo Iohannis la Romania deve proseguire il proprio cammino verso la realtà Europea ed euro-atlantica; a questo proposito Cioloș, ex Commissario Europeo per Agricoltura e Sviluppo Rurale, e quindi conoscitore dei meccanismi della stessa UE, è sembrato il candidato ideale. Presiederà un governo tecnico, soluzione preferita alle elezioni immediate proprio per dare spazio ad un corposo ridimensionamento della classe politica.
Le reazioni dei partiti politici, il PSD
Immediatamente dopo la nomina di Cioloș sono arrivate le reazioni dei vari partiti politici, tra cui il PSD (Partidul Social Democrat ) . Pur aperti al dialogo, secondo il presidente Draignea, e pronti ad esprimere il proprio parere in parlamento sulle singole proposte del nuovo premier, i rappresentanti del PSD hanno affermato di avere un pacchetto di riforme( giá esposto durante le consultazioni degli scorsi giorni) da proporre alle altre forze politiche; riforme costituite da almeno dieci punti chiave imprescindibili in un momento come quello attuale. Contrari, almeno in prima battuta, al nomina fatta da Iohannis, avrebbero infatti preferito il loro esponente Liviu Voinea, per il ruolo di premier.
Le reazioni dei partiti politici, il PNL
Non solo il PSD, anche i rappresentanti del PNL (Partidul Național Liberal) hanno espresso la propria posizione riguardo alla nomina di Ciolos. Secondo quanto affermato dalla co-presidente Alina Gorghiu , Ciolos sarebbe la persona più adatta a rappresentare il paese poiché unico in grado di capire cosa comporti la leadership in una situazione tale. Per quanto riguarda
Per quanto impossibile dare risposte nell’immediato sará, secondo ancora quanto affermato da Gorghiu, la competenza e la preparazione del nuovo premier a corstyruire un esecutivo forte e ad aprire al dialogo e al rinnovamento. Sebbene la proposta del sopracitato partito fosse inizialmente quella di elezioni immediate, questa si è dimostrata impraticabile per la ferma opposizione della maggioranza dei rappresentanti del parlamento. La mancanza di credibilitá nella classe politica, come sottolineato dalle proteste delle scorse settimane, ha reso necessario l’apertura di una discussione che ha poi portato alla nomina di Ciolos, figura chiave per avviare un complesso processo di riforme.
Tra le altre forze presenti in parlamento, ALDE (Alianța Liberalilor și Democraților), ha affermato di voler attendere la presentazione del programma di riforme da parte di Cioloș prima di decidere se dare il proprio appoggio al nuovo governo.
Sebbene non sembri profilarsi facile l’ottenimento di appoggio dalle forze politiche(servono 274 voti), per il nuovo premier il compito più gravoso rimane quello di gestire le problematiche attuali della Romania e soprattutto il rinnovamento della classe politica.