Il classico girone di ferro. Se non, addirittura, d’acciaio – due avversarie ungheresi (OSC Budapest e Szolnoki), una serba (il sempre temibile Partizan Belgrado), una croata (il blasonato Jug Dubrovnik) e la mina vagante Galatasaray. Se la vedrà con queste avversarie la Pro Recco nel gruppo B del turno preliminare della Champions League di pallanuoto maschile che prende il via mercoledì 28 ottobre, con i liguri ben determinati a difendere, e possibilmente confermare, il titolo continentale conquistato pochi mesi fa a Barcellona.
I pronostici vedono proprio la Pro Recco la favorita d’obbligo per il passaggio del turno. Vuoi perché ha alzato al cielo la Coppa dei Campioni per tre volte negli ultimi sei anni, vuoi perché da dieci anni consecutivi vince lo scudetto in Italia. E poco importa se in panchina l’olimpionico Amedeo Pomilio ha preso il posto del serbo Igor Milanović, sostituito a dispetto del triplete della scorsa stagione, e se Maurizio Felugo ha deciso di appendere la calottina al chiodo per sedersi dietro la scrivania del direttore generale: i recchelini rimangono una formazione altamente competitiva. Gli innesti del centroboa francese – ma naturalizzato italiano – Bodegas e degli slavi Mandić (dal Partizan) e Sukno (dal Primorje finalista di Champions lo scorso maggio) vanno ad affiancare il sempiterno Stefano Tempesti – il portiere si ritirerà dopo i Giochi di Rio -, gli altri otto giocatori nel giro del Settebello e il difensore montenegrino Ivović. Senza dimenticare che nelle coppe europee sono selezionabili pure Prlainović, Filipović e Duško Pijetlović.
Almeno sulla carta, lo Szolnoki si presenta come il rivale più agguerrito: la squadra ungherese ha posto fino allo strapotere di Vasas, Honvéd e Eger mettendo a segno l’accoppiata campionato-coppa nazionale (lo scudetto mancava addirittura da 51 anni!) e ha superato il Marsiglia nel terzo turno di qualificazione grazie a una rosa che annovera nomi – o meglio, cognomi – di grido della pallanuoto magiara e internazionale. Basta citare il portiere Nagy, i fratelli Dániel Varga e Dénes Varga, gli esperti Madaras e Kis e i serbi Aleksić, Gocić e Mitrović per toccare con mano la qualità a disposizione del tecnico Sándor Cseh.
Guai, però, a fare i conti senza le due rappresentanti della scuola balcanica. Il Partizan Belgrado tenta l’assalto alla sua ottava coppa con un gruppo di interessanti prospetti da affidare alla sapiente guida di Vladimir Vujasinović, conosciuto in Italia per aver indossato le calottine di Roma e Pro Recco. La stella Nikola Jaksić, già vincitore di una medaglia d’oro ai Mondiali nonostante abbia appena 18 anni, è l’incarnazione della filosofia del Partizan, al pari dei giovanissimi Đorđe Vučinić e Marko Janković, che invece hanno trionfato ai Giochi Europei di Baku. Cerca invece il riscatto lo Jug Dubrovnik, detronizzato in patria dal Primorje dopo una serie di cinque scudetti consecutivi: l’allenatore Vjekoslav Kobešćak, subentrato lo scorso marzo al posto del dimissionario Miho Bobić, potrà mettere in acqua due mancini dal tiro micidiale come il figliol prodigo Joković (tornato dopo un biennio in forza alla Pro Recco) e Xavi García, il nazionale brasiliano Felipe Perrone e i navigati Lončar, Marković e Obradović.
Più attardato rispetto alle quotate avversarie è l’Orvosegyetem Sport Club Budapest: ai magiari potrebbero non bastare la classe di Gór-Nagy tra i pali e le indiscusse abilità di Decker, Bátori e Draško Brguljan per superare l’ostacolo della fase a gironi. Tutto da scoprire il Galatasaray della legione balcanica, con una netta maggioranza dei montenegrini: sarebbe sciocco pensare che i destini della squadra di Istanbul non passino attraverso le parate di Šćepanović, la fisicità di Nikić e Vukčević e l’esperienza di Mlađan Janović e Pasković. Unica controindicazione l’età, non proprio verdissima, di molti componenti della rosa.
Foto: Simone Pierotti (Flickr)