CALCIO: Mkhitaryan rischia l’arresto, il Borussia Dortmund non lo convoca per la trasferta in Azerbaigian

Primo nel Gruppo C di Europa League, il Borussia Dortmund si sta preparando ad affrontare l’ultima giornata del girone di andata, che vedrà la squadra tedesca impegnata in Azerbaigian. Avversario sarà il modesto Qǝbǝlǝ, alla sua prima partecipazione nel torneo, che attualmente chiude il girone con un solo punto, ottenuto contro i greci del PAOK Salonicco. Nonostante non venga considerata particolarmente insidiosa, la trasferta azera è già riuscita però a creare problemi a Reus e compagni.

In vista della gara contro il Qǝbǝlǝ la squadra tedesca ha infatti deciso di rinunciare per precauzione al trequartista Henrikh Mkhitaryan, che rimarrà in Germania per motivi di sicurezza. Il problema è legato alla nazionalità armena del giocatore, che lo renderebbe ospite poco gradito in Azerbaigian, paese che con l’Armenia ha tagliato i rapporti diplomatici da anni e che sempre con Erevan condivide un fortissimo odio reciproco, esploso in seguito alla guerra per il possesso del Nagorno-Karabakh nei primi anni ‘90. Per questo, a parte casi speciali, l’Azerbaigian di solito nega l’accesso all’interno del proprio territorio a chiunque sia in possesso di un passaporto armeno.

I dirigenti del Borussia avevano intuito già dal sorteggio di Nyon che per Mkhitaryan si sarebbero potuti presentare problemi di questo tipo in vista della trasferta in Azerbaigian. In seguito al sorteggio dei gironi di Europa League, alcuni media azeri, ripresi poi anche dal quotidiano tedesco Bild, avevano infatti iniziato a diffondere la voce che al giocatore sarebbe stato negato il visto per l’Azerbaigian, o addirittura che al momento dell’ingresso nel paese avrebbe rischiato di essere arrestato dalle autorità locali.

La definitiva decisione di rinunciare a Mkhitaryan per la trasferta europea contro il Qǝbǝlǝ, che era già da tempo nell’aria, è stata recentemente ufficializzata dal direttore sportivo del Borussia Dortmund Hans-Joachim Watzke, il quale ha dichiarato che la dirigenza del club, dopo avere esaminato attentamente la situazione, è arrivata alla conclusione che il conflitto in corso tra Armenia e Azerbaigian stia attualmente vivendo una fase particolarmente accesa, e pertanto è compito della società tenerne conto per tutelare la sicurezza del proprio giocatore. La società ha inoltre dichiarato che Mkhitaryan non è ancora in possesso di un visto, e anche se dovesse provare a richiederlo non arriverebbe comunque in tempo per la partita.

Secondo le autorità azere, il motivo per cui Mkhitaryan avrebbe potuto vedersi negare il visto d’ingresso per l’Azerbaigian sarebbe invece da ricondurre semplicemente a una visita nella regione del Nagorno-Karabakh effettuata dal giocatore nel 2011, che gli costò il suo inserimento all’interno dell’elenco delle persone non grate in Azerbaigian. In seguito alla guerra tra Armenia e Azerbaigian il Nagorno-Karabakh è diventato una repubblica de facto indipendente, amministrata e popolata dagli armeni, ma de iure ancora appartenente all’Azerbaigian, che da anni ne rivendica la sovranità, accusando di violazione dei propri confini chiunque metta piede all’interno dell’autoproclamata repubblica senza avere precedentemente ottenuto un consenso da parte del governo di Baku.

Tuttavia le autorità azere hanno cercato di chiarire la questione, affermando che l’elenco delle persone non grate all’interno della Repubblica dell’Azerbaigian viene stilato a prescindere dalla nazionalità o professione, aggiungendo che lo sport non deve essere mischiato alla politica, e che nel caso di Mkhitaryan si sarebbe potuta fare un’eccezione, in quanto essendo il calcio uno sport di squadra, il viaggio del Borussia da Dortumund verso l’Azerbaigian poteva venire considerato come un viaggio collettivo piuttosto che come un viaggio di singole persone.

Nonostante le spiegazioni azere, dall’Armenia non si sono fatte attendere le proteste per la condotta tenuta da Baku. Secondo il portavoce del ministro degli Esteri di Erevan Tigran Balayan, la visita di Mkhitaryan nel Nagorno-Karabakh sarebbe solo una scusa per negare il visto al giocatore; accusando poi l’Azerbaigian di essere “armenofobico”, a tal punto da impedire l’ingresso nel proprio territorio non solo a chiunque sia in possesso di un passaporto armeno, ma anche a qualunque cittadino di paesi terzi che abbia un nome di origine armena, citando un caso dell’anno scorso, quando un atleta turco venne fermato all’aeroporto di Baku solo perché il suo cognome finiva per “-yan”.

In occasione dei Giochi Europei del 2015, svoltisi a Baku, a diversi atleti armeni è stato comunque concesso il visto per partecipare alla manifestazione, e la bandiera armena è stata addirittura fatta sfilare nello Stadio Olimpico della capitale azera. Fino all’ultimo momento ci sono stati però diversi dubbi riguardo alla sicurezza degli atleti armeni una volta arrivati in Azerbaigian, tanto che alcuni di loro hanno preferito ritirarsi e non prendere parte alla manifestazione.

A livello calcistico, l’UEFA già da un po’ di tempo ha deciso di vietare incontri internazionali tra Armenia e Azerbaigian, a causa delle pessime relazioni che intercorrono tra i due paesi. La decisione risale alle qualificazioni a Euro 2008, quando le due nazionali vennero inserite nello stesso girone di qualificazione ma non si accordarono sulle modalità di svolgimento delle due gare da disputare, tanto che le partite alla fine non vennero giocate e i punti in palio rimasero inassegnati.

Chi è Emanuele Cassano

Ha studiato Scienze Internazionali, con specializzazione in Studi Europei. Per East Journal si occupa di Caucaso, regione a cui si dedica da anni e dove ha trascorso numerosi soggiorni di studio e ricerca. Dal 2016 collabora con la rivista Osservatorio Balcani e Caucaso.

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