A sette giornate dalla fine del Superettan, la serie B svedese, si trovano a pari punti a -5 dalla zona play-off. Sarà un vero e proprio scontro diretto il derby tra le due principali squadre di Södertälje, che andrà in scena domenica 20 settembre alle 14 alla Fotbollsarena del sobborgo di Stoccolma. Un derby reso però particolare dal fatto che entrambe le squadre, Assyriska e Syrianska, rappresentano la stessa minoranza: gli assiri di Södertälje.
Gli assiri, conosciuti anche come caldei, aramei o siriaci (Suryoye), sono un gruppo etnico originario del Levante, diffuso in particolare tra Siria e Iraq e di religione prevalentemente cristiana. Gran parte della popolazione assira va però a comporre una diaspora concentrata principalmente tra Stati Uniti, Giordania, Germania e Svezia: gran parte delle migrazioni va addebitata al genocidio assiro compiuto durante la Prima Guerra Mondiale dalle truppe ottomane in contemporanea con i massacri di greci e armeni.
Un’ulteriore spinta alla fuga fu la presa del potere del partito Ba’athista in Siria e Iraq nel 1963: il partito introdusse leggi per sopprimere l’identità nazionale assira, imponendo un’arabizzazione forzata e la repressione di scuole, partiti e qualsiasi forma di espressione di tale identità.
Parte della diaspora assira converse proprio su Södertälje, centro multietnico della contea di Stoccolma che conta tra i suoi 65.000 abitanti circa il 39% di popolazione di origine straniera (una proporzione in crescita stabile). Tra le comunità straniere, la più folta è proprio quella assira, stimata tra le 15.000 e le 18.000 unità sui circa centomila assiri presenti in suolo svedese. Gli assiri cominciarono a giungere negli anni ’60 e sono definiti da un documento della municipalità di Södertälje “il gruppo di immigrati di maggior successo nell’intero paese” in virtù del basso tasso di disoccupazione della comunità. A Södertälje gli assiri hanno cinque chiese, due vescovi e due canali satellitari che trasmettono alla diaspora in tutto il mondo. Soprattutto, hanno due squadre di calcio, l’Assyriska e il Syrianska, entrambe fondate durante gli anni ’70.
L’Assyriska, fondato nel 1974, nel 1992 divenne la prima squadra formata da immigrati a raggiungere la seconda divisione del campionato svedese (equivalente all’attuale Superettan). Solo nel 1997 l’Assyriska, dopo anni di retrocessioni e successive promozioni, riuscì a mantenersi in seconda divisione e nel 2003 fece scalpore battendo Göteborg e Djurgården sulla strada della finale di Coppa di Svezia, poi persa 2-0 contro l’Elfsborg. L’anno successivo l’Assyriska centrò una storica promozione in Allsvenskan, la massima divisione, senza però riuscire a mantenerla o a raggiungerla nuovamente in seguito. Nel 2010 la storia dell’Assyriska si tinse anche di sangue, quando l’attaccante ventiseienne Eddie Moussa venne assassinato in un bar di Södertälje insieme al fratello Yaacoub. Moussa era figlio di una siriana e un assiro del Libano e aveva passato quasi tutta la sua carriera all’Assyriska: poco prima di essere ucciso aveva acquisito, oltre alla cittadinanza svedese, anche quella libanese, nella speranza di rappresentare la nazionale del Cedro.
La storia del Syrianska è leggermente più breve: fondata nel 1977, provò l’assalto al Superettan per la prima volta nel 2001, arrivando diverse volte a un passo dal traguardo. Nella stagione 2006/2007 le due squadre degli assiri si incontrarono per la prima volta in terza divisione: sia all’andata sia al ritorno fu il Syrianska a trionfare. Solo nel 2009 il Syrianska riuscì a ottenere l’agognata promozione in Superettan. Chiuse il primo anno al quarto posto per poi vincere il campionato l’anno successivo, garantendosi la prima partecipazione in Allsvenskan. Dopo la salvezza ottenuta nel 2012, la squadra è retrocessa di nuovo in Superettan nel 2013. La squadra attuale è capitanata dal centrocampista Louay Chanko, che proprio dal Syrianska iniziò la sua carriera a metà anni ’90. Chanko ha giocato per squadre del calibro di Djurgården, Malmö, Hammarby, AaB e AEK Atene e, nonostante abbia giocato un’amichevole con la maglia della Svezia contro la Costa Rica, vanta sette presenze con la maglia della Siria.
La sfida di domenica tra le due squadre, però, rischia di essere l’ultima: l’Assyriska negli ultimi tempi ha infatti affrontato una grave crisi finanziaria che ha messo a repentaglio la sua stessa esistenza. La squadra è in grosse difficoltà per quanto riguarda il pagamento della licenza per l’iscrizione ai campionati professionistici per il prossimo anno e, come ha spiegato Enrico Varrecchione di Scandinevs, è stata ventilata la possibilità di una fusione con il Södertälje (la terza squadra locale, impegnata nella terza divisione) o addirittura con lo stesso Syrianska. A fine agosto la dirigenza dell’Assyriska ha potuto annunciare il successo dell’iniziativa di raccolta fondi lanciata per salvare la squadra, con il raggiungimento dell’obiettivo di 1,5 milioni di corone (circa 160 mila euro). Ora la decisione resta in mano alla federcalcio svedese. Per altre sette partite almeno, l’Assyriska potrà continuare a rincorrere l’Allsvenskan. E per una volta ancora, domenica, scendere in campo per quel derby dal sapore così particolare.
Photo: Groundhopping Merseburg (Flickr)