CAUCASO del NORD: La questione circassa e le Olimpiadi di Soci, altri problemi per Mosca

di Alessandro Mazzaro

Ogni anno, il 21 maggio, si celebra la “Giornata della memoria” del popolo circasso. Proprio in quel giorno, del 1864, cominciò quello che è stato definito il “genocidio dimenticato”. In pochi mesi morirono un milione e mezzo di circassi, uccisi o morti di stenti durante la ‘pulizia etnica’ e la deportazione imposta dalle vittoriose armate dello Zar Alessandro II al termine della lunghissima e sanguinosa guerra coloniale russa di conquista del Caucaso. I circassi ora vogliono giustizia, e il riconoscimento del genocidio è una tappa fondamentale nel miglioramento dei rapporti con il governo centrale.

LA DIASPORA CIRCASSA – Dopo l’espulsione forzata dalle proprie terre all’indomani della fine della guerra caucasica, i circassi sono stati costretti a trovare rifugio altrove. La diaspora circassa attualmente conta circa sei milioni di persone residenti tra Europa e Medio Oriente. Le comunità più folte si trovano in Turchia (dove rappresentano la seconda minoranza etnica dopo i curdi), in Georgia e in Giordania. In Russia sono oramai una piccola minoranza e abitano le repubbliche caucasiche della Cabardino-Balcaria (dove rappresentano la maggioranza), dell’Adighezia e della Karaciajevo-Cerkessia.

Proprio dalla diaspora arrivano le maggiori rivendicazioni di riconoscimento del genocidio. La Turchia è sicuramente l’avamposto da cui i circassi tentano di fare, pressioni su Mosca per portare questo tema all’ordine del giorno. In Turchia, infatti, i circassi ricoprono numerosi posti di potere1 e non hanno mai procurato, a differenza dei curdi, particolari fastidi al governo di Ankara. Proprio per il ruolo ricoperto da alcuni circassi la pressione sulla Russia può farsi ancora più stringente.

IL RUOLO DELLA TURCHIA – La Turchia, se da un lato non ha nessun interesse ad inimicarsi i circasssi, che 150 anni or sono si rifugiarono in quello che era ancora l’Impero Ottomano, dall’altro non può permettersi di tirare troppo la corda con Mosca. In primis perché l’allontamento dall’Europa da parte turca ha fatto sì che Russia e Turchia ritrovassero numerosi punti comuni su cui collaborare2, poi perché Ankara ha la questione pendente del genocidio perpetrato dall’Impero Ottomano nei confronti degli armeni. Per la Turchia questo è un passaggio molto pericoloso. La Russia, in primo luogo potrebbe avviare negoziati con la diaspora armena e riconoscere ufficialmente il genocidio degli armeni nel 1915 e successivamente supportare il Partito dei lavoratori curdi che in Turchia è considerato un’organizzazione terroristica.

OLIMPIADI E MEMORIA – “I giochi sulle ossa” è un saggio uscito di recente il quale contiene un’analisi della storia del XIX secolo di Soci, città balneare di fondazione circassa, oggi in territorio russo e sede designata delle Olimpiadi invernali 2014. Nello scritto si fa opera di boicottaggio per l’organizzazione dei Giochi olimpici nella città. Il rischio che questi giochi olimpici possano essere ricordati non solo per i risvolti sportivi è forte. Sono parecchie le denunce di resti umani portati alla luce e profanati durante la costruzione dei siti olimpici3. Si aggiungono, con l’avvicinarsi di questo evento, le manifestazioni a ricordo della strage. Un modo questo per accendere la luce su un massacro dimenticato che, nonostante i tanti passati, farà parlare ancora molto di sé.

Proprio le Olimpiadi di Soci sono al centro delle mire dei guerriglieri di tutto il Caucaso del nord, che minacciano attentati. Quello all’aeroporto di Mosca, quindi, è un evento che si inserisce in un più ampio quadro politico che Mosca fatica a gestire.

1 I circassi occupano posizioni dirigenziali nei principali partiti politici turchi e negli ambienti accademici e militari

2 L’allineamento con la Russia ha inizio nel 2001, quando i ministri degli esteri dei due paesi firmano il Piano d’Azione per la Cooperazione Eurasiatica e si è intensificato nel corso del primo decennio del secolo. A fine gennaio 2010 i primi ministri russo e turco, sulle ali dell’entusiasmo, hanno parlato di “scambi bilaterali triplicati nel 2015”.

3 Fonte: http://terredimezzovunque.blogspot.com/

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